Giustizia, Pubblica amministrazione, Salute. Sono questi i tre dicasteri che, a meno di clamorose sorprese al momento del voto di fiducia in Parlamento, saranno guidati da ministri siciliani nel prossimo governo nazionale. La nascita dell’esecutivo M5s-Lega, che fino a pochi giorni fa sembrava definitivamente compromessa dopo l’apparente rottura con il Quirinale, in seguito al rifiuto di Mattarella di accettare l’ipotesi Paolo Savona all’Economia, ridà all’Italia la possibilità di avere un governo dopo 88 giorni dalle elezioni Politiche. Tra i 18 ministri annunciati da Giuseppe Conte ci sono Alfonso Bonafede, Giulia Bongiorno e Giulia Grillo.
Originario di Mazara del Vallo, Bonafede ha 42 anni e di professione fa l’avvocato. Dopo l’adolescenza trascorsa in Sicilia, si trasferisce in Toscana, dove completa gli studi universitari. Chi lo conosce da vicino, lo descrive come un grillino della prima ora che, grazie anche alla conoscenza diretta del fondatore del Movimento, ha partecipato alla gestazione di quello che in meno di un decennio è diventato il partito più votato d’Italia. Nel 2009 è stato candidato alle Amministrative di Firenze – vinte da Matteo Renzi – ottenendo un modesto 1,82 per cento dei consensi. A marzo scorso, invece, è stato eletto alla Camera nel collegio uninominale di Firenze-Novoli-Peretola. Da guardasigilli, prenderebbe il posto di Andrea Orlando al ministero della Giustizia.
Tra i tre siciliani, la palermitana Giulia Bongiorno è la figura proposta da Conte come ministra della Pubblica amministrazione. Anche lei avvocata – nel suo curriculum ci sono le difese di imputati i cui casi sono arrivati più di una volta sulle prime pagine dei giornali nazionali – ha un passato da parlamentare nelle file di Alleanza nazionale. Con il partito di Gianfranco Fini ha ottenuto l’elezione alla Camera nel 2006 e poi, due anni dopo, ha riconfermato lo scranno a Montecitorio appoggiando la coalizione che faceva capo a Silvio Berlusconi. Dopo il passaggio, nel 2010, a Futuro e Libertà – la formazione guidata da Fini e nata dalla rottura di quest’ultimo con Berlusconi, e la conseguente fuoriuscita dal Pdl – Bongiorno nel 2013 ha provato a diventare governatrice del Lazio, fermandosi però sotto il cinque per cento dei consensi. Alle Politiche dello scorso marzo è stata eletta con la Lega, partito che ha abbracciato di recente, ma a cui – stando ai colleghi siciliani che l’hanno seguita nell’ultimo periodo – si è subito legata, stabilendo un rapporto di fiducia con il leader Matteo Salvini. Bongiorno prenderebbe il posto lasciato da Maria Elena Boschi.
La terza ministra siciliana indicata dal premier incaricato è la pentastellata Giulia Grillo. Di professione medico legale e residente a San Gregorio, nel Catanese, nell’Isola si è avvicinata al movimento di Grillo ben prima della sua nascita. Appassionata di sport, si è distinta come attivista nelle battaglie contro gli inceneritori e la difesa della salute. Come ministra della Salute, ad attenderla ci sarà la questione vaccini, tema su cui il Movimento 5 stelle ha spesso ricevuto parecchie critiche per via di posizioni discutibili soprattutto tra la base. Chi da anni fa politica accanto a lei, assicura che la probabile futura ministra ritiene fondamentale la copertura vaccinale, considerando al contempo altrettanto importante un monitoraggio degli effetti dei trattamenti somministrati. Con una predilezione dell’aspetto informativo e persuasivo rispetto a quello coercitivo. Alle ultime Politiche, Grillo ha avuto la meglio nel collegio uninominale di Acireale per la Camera. In quell’occasione è riuscita a battere la concorrenza di ras del voto locale come il deputato regionale di Sicilia Futura, Nicola D’Agostino, e l’ex parlamentare di Forza Italia Basilio Catanoso. Da ministra della Salute prenderebbe il posto di Beatrice Lorenzin.
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