Giornalismo, firme per il co-fondatore de I Siciliani «A Riccardo Orioles il contributo per uomini illustri»

«Vogliamo mandare in pensione Riccardo Orioles». È un giovane giornalista che parla di un collega che, a Catania, del giornalismo ha contribuito a fare la storia. Stavolta, però, non c’è nessun riferimento alla politica della rottamazione. Quando il cronista Luca Salici, 34 anni, ha lanciato la petizione sul portale Change.org si aspettava di avere successo, ma non poteva immaginare che il 26 dicembre sarebbero arrivate oltre 500 sottoscrizioni. La causa è semplice: fare percepire a Orioles, direttore de I Siciliani dopo l’uccisione di Giuseppe Fava per mano della mafia, una pensione da giornalista. Che è il mestiere che Orioles, 67 anni, svolge da tutta la vita. Seppure sempre senza retribuzione fissa, tranne quella guadagnata per quattro anni al settimanale Avvenimenti.

«Riccardo ha cresciuto generazioni e generazioni di giornalisti. Giovani che adesso lavorano in tante redazioni e che hanno cominciato nelle testate alle quali lui ha sempre prestato la sua firma e il suo supporto», racconta Salici. Anche lui cresciuto professionalmente col collega e amico di Pippo Fava. «Lui vive con una pensione minima e ha qualche acciacco dovuto all’età – continua – Ma non chiederebbe mai niente. Così ci abbiamo pensato noi per lui». È iniziato tutto proponendo un pranzo di compleanno, poi le cose si sono evolute in fretta, anche grazie alla rete costruita con I Siciliani giovani, la testata indipendente che Orioles dirige da anni. «Il suo compleanno è il 22 dicembre e così abbiamo tentato di coinvolgere tante persone che con lui hanno lavorato e che gli vogliono bene – prosegue Luca – Da là è diventata sempre più concreta un’idea che abbiamo in tanti, da molto tempo».

Vale a dire chiedere alle istituzioni di intervenire in favore di Riccardo Orioles. «Esiste una cosa che si chiama legge Bacchelli, c’è dai tempi di Craxi – continua – In pratica è la possibilità per cittadini illustri e che versano in condizioni economiche disagiate di accedere a una pensione extra». Ad averne beneficiato, per fare due esempi, sono state l’attrice Alida Valli e la poetessa Alda Merini. Ma sono ormai anni che non viene più attribuita a nessuno. «L’Inpgi, la cassa di previdenza sociale per i giornalisti, ha riconosciuto a Riccardo solo quattro anni di contributi. Noi pensiamo che lui meriti la Bacchelli». 

Riccardo Orioles, dal canto suo, si schernisce: «È una cosa molto bella che tutte queste persone si siano attivate per me, ma ci sono ragazzi che hanno davvero più bisogno». Il suo riferimento è ai molti giovani giornalisti italiani che «hanno difficoltà a tirare a campare: i migliori di loro hanno giusto la possibilità di sopravvivere. Il nostro mestiere sta andando a quel paese, ma poteva anche andare diversamente, si poteva affidare a questi ragazzi il potere di risollevare le sorti della nostra professione». Invece gli spazi si sono chiusi: «Quelle stesse persone che dovrebbero concedermi la Bacchelli sono quelle che hanno costruito le baronie che non permettono ai meritevoli di andare avanti». E se gli dessero il contributo vitalizio? «Sarebbe meraviglioso, io lo distribuirei».

«Lui dice così perché è il suo carattere, lo conosciamo – continua Luca Salici, ridendo – In realtà sappiamo tutti che per lui sarebbe importante, e sarebbe il riconoscimento per il suo lavoro. Certo, non può ripagare di una vita trascorsa a lavorare, ma può aiutare a continuare a formare generazioni di giovani con più serenità». Una risposta, su questo, arriva anche dall’Ordine dei giornalisti. A seguire la vicenda su Facebook sono il presidente nazionale dell’Odg Enzo Iacopino e il suo omologo regionale Riccardo Arena: «L’ordine è pronto a muoversi e a sostenere la causa di Riccardo, anche sollecitando il ricorso alla legge Bacchelli», scrive Arena.

La campagna ha anche un sito di riferimento ed è stata avviata una raccolta fondi su Worth wearing a sostegno del giornalista.

Luisa Santangelo

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