Giunta Bianco, sindaco assume quattro deleghe In attesa del mini rimpasto dopo l’addio di Bosco

L’addio di Luigi Bosco alla giunta comunale di Catania, comunicato contestualmente al suo nuovo incarico come assessore regionale, lascia scoperto un ulteriore nervo all’interno del governo della città, quello dei Lavori pubblici. Un ramo strategico per il quale Enzo Bianco e i suoi uomini dovranno trovare un degno sostituto, ferma restando la possibilità che il primo cittadino decida anche questa volta di assumere la carica ad interim, così come già fatto per i Servizi sociali. Anche se, come si vocifera tra i corridoi del municipio, l’arrivederci dell’ingegnere Bosco sarebbe stato un regalo per il sindaco che, in questo modo, avrebbe ben due poltrone disponibili per accontentare le forze politiche che lo sostengono. Non esistendo attualmente più il gruppo consiliare del Megafono, movimento di riferimento dell’ex assessore, potrebbero essere altre le aree a cui fare riferimento, come, per esempio quella di Articolo 4 che nonostante abbia Nuccio Lombardo alle Attività produttive, è rimasta orfana della presidenza dell’Amt, in seguito alle dimissioni di Puccio La Rosa. O, ancora, quella di Sicilia Futura attualmente non rappresentata in giunta. 

Altro grande settore lasciato sostanzialmente senza vertice dall’aprile scorso è quello dei servizi sociali, quando Angelo Villari – già successore dello psichiatra Fiorentino Trojano – ha abbandonato palazzo degli Elefanti in vista di una probabile candidatura all’Assemblea regionale siciliana. Mossa salutata con disappunto sia dalle opposizioni che dalle diverse realtà sociali che dipendono attualmente dal Comune e che, in questi anni, sono in sofferenza per le difficoltà economiche dell’ente. Per colmare questo vuoto Bianco potrebbe iniziare un nuovo ragionamento con l’area Cgil del Partito democratico, casa dello stesso Villari, o pensare ad altri nomi. Tra questi, i rumors vorrebbero come papabili i consiglieri Elisabetta Vanin e Carmelo Sofia, o Emiliano Abramo della comunità di Sant’Egidio che però, come pare, avrebbe gentilmente declinato l’offerta. 

La mancanza di una linea politica organica, dovuta anche al cambio dei vertici, ha costretto i dirigenti a una gestione dell’ordinario che ha fatto incassare all’amministrazione magri risultati, come la delibera sugli asili nido, il progretto Asacom e il regolamento unico arrivato al vaglio del Consiglio. «La mancanza di una persona ben definita alla guida di questo settore è un fatto molto grave – spiega Sebastiano Anastasi, membro della commissione Servizi sociali – Problemi che potrebbero essere risolti in pochissimo tempo diventano insormontabili. L’assessore infatti – spiega ancora il consigliere – fa da collante, da spola tra tutti gli uffici, mentre adesso si è costretti a navigare a vista». Gli unici obiettivi raggiunti, secondo il rappresentante dell’opposizione, sono stati possibili grazie a «finanziamenti regionali, europei e nazionali intercettati da tre funzionari che sono molto bravi a fare il loro lavoro». Per questo motivo Anastasi ha minacciato di occupare l’aula durante la prossima seduta: «È una chiamata alle armi, se nessuno mi segue lo farò da solo».

Ci sono infine alcune deleghe avvolte da un alone di mistero. Si tratta in primo luogo di quella al Turismo, prima di Orazio Licandro e poi passata nelle mani di Enzo Bianco non si sa bene per quale meccanismo e, in secondo luogo, di quella ai Servizi cimiteriali, una volta appartenuta a Saro D’Agata che ha spiegato a MeridioNews: «Io ne avevo troppe, per questo motivo il sindaco ha ritenuto opportuno sgravare un attimo la situazione». 

Mattia S. Gangi

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