I cento passi

La storia si svolge in un piccolo paesino in provincia di Palermo, Cinisi, dove Giuseppe Impastato, detto Peppino, cresce in una famiglia invischiata nella mafia.
Fin da piccolo si rendeva conto che qualcosa “non andava”. La sua non è un’infanzia facile: le strane riunioni di famiglia, la morte delle persone da lui conosciute, ma soprattutto la morte dello zio che lo sconvolge nel profondo. Questo triste evento coincide con l’incontro di un uomo che fa crescere in lui la voglia e il coraggio di ribellarsi e lottare contro questo terribile male. Decide così di scegliere il percorso più tortuoso, il percorso che lo condurrà alla morte ma è il percorso che sente più suo, una lotta di parole contro una lotta fatta di bombe. Questa “guerra” che decide di fare diventa la sua unica più grande aspirazione, questa “guerra” che decide di fare è una “guerra” contro la sua stessa famiglia, contro quel padre che avrebbe dovuto onorare.

“Cinisi soffocato tra le montagne”: queste le parole di apertura del film che vogliono descrivere il paese, ma che fondamentalmente rappresentano l’animo di coloro che vivono a Cinisi, “soffocato” da questo male, di coloro che vorrebbero ribellarsi ma si sentono schiacciati dalla paura di farlo…Qui trova coraggio l’animo di un uomo come tanti, ma di un’eroe come pochi, che riesce a far emozionare ancora, a far riflettere e sbalordire.

Sono questi i sentimenti che hanno provato gli erasmus che per la prima volta hanno visto il film. Una pellicola contenente una storia di cui i ragazzi avevano spesso sentito parlare: la lotta contro la mafia, la corruzione; ma solo guardando il film, così pieno di verità, si sono veramente resi conto che ciò che immaginavano essere un mondo così “irreale” li ha toccati nel profondo.

Questo è uno di quei film che riesci a far tuo, è uno di qui film che forse raccontano parte di quel quotidiano che appartiene un po’ anche a te, e non perché vivi in una terra come la Sicilia, ma perché la forza e il coraggio di Peppino sono la dimostrazione più vera e reale che tutti dovrebbero avere, almeno un po’, per riuscire a cambiare e sensibilizzare questo mondo così povero di ideali.

Recensione a cura di Studenti Erasmus Spagnoli.

Pamela Bellitti

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