Tra i tanti primati negativi che, purtroppo, la Sicilia registra, c’è anche la mancanza di una legge quadro sul diritto allo studio. Cosa che suona un po’ paradossale, in una terra in cui l’educazione e la formazione sono considerati strumenti indispensabili contro l’illegalità. Ma tant’è. Sappiamo che i nostri politici hanno preferito dedicarsi ad altro, nulla di buona nella maggior parte dei casi.
Un argomento, peraltro, sottaciuto in questa campagna elettorale che è appena iniziata in vista delle regionali di ottobre. A tirarlo fuori è stata la Rete degli studenti medi siciliani, che lancia un appello ai candidati:
“Dopo le disastrose esperienze di Cuffaro e Lombardo ci auguriamo che le prossime elezioni regionali segnino per la Sicilia l’apertura di una nuova fase politica. Dalle macerie lasciate dal governo Lombardo occorre ricostruire la nostra regione.Le gravi condizioni in cui versa oggi la Sicilia devono servire da esortazione a chi governerà e da riferimento per gli elettori che dovranno scegliere affinché si possa verificare un’inversione di marcia”.
Lo dice Leandro Bianco, portavoce della Rete degli Studenti Medi Sicilia, secondo cui un punto di partenza per segnare la svolta nella nostra regione “potrebbe essere un vero investimento sul diritto allo studio, la cui mancanza fin ora ha rappresentato il problema principale della Sicilia, attraverso la realizzazione di una legge quadro regionale sul diritto allo studio visto che la Sicilia è l’unica regione in Italia a non averne una.
Pensiamo infatti che la nostra terra debba ripartire proprio dalla formazione e dalla conoscenza per affermare il valore della legalità, per cambiare il sistema politico mafioso-clientelare e il sistema economico da questo condizionato, affinché possa crescere e dare un futuro ai propri giovani”.
“Per questo- sottolinea- chiediamo con forza una legge regionale sul diritto allo studio, che venga finanziata e che elimini labbandono scolastico, che permetta a tutti gli studenti siciliani di raggiungere il successo formativo”.
La domanda sorge spontanea: esiste un politico veramente interessato a seppellire il sistema mafioso-clientelare di cui parlano gli studenti e che si fonda anche sull’ignoranza lo stato di bisogno dei siciliani?
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