I carabinieri hanno sequestrato beni per circa 500 mila euro a Giovanni Di Salvo, nato a Santa Flavia, nel ’62, arrestato nell’operazione denominata Reset, detenuto e condannato in primo grado a sette anni e due mesi di reclusione. Di Salvo era finito in manette perché ritenuto vicino alla mafia e, in particolare, alla cosca di Bagheria «in qualità di soldato». L’uomo, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe operato in stretto contatto ed alle dirette dipendenze dei capi Giovanni e Pietro Flamia e Giorgio Provenzano e del suo capo famiglia operativo, Giuseppe Di Fiore.
Sigilli sono stati posti all’intero capitale sociale e al relativo complesso di beni aziendali della società denominata Martinpesca S.R.L., con sede a Santa Flavia; ai beni aziendali dell’impresa individuale denominata Francesco Pesca di Di Salvo Francesco, sempre a Santa Flavia; ancora, 49 mila euro già sequestrati dopo l’arresto; quindici rapporti bancari e quattro veicoli.
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