I morti ammazzati

I siciliani, popolo onesto e lavoratore. I siciliani, popolo fiero e forte. I siciliani, popolo debole e omertoso.

 

Cosa è la cosa più importante per gli abitanti della nostra “bella terra”?

la Famiglia. E poi, il Rispetto. La sacralità della famiglia e il rispetto dei ruoli all’interno di essa.

Chi fa parte della famiglia deve seguire le regole e gode di privilegi che quella famiglia gli concede.

 

La famiglia è una forza, e questa forza spinge verso un solo senso: il benessere della famiglia.

Chi pensa solo a sé o toglie la forza alla famiglia rappresenta un male, e deve essere estirpato.

Questa è la logica della tradizionale famiglia siciliana, ed è questa che la mafia segue. Gli interessi della cosca mafiosa rappresentano il fine primo. E i componenti della cosca sono disposti a tutto perché i loro privilegi e diritti siano preservati. Sono disposti a tutto, anche ad uccidere.

 

C’è chi pensa che in Sicilia la Mafia rappresenti il vero sistemo di governo e che la Repubblica in Sicilia sia scesa a patti con “Cosa nostra”, un nome che è tutto un programma.

È difficile stabilire se ciò sia vero o se lo sia solo in parte, o se sia soltanto lo sbocco naturale della cultura del sospetto, quella preferita dagli italiani.

Ma una cosa è facile da dire: chi si mette contro le famiglie mafiose rischia la vita e spesso la perde.

 

I metodi sono tanti, le dinamiche pure, ma il movente è sempre lo stesso. Chi tenta di intaccare la patina di “mafiosità”, chi tenta di colpire gli interessi criminali, chi contro la mafia scende in piazza o appare in tv, chi scrive o racconta che la mafia è “brutta”, è in pericolo. È il pericolo è grosso, grossissimo, la lupara bianca è sempre fumante e i morti ammazzati sempre di più.

Giorgio Pennisi

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