Granata: “Cara Lucia, tirati fuori da questa palude”

Probabilmente ha già maturato questa scelta. Lucia Borsellino, figlia di una dei più grandi eroi Siciliani, e attuale assessore regionale alla Sanità, secondo voci insistenti,  come vi abbiamo già raccontato, lascerà il suo incarico a Marzo, per accettarne uno all’Aifa, l’Agenzia nazionale del farmaco.

In tanti, già da tempo, e in diverse occasioni,  le hanno chiesto di cambiare strada.  Di non mischiare il suo nome, e soprattutto il suo cognome, con quella sorta di banda variopinta che governa la Sicilia.

E, oggi- nel pieno del dibattitto della nascita del Crocetta Ter, mentre il Presidente della Regione la cita come uno degli assessori a cui non rinuncerebbe mai (tanto per sbandierare quel nome?), concentrando però i suoi sforzi reali per il salvataggio degli assessori in quota  Lumia e la Confindustria di Antonello Montante, alias Nelli Scilabra e Linda Vancheri- a chiederle di “liberasi dalla palude” è Fabio Granata attraverso una lettera aperta che pubblichiamo:

“Cara Lucia, tirati fuori da questa palude”.
“In uno degli ultimi affettuosi colloqui con la indimenticabile Agnese le espressi piena condivisione sulla idea, che in quei giorni si faceva strada, di una assunzione diretta di responsabilità di governo da parte tua nel delicatissimo settore della Sanità – scrive Granata – Ero convinto dell’importanza simbolica della tua presenza ma anche delle tue capacità manageriali, della tua intelligenza e della tua specchiata trasparenza”.
“Purtroppo la palude e, per certi versi, la farsa verso cui è rapidamente ‘precipitata’ l’azione del governo siciliano di cui fai parte mi hanno fatto amaramente pentire per quella condivisione – prosegue – Oggi, per ciò che rappresenti e per il cognome ‘sacro’ che porti, ti chiedo di tirarti fuori da questa vicenda politica poiché non devi più condividere nulla con questa ‘compagnia di giro’ e questa farsa alla quale il governo Crocetta ha ridotto la politica siciliana. Cara Lucia, non farti ‘usare’ per rivoluzioni che purtroppo non sono mai partite e che non partiranno”.

Fabio Granata

Redazione

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