Beni per un valore complessivo di 68 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia di Caltanissetta a tre imprenditori di Gela dei settori del commercio di autovetture e immobiliare. Destinatari del provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale nisseno sono Antonio Francesco Luca, di 65 anni, suo fratello Salvatore, di 70 anni, e il figlio di quest’ultimo, Rocco, di 45 anni.
I tre, indagati per concorso esterno in associazione mafiosa
nell’indagine Camaleonte del 2019, sono ritenuti contigui a Cosa nostra e in affari, in particolare, con esponenti del clan Rinzivillo. Le indagini hanno fatto emergere il reinvestimento da parte degli imprenditori di ingenti capitali di provenienza illecita in numerose società formalmente intestate ai loro familiari, attive nell’edilizia e nel commercio di auto, anche di lusso.
La provenienza mafiosa del capitale investito nella rivendita di automobili si affiancava a un mercato del credito irregolare che prevedeva una dilazione, mediante assegni post-datati, del p
agamento delle autovetture in vendita che, in caso di insolvenza, venivano recuperate e registrate fittiziamente come noleggi. Secondo l’accusa, l’elevata capacità di intimidazione ha consentito di ridurre al minimo il rischio di insolvenza. Sigilli sono stati posti a due concessionarie d’auto – Lucauto e Carluca – , cinque società immobiliari, due edilizie e una che si occupa di alberghi e ristorazione, 40 terreni e 192 fabbricati, e 47 rapporti bancari o finanziari.
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