I ‘tecnici’ di Lombardo? Per cortesia…

Certo che ce ne vuole. Un presidente della Regione, che alla fine è un politico, si sceglie i tecnici, anzi, pensa di aver preso il meglio che c’era sulla piazza, anzi dà vita a una giunta di ‘tecnici’, sceglie a uno a uno i dirigenti generali e poi… E poi, patapum!, un mezzo disastro. Almeno in Diritto Costituzionale e Diritto Amministrativo. Una tragedia. Anzi, una tagliatina di faccia. Sì, una tagliatina di faccia.

Un’esagerazione? Purtroppo no. Parlano i fatti. Che, certe volte, sono molto più eloquenti delle parole. Da dicembre dello scorso anno ad oggi il Governo del povero Raffaele Lombardo ha preso tante di quelle ‘scoppole’ che c’è da rabbrividire. Se mettiamo insieme tutti i presidenti della Regione della storia dell’Autonomia e sommiamo le norme che hanno avuto impugnate, ebbene, anche se messe tutte assieme non arrivano al numero di norme impugnate che Lombardo ha racimolato in questi quattro anni! Un record mondiale. Da Olimpiadi del Diritto.

Ora questo a noi dispiace. Perché un presidente della Regione – lo ribadiamo – è un politico e non un tecnico del Diritto. E dopo aver scelto, ad uno ad uno, assessori ‘tecnici’ e dirigenti generali altrettanto ‘tecnici’, ritrovarsi con una montagna di norme impugnate è tremendo. E, forse, non avere nemmeno il piacere di andare davanti la Corte Costituzionale e vincere. E dire: i miei tecnici avevano ragione, a sbagliare è stato ilcommissario dello Stato! Nemmeno questo piacere. Nulla. Solo il buio del Diritto violato. Una, dieci, cento, mille norme impugnate e basta. Che tristezza.

Ricordiamo ancora gli allegri giorni di Natale dello scorso anno. I bravi dirigenti generali consultati da Lombardo gli avevano assicurato che le norme sul precariato – per la ‘stabilizzazone’ del precariato – erano ‘blindate’. Utilizzavano proprio questa parole: ‘blindate’…

Invece: zact! Un’impugnativa che fu peggio di una botta in testa. Un uno-due senza nemmeno il piacere del ricorso. Ah, ‘sti ‘tecnici’!

E non parliamo della finanziaria dell’aprile scorso. Nn ne vogliamo nemmeno sentire parlare. Una vergogna! Oltre ottanta norme impugnate. E dove siamo finiti, ad ‘Impugntolandia’? Una vergogna, lo ripetiamo. Da non parlarne più per il resto della vita.

E dire che il giorno dopo la mega impugnativa Lombardo, con il petto in fuori e con il piglio di un guerriero omerico (acheo?) che grida ai quattro venti: “Pubblicherò la legge impugnata!”. E tutti a dire: mizzica che coraggio! Che uomo! Che politico!

Poi, però, il silenzio. E il nulla. Altro che pubblicazione delle leggi impugnate! Manco uno straccio di ricorso. Sconfitta su tutta la linea. Botte, botte, botte e ancora botte. Non è giusto, per dindirindina! Un uomo intelligente come Lombardo non merita questo! Assolutamente no.

Siamo arrivati ai giorni nostri. Alla tagliatina di faccia. Ma come: Lombardo nomina fior di giuristi, giureconsulti sopraffini, gente che il Diritto Costituzionale e Amministrativo se lo mangiano e se lo bevono e si becca settemila impugnative.

Poi arriva un tecnico dell’Ars – alla fine un 110 e lode mai esibito, ma non più di lì – e mette giù la legge blocca-nomine in due giorni. Tutti a dire: incostituzionale di qua, incostituzinale di là. E via con le telefonate ai Ministeri romani: verificate questo passaggio, e quello e quell’altro. I tecnici dei Ministeri controllano, verificano appurano e alla fine sentenziano: signori, c’è poco da ‘strumintiare’, la legge è a posto. Più costituzionale della Costituzione.

Ma come: non sapevamo quanto erano bravi in Diritto i ‘tecnici’ di Lombardo, poi arriva un dirigente dell’Ars e, senza fare ‘schiumazza’, scrive un legge che passa l’esame dei costituzionalisti di sette Ministeri. Cosa da pazzi!

O forse una cosa semplice: i giuristi dell’Ars sono di gran lunga più bravi di tutti i ‘tecnici’ scelti da Lombardo. Presidente, dia retta a noi, se ne faccia una ragione.

 

Hannibal

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