Rimandato. E’ l’esito dell’esame sostenuto dal Palermo sconfitto in casa dal Catanzaro per 2-1 nella ventiseiesima giornata del girone C del campionato di serie C. In merito al match contro la formazione calabrese, identificabile come un vero e proprio esame trattandosi peraltro di uno scontro diretto in chiave playoff, la valutazione finale sul fronte rosanero non può essere una ‘promozione’ perché la compagine di Boscaglia, che prosegue tra le mura amiche la tradizione negativa nelle partite disputate alle 12,30, non ha saputo dare continuità ai successi consecutivi contro Bisceglie e Turris e perché ancora una volta non è stata in grado di battere chi si trova davanti in classifica ma nello stesso tempo sarebbe ingiusto archiviare la pratica condannando la squadra con una bocciatura. I rosanero sono stati puniti da episodi (il riferimento è in particolare al gol del 2-1 del difensore Martinelli, con un colpo di testa sugli sviluppi di una punizione battuta da Corapi, siglato all’80’ probabilmente nel miglior momento dei padroni di casa che avevano realizzato la rete del momentaneo 1-1 al 31’ del primo tempo con uno splendido destro a giro da fuori area di Floriano, di nuovo titolare dopo più di due mesi e a segno per la seconda volta in questo campionato) e certamente non meritavano di uscire da questa gara senza punti.
Il calcio, però, è anche questo e quella di oggi non sarà l’ultima volta in cui una squadra raccoglie molto meno rispetto a ciò che ha seminato. Senza nulla togliere, tuttavia, alla caparbietà e allo spirito di sacrificio di un Catanzaro al secondo successo di fila in trasferta e che nel primo tempo – frazione di gioco nella quale aveva sbloccato il risultato con il gol al 27’ di Verna abile a superare Pelagotti con un preciso rasoterra di sinistro sfruttando per vie centrali un buco apertosi tra le maglie della retroguardia rosanero – ha legittimato l’etichetta di squadra tignosa, esperta e dotata di una buonissima organizzazione di gioco, il risultato maturato sul campo non rispecchia l’andamento del match. Che si è sviluppato sul filo dell’equilibrio, con occasioni da una parte e dall’altra, e che il Palermo ha interpretato molto bene specialmente nel secondo tempo dimostrando con intensità e ardore agonistico di essere più brillante rispetto agli uomini di Calabro i quali, pur rimanendo sul pezzo, nella ripresa con il passare dei minuti hanno perso le misure giocando costantemente con un baricentro basso.
Nonostante la consapevolezza di avere disputato una buona partita, dunque, ai rosa resta il rammarico di non essere riusciti a causa di un passo falso ‘particolare’ e immeritato a compiere un salto di qualità. Obiettivo, tuttavia, che potrà essere centrato nel momento in cui la squadra saprà correggere definitivamente delle lacune che ne stanno condizionando il cammino. Non può essere solo casualità, ad esempio, il fatto che come avvenuto in altre circostanze si fatica in partite in cui l’avversario è alle corde a capitalizzare il buon lavoro svolto nell’arco dei 90 minuti. Forza della squadra avversaria e variabili come la sfortuna o la gestione arbitrale sono ostacoli che non possono essere ignorati ma se il Palermo non riesce mai ad andare oltre un certo punto significa anche che, alla base, ci sono allo stato attuale dei limiti che non permettono di raggiungere una certa dimensione.
Sono limiti di varia natura: caratteriali (Saraniti, entrato al 36′ del secondo tempo al posto di De Rose e vicino al gol con un colpo di testa respinto dal portiere Di Gennaro sugli sviluppi di un corner, a prescindere dall’espulsione a tempo scaduto per un intervento scomposto ai danni di Riccardi, poco prima del cartellino rosso aveva rimediato un’ammonizione in maniera ingenua a dimostrazione del fatto che determinati atteggiamenti andrebbero evitati), riconducibili a situazioni tattiche (complice il disagio in fase di non possesso da parte di Santana, titolare per la seconda volta di fila in casa e schierato dal primo minuto ancora come mezzala sinistra, con Luperini così ‘alto’ a centrocampo i rosanero nel primo tempo hanno rischiato più di una volta esponendosi al contropiede degli ospiti) e anche tecnici, in relazione ad esempio alla qualità di una giocata – un tiro, un passaggio o un cross – potenzialmente decisiva. Che sposta gli equilibri e che può farti vincere le partite.
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