Giornata nazionale contro le morti sul lavoro «Con la vita delle persone non si scherza»

Sono centinaia i lavoratori giunti da tutta l’isola a Palermo per commemorare la seconda domenica di ottobre, istituzionalizzata come ricorrenza per la giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro dal marzo del 2003. Un nutrito corteo anticipato dal corpo nazionale dei Bersaglieri. Un minuto di silenzio, richiesto dal presidente nazionale dell’Anmil (l’associazione nazionale dei lavoratori mutilati e invalidi), Zoello Forni, poi gli interventi. «Non possiamo accettare passivamente le tragedie – scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel telegramma fatto pervenire agli organizzatori – le istituzioni e la comunità nel suo insieme devono saper reagire con determinazione e responsabilità. Tanto resta da fare per colmare lacune, per contrastare inerzie e illegalità, per sconfiggere opportunismi. L’applicazione e il rispetto delle norme va accompagnata a una concreta attività di vigilanza, cui devono essere assicurate le forze e le risorse necessarie».

«Con il lavoro e la vita delle persone non si può scherzare – afferma il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, nel suo messaggio – gli incidenti sul lavoro e le vittime sono una ferita che dobbiamo sanare nel più breve tempo possibile. Un impegno che richiede il contributo di tutti: politica, sindacati, aziende, associazioni e lavoratori. Su questo argomento non possono e non devono esserci divisioni o differenze politiche: bisogna tendere ad un unico orizzonte comune». Il governo nazionale è rappresentato per l’occasione dalla sottosegretario al Lavoro, Francesca Puglisi, che si è resa portavoce di quelle che dovrebbero essere le possibili strategie messe in atto dall’esecutivo.

«Il governo ha deciso di affrontare con grande risolutezza quest’emergenza – spiega Puglisi – abbiamo istituito un tavolo nazionale di confronto con il ministero del lavoro, il ministero della salute, i sindacati e le organizzazioni. Sappiamo di dovere aggiornare il testo unico sulla sicurezza sul lavoro, dobbiamo contrastare le gare al massimo ribasso e incentivare le aziende virtuose».A portare i saluti del presidente della regione Nello Musumeci, l’assessore regionale all’istruzione e alla formazione Roberto Lagalla che ha voluto ricordare «Uno stato moderno, una comunità avanzata, una generazione che ha fatto dell’innovazione il punto di riferimento costante della sua evoluzione non può permettersi, annualmente, di incrementare il numero delle morti per infortuni sul lavoro: è un controsenso. Si gioca una partita sotterranea fatta di debolezze umane, di incautela, talvolta anche di opportunismo. Ed è su questi temi, immateriali, che occorre porre l’accento».

Tra le tematiche affrontate nella giornata: la necessità di azioni concrete, il perfezionamento delle normative di settore, il potenziamento del sistema ispettivo e sanzionatorio, l’insegnamento e la sensibilizzazione, la tutela e il reinserimento delle vittime nel mondo del lavoro. «Vogliamo richiamare l’attenzione non solo sulla gravità del fenomeno infortunistico, – afferma Antonino Capozzo, presidente regionale Anmil – ma anche sugli interventi che è necessario porre in essere affinché le vittime abbiano la giusta tutela e possano continuare ad essere parte attiva della società nel mondo del lavoro». «Gli strumenti offerti dal collocamento mirato, da soli, non riescono a dare risposte soddisfacenti ai tanti invalidi del lavoro in cerca di occupazione – spiega Capozzo – che continuano a riscontrare molte difficoltà. Spesso queste difficoltà nascono da una concezione distorta del disabile visto da molte aziende non come una risorsa ma come un obbligo da assolvere e, di conseguenza, un costo. Pochi sono i lavoratori con disabilità che riescono oggi a trovare un’occupazione soddisfacente. L’obiettivo è quello di rimuovere gli ostacoli, rendendo il collocamento un’attività meno burocratica e più attenta alle reali esigenze delle parti coinvolte».

Durante la giornata sono state rese note anche le ultime statistiche elaborate dall’ANMIL sui dati INAIL, relative al periodo compreso tra il 1 gennaio e il 31 agosto 2019.« Tra il gennaio e l’agosto di quest’anno gli infortuni sul lavoro denunciati in Sicilia sono stati più di 18mila – afferma il presidente territoriale di Palermo, Rosario Conti – di cui 50 mortali, in aumento rispetto allo scorso anno. Sono numeri gravi che non possiamo ignorare. Così come non possiamo dimenticare che dietro alle statistiche ci sono le storie di coloro che hanno visto la loro vita cambiare, per sempre, a causa di eventi che potevano essere evitati».

«Il numero complessivo delle vittime globalmente considerate nel mezzogiorno e nelle isole è inferiore rispetto a quello del nord – attenziona Lagalla – abbiamo una situazione economico e produttiva che penalizza fortemente l’occupazione nell’isola. La Sicilia limita i numeri in relazione alla povertà della sua capacità imprenditoriale, ma forse per rapporto a questa debolezza i numeri sono anche fin troppo alti».

Nel corso della conferenza sono intervenuti anche la dottoressa Daniela Lupo, vice prefetto e la direttrice territoriale Inail Palermo-Trapani, Diana Artuso. «Già nel 2018 si è registrato un incredibile incremento del numero dei morti sul lavoro – spiega Artuso – interrompendo la serie virtuosa che aveva visto ridurre il numero degli infortuni. Il trend continua a non essere positivo. Si continua a morire, ma con cause di infortunio che sono le medesime di vent’anni fa: si muore per cadute dall’alto, per movimentazione manuale dei carichi. In un paese dove l’innovazione tecnologica dovrebbe essere la bussola che orienta l’azione delle imprese questo è inammissibile».«

Ogni giorno, nel nostro paese, più di tre persone perdono la vita sul lavoro – afferma il presidente nazionale dell’Anmil, Zoello Forni – Non possiamo accettare di continuare ad essere i tristi notai che commentano i numeri della strage. È il momento di passare alle azioni concrete che devono riguardare tutti i vari aspetti dell prevenzione, a partire dalla formazione e dalla diffusione della cultura della sicurezza».

Al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prevenzione e della sicurezza sul posto di lavoro, l’Anmil ha realizzato una campagna multi soggetto, a cura del regista Marco Toscani, che consiste in tre spot dalla durata di 30 secondi ciascuno. La bella addormentata cade da una scala mentre fa le pulizie, Pinocchio è sdraiato su un lettino del pronto soccorso senza le sue gambe di legno. Il capitan uncino deve invece il suo nome ad una protesi: ha perso la mano sul posto di lavoro. «Non raccontiamoci favole – recitano gli spot – sul lavoro non c’è sempre un lieto fine».

In contemporanea ai lavori della Cerimonia civile, l’inaugurazione del restauro, in Via Campolo, del monumento dedicato alle vittime sul lavoro, opera dello scultore Vittorio Gentili. «Siamo qui per celebrare un inno alla vita – afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – quello che occorre è un profondo cambiamento culturale. Il lavoro non è soltanto una prestazione, un accordo: non è possibile scinderlo dalla persona. Vorrei poter dire a chi è morto sul lavoro, ciò che dico a chi è morto per mano della mafia. Vorrei poter dire, un giorno: “missione compiuta! Avete vinto!” ».

Maria Vera Genchi

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