Un gommone semiaffondato e dieci cadaveri in mare, tutte donne. È la scena che si sarebbe trovata davanti la nave Diciotti della Marina militare italiana. L’ultimo naufragio nelle acque del Mediterraneo, a circa venti miglia dalle coste libiche, si è verificato stamattina.
La centrale operativa di Roma della Guardia costiera ha ricevuto una richiesta di soccorso e ha inviato l’imbarcazione sul posto. Che però non ha fatto in tempo a salvare tutti: secondo le prime ricostruzione, quando è arrivato sul luogo, il gommone era già semiaffondato e molti migranti erano in acqua. Ne sono stati salvati 107, tra cui diverse donne e bambini. Mentre i corpi di dieci donne sono stati recuperati senza vita. Il naufragio potrebbe essere avvenuto a causa delle pessime condizioni meteo: mare forza tre, vento a trenta nodi e onde alte due metri.
La nave Diciotti ha continuato le operazioni di salvataggio, soccorrendo altre 116 persone a bordo di un altro gommone che si trovava poco lontano dal luogo dove è naufragato il gommone. Proprio sulla precarietà di questi gommoni usa e getta, fabbricati in Cina e al centro di un nuovo business dei trafficanti, indagherebbero le Procure di Catania e Palermo.
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