Giornata degli studenti, dal corteo critiche alla riforma Alternanza scuola-lavoro: «Non siamo servi McDonald»

«Non siamo servi del McDonald». È uno dei tanti tormentoni al grido del quale, questa mattina, moltissimi liceali e universitari si sono mobilitati, già dalle 9, raccogliendosi a piazza Politeama per rivendicare il loro diritto a esprimere il dissenso nei confronti dell’attuale governo Renzi e della riforma della Buona scuola. «Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città», è un altro dei cori più ricorrenti con cui si apre il corteo studentesco, organizzato non a caso proprio oggi, giorno in cui si celebra la Giornata internazionale degli studenti per commemorare le giovani vittime e i professori cecoslovacchi che hanno pagato con la vita il fatto di essersi opposti al regime nazista.

«In questa riforma quello che non va fondamentalmente è la situazione di organizzazione dell’alternanza scuolalavoro», spiega a MeridioNews Federico Bellomia, studente dell’istituto industriale Vittorio Emanuele III. «Ci sono istituti che fanno troppe ore di scuola-lavoro, in disaccordo con i programmi da seguire, oppure molto peggio ci sono degli istituti che fanno qualcosa che non è oggettivamente inerente con quello che poi gli studenti vogliono fare in futuro», continua il ragazzo. 

A questo, si aggiunge anche la convinzione da parte degli studenti che lavorare senza ricevere in cambio nessuna retribuzione, neppure minima, non sia qualcosa di propriamente formativo e utile ai fini della loro crescita professionale. «Questo è schiavismo a tutti gli effetti – torna a dire Federico – L’idea tuttavia era partita bene, però servirebbe dare una retribuzione agli studenti, in maniera tale che possano anche autogestirsi e comprarsi i libri. E se non vogliono pagarci, potrebbero almeno dare dei fondi alle scuola per migliorarle, oppure il top sarebbe creare dei progetti di scuola-lavoro che siano effettivamente coerenti con quello per cui stiamo studiando».

E a proposito di lavoro e futuro, fra i cori spicca anche «se sei disoccupato la colpa è del padrone, e non dell’immigrato». Gli studenti, malgrado la rabbia che traspare da alcune precise invettive contro il premier Renzi, mantengono la calma per tutto il tragitto, che si conclude a piazza Indipendenza. La gente lungo la strada si ferma a osservarli, compresi gli studenti del liceo classico Vittorio Emanuele II, che oggi hanno preferito restare fra i banchi di scuola. «Però fanno bene», si sente dire a una signora che si ferma accanto a corteo a porta Nuova. 

A prendere parte al corteo di questa mattina c’erano anche gli studenti dell’istituto nautico Gioeni Trabia, che una volta conclusa la manifestazione hanno deciso di fare dietrofront lungo corso Vittorio Emanuele per tornare a scuola e dichiarare lo stato di occupazione: «Oggi noi studenti del nautico, dopo aver partecipato in massa alla grande giornata di mobilitazione, al termine della stessa abbiamo deciso di proseguire la lotta e incentivarla occupando la nostra scuola e invitando tutte le altre scuole a seguire la nostra linea», fa sapere uno studente dell’istituto, che precisa: «È solo la lotta vera quella che ci può portare a far cadere il governo Renzi e noi manterremo il nostro stato di occupazione fino a quando questo non sarà accaduto».

Silvia Buffa

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