Giulio Hulko, una Iena in musica

Faccia rotonda, napoletano, Giulio Golia è uno dei più intraprendenti james bond delle Iene: temuti paladini della giustizia che, occhiale nero sugli occhi e giacca scura, vanno in giro alla ricerca delle verità nascoste. Nel suo repertorio, personaggi come “Totò sputazzo” e il ‘mostruoso’ “Giulio Hulko”, ma anche diversi pezzi di giornalismo d’inchiesta con incursioni in quartieri difficili e interviste “al limite”. Venerdì 29 e Sabato 30 giugno, però, Giulio cambierà pelle e salirà sul palco di Piazza Duomo a Catania per presentare, assieme a Elisabetta Canalis ed Enrico Silvestrin, il Festivalbar 2007. Step1 l’ha intervistato proprio alla vigilia della kermesse estiva.

Giulio, cominciamo col chiederti: ma che cavolo c’azzecchi tu con il FestivalBar?
È quello che ho pensato anche io quando me l’hanno proposto! Infatti sul blog la gente mi ha un po’ massacrato di prese in giro, mi dicevano: “ma non sei un po’ vecchio per Festivalbar?!?”; In tutti i casi non sono certo un tecnico. Mi piace la musica, mi piace ascoltarla, ho fatto il dj per un certo periodo, ma non ho una conoscenza approfondita.

Quale sarà il tuo ruolo sul palco catanese?
In qualche modo quello di mettere in contatto il pubblico con l’evento vero e gli artisti. Insomma far comunicare i fan club, le persone che fanno chilometri per vedere gli artisti del Festival con quello che succede sul palco.

Con Le Iene riuscite a fare delle inchieste importanti, ma pensi che in generale in Italia il giornalismo si sia un po’ appiattito?
Credo proprio di no. Anzi negli ultimi due-tre anni c’è un nuovo motore di giornalismo d’inchiesta davvero importante. Mi riferisco ai servizi di Repubblica, dell’Espresso con Fabrizio Gatti ed altri. Certo molti ci copiano un po’ (ride)… no dai, in realtà gli spunti delle Iene sono stati importanti basi di partenze per molte inchieste, diciamo che spesso siamo quelli che sfondano la porta!

Ci racconti in breve come hai iniziato e come sei arrivato sino a diventare una “iena”?
Ho iniziato a Napoli come animatore e cabarettista. Poi nel ’98 proposi a Davide Parenti – che avevo conosciuto a “La sai l’ultima” e che poi rincontrai a “Scherzi a parte” – il personaggio di Toto Fattazzo detto “sputazzo”. Così entrai a far parte del team delle Iene, un po’ una casa naturale per me vista la mia passione per il giornalismo e per la comicità.

Con le Iene volete convincerci che la tv non è tutta da buttare?
Ma guarda, questo della televisione che è solo trash è un argomento vecchio, ma secondo me assolutamente non vero. I programmi “sfiziosi” ci sono: vedi “Report” della Gabanelli, vedi “Matrix” ed in generale tutti i talk show italiani che sono fatti molto molto bene. E sì poi ci sono le Iene che sono una spanna sopra tutti… eheheh ah! Dimenticavo i film di Totò che spesso passano d’Estate!

Quanto è doloroso per te che sei napoletano vedere la tua città in una delle fasi più critiche della sua storia?
Vivo da un po’ di anni a Roma per motivi di lavoro e quindi è ancora più difficile “stare a guardare”. Purtroppo mi piange il cuore a vederla in quello stato. Secondo me un miglioramento ci potrebbe essere se ci fosse la vera intenzione politica nel farlo. Napoli si sta spopolando, molti miei amici sono andati via, e la cosa assurda è che le forze politiche non si accorgano di questo esodo.

Cosa direbbe Giulio Hulko dell’ultimissimo pasticciaccio della politica legata alle scalate bancarie?
No, Giulio Hulko per ora sta riposando, s’è stressato troppo in questi tre anni e ha perso un po’ la voce a furia di urlare: “E’ mostruooooso!!”

Hai dichiarato che la cosa più imbarazzante nella tua vita è stata la puzzetta fatta sul palco davanti 1500 persone. Non è che ti fai prendere dall’emozione pure a Piazza Duomo a Catania?
Non me ne parlare, che figura di m…! Però vedi la puzzetta non è provocata dall’emozione, ma da quanto mangio. A Catania rischierò se la sera prima dello show vado a mangiare il pesce a Capomulini ed esagero…

Riccardo Marra

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