IL MINISTRO DELL’INTERNO, APPROFITTANDO DELL’ENNESIMA ECATOMBE CHE SI E’ CONSUMATA IERI A LARGO DI LAMPEDUSA, STA PROVANDO A SCARICARE SULL’UNIONE EUROPEA UN’OPERAZIONE PRESENTATA COME SOLIDALE, MA CHE IN REALTA’ E STATA ED E’ ANCORA UN GRANDE AFFARE. PERCHE’ BRUXELLES TENTENNA
L’ipocrisia è una brutta bestia. Specie se utilizzata in politica. Specie se ammantata da motivazioni umanitarie. Specie se utilizzata per giustificare atti e fatti che poco hanno a che vedere con la solidarietà e molto, invece, con il business.
E’ inutile che ci prendiamo in giro: anche davanti ai morti di ieri – ennesima tragedia che nel Mediterraneo va in scena ormai da anni – viene molto difficile pensare all’operazione Mare nostrum come a un atto unicamente umanitario.
Il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, ripete giorno e notte che con l’operazione Mare nostrum sono state salvate migliaia di vite umane. Ma non racconta l’altra faccia della medaglia: e cioè tutti gli affari che stanno dietro l’assistenza ai migranti: fatti sui quali il nostro giornale batte da mesi.
Giusto assicurare l’assistenza ai migranti. Sbagliata la fuga in avanti dell’Italia rispetto a un’Unione europea che non ne vuole sapere di seguirci su questa strada.
Guardiamo ai fatti per quelli che sono e non per quelli che dovrebbero essere. I fatti ci dicono che, con l’operazione Mare nostrum, il numero di immigrati arrivati nel nostro Paese è aumentato spaventosamente. Con costi che l’Unione europea sostiene solo in minima parte.
Noi siciliani ne sappiamo qualche cosa, se è vero che, di fatto, i tanti minori non accompagnati arrivati in Sicilia con gli sbarchi da quando ha preso l’avvio l’operazione Mare nostrum sono stati posti a carico dei Comuni dell’Isola (e a carico della Regione, con l’Ars che, nella recente legge di assestamento di Bilancio 2014, ha stanziato quasi 13 milioni di euro per pagare una minima parte delle rette dei minori non accompagnati arrivati con i barconi).
In questo momento – come ha raccontato al nostro giornale il vice presidente dell’ANCI siciliana, Paolo Amenta – i costi dei minori ricoverati nella nostra Isola vengono pagati con i fondi dei Comuni e della Regione. Cioè con le tasse che pagano i cittadini siciliani.
Lo stesso discorso vale per tutti i centri per il ricovero dei migranti sparsi in tutta l’Italia: sono tutti costi, in larga parte, sostenuti dalle tasse comunali dei cittadini italiani, già tartassati da Imu, Tasi, Tari, Irpef, Irap e via continuando.
Ministro Alfano, raccontiamo la verità. L’operazione Mare nostrum è stata concertata a tavolino da lei e da organizzazioni che, non a caso, si stanno facendo i classici ‘bagni’ con l’assistenza ai migrati: Comunione e Liberazione, Lega delle cooperative e altre associazioni.
Avete creato un incredibile business dell’assistenza facendo espandere un settore – il Terzo Settore – che in questo caso non dà sostegno all’economia italiana, ma pesa sulle tasche dei cittadini italiani. Dando a chi gestisce questo grande affare ‘margini’ di guadagno incredibili.
Adesso che avete ‘il porco dentro’ dovete assolutamente chiudere la ‘barracca’. Perché vi rendete conto che gli italiani non possono essere più ‘spremuti’. Così avete fretta di passare la patata bollente all’Unione europea. Magari consentendo ai vostri amici – cioè a chi fino ad oggi ha fatto affari a spese dei migranti ‘assistiti’ e degli ignari italiani – di continuare a lucrare sui fondi comunitari.
A nostro avviso, Ministro Alfano, può già avvertire i suoi ‘amici’ che Bruxelles non si caricherà mai il peso dell’operazione Mare nostrum. Per un paio di motivi.
In primo luogo, perché Bruxelles, a differenza di quanto è stato fatto in Italia, non ha alcuna voglia di spendere una barca di soldi per fare ingrassare i gestori del busuness dei migranti.
In secondo luogo perché, ieri sera, in un lancio dell’Ansa, abbiamo letto che il numero uno della Bce (Banca centrale europea), Mario Draghi, è tornato a chiedere ai Paesi europei di cedere sovranità per fronteggiare la crisi economica dell’Eurozona.
Ministro Alfano: lei crede veramente che l’Unione europea in piena crisi economica, con almeno due guerre in corso (una commerciale con la Russia di Putin e l’altra militare in Iraq), con le decine di ‘missioni di pace’ nelle quali è impelagata trovi altri soldi per garantire non i migranti, ma chi li ‘assiste’?
Sappiamo tutti come funziona l’ ‘assistenza’ ai migrati (nessuno ha dimenticato il video di Lampedusa); sappiamo tutti cosa c’è dietro la richiesta di asilo politico (migranti bloccati nei centri per mesi e mesi prima di avere risposta, con il dubbio, tutt’altro che campato in aria, che questa manfrina serva soltanto a far ingrassare i gestori dei centri).
Adesso, siccome le famiglie e le imprese italiane sono già state ‘spremute’ a dovere, egregio Ministro, lei e i suoi amici vorreste ‘girare’ i costi di quest’operazione all’Unione europea? Pensate veramente di essere così furbi? E pensate veramente che a Bruxelles e a Strasburgo siano così ingenui?
Intanto gli italiani, per i prossimi anni, avranno a carico tutti i migranti che, grazie all’operazione Mare nostrum, avete sistemato non presso strutture pubbliche, ma presso aziende private (le cooperative sono aziende private). Con costi enormi a carico della collettività. E, in particolare, dei Comuni.
Noi ci auguriamo che ci sia almeno una forza politica in grado di gridare ai quattro venti quello che Amenta ha detto al nostro giornale: e cioè che con una parte delle tasse comunali pagate dai cittadini si assisteranno tutti questi migranti.
Lei Ministro Alfano, si è fatto bello in tv con la solidarietà: ma i costi di quest’operazione li avete caricati sui cittadini e sulle imprese, che pagheranno tasse comunali sempre più ‘salate’ per avere servizi peggiori.
Già gli effetti si notano, specie qui in Sicilia. Dove da un Bilancio regionale 2014 già estremamente problematico sono stati tolti, come già ricordato, quasi 13 milioni di euro per pagare un anticipo ai circa 350 centri che ricoverano minori non accompagnati.
E siamo solo all’inizio, Ministro Alfano. Perché i titolari di questi centri, che hanno già presentato decreti ingiuntivi contro i Comuni, attendono, da un lato, l’arrivo dei fondi nazionali (soldi sempre a carico di tutti i Comuni italiani); e, dall’altro lato, si preparano a chiedere gli arretrati del 2013, che non potranno essere pagati con i fondi nazionali dei Comuni. Si tratta, infatti, di soldi che i Comuni siciliani dovranno trovare non abbiamo ancora capito dove, visto che sono quasi tutti in ‘bolletta’.
Queste è l’operazione Mare nostrum vista dalla Sicilia, Ministro Alfano. Con gli ‘sciacalli’ che puntano a drenare soldi a Comuni siciliani in grandissima difficoltà finanziaria.
Facciamo solo tre esempi: Palermo, Catania e Messina, tre Comuni che, sotto il profilo finanziario, vanno avanti per scommessa e che si accingono a massacrare i rispettivi cittadini con Tari e Tasi ai massimi livelli.
Chi è che spiegherà alle famiglie e, soprattutto, le imprese di Palermo, Catania e Messina che i soldi che pagheranno con Tasi e Tari potrebbero servire solo in parte per fornire i servizi ai cittadini e, in parte, per pagare ‘altro’?
Due padiglioni e un'area esterna, per un totale di circa 20mila metri quadrati, e 105…
È la capitale più piovosa d'Europa, una città moderna con un cuore medievale, oltre 2,7milioni…
La procura ha chiesto al gup di Palermo Lorenzo Chiaramonte il rinvio a giudizio dei presunti mandanti…
Una neonata è morta ieri subito dopo il parto nell'ospedale Garibadi-Nesima di Catania. A dare la…
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rende noto che oggi, alla presenza del ministro…
Una dimostrazione davanti a bambini e bambine dell'asilo e della scuola primaria, con colpi di…