Sei giornali universitari – Inchiostro, La Locomotiva, L’Universo, Acido Politico, Il Macello e Step1 – con le loro difficoltà quotidiane, i diversi metodi di lavoro, le caratteristiche che li accomunano e li differenziano, si sono incontrati venerdì nel corso della tavola rotonda “Giornali universitari per aspiranti giornalisti” organizzata nel corso del Festival internazionale del giornalismo che si sta svolgendo a Perugia. È stato un modo per incontrarsi, conoscersi e proporre la creazione di una rete a livello nazionale che permetta di condividere esperienze e contenuti. Realtà così distanti come quella svizzera e quella perugina (e ancor più quella di Step1) si sono riscoperte non poi così differenti nelle difficoltà quotidiane e, soprattutto, nella passione che ogni giorno spinge a imparare qualcosa di nuovo di questo mestiere.
L’incontro, moderato da Cristina Tagliabue e Luca De Biase di Nòva Il Sole 24 ore, si è aperto con una breve presentazione delle testate invitate:
Inchiostro – mensile di Pavia, era presente con una folta rappresentanza. Il giornale è nato nel 1995 e conta su una ventina di collaboratori stabili di diverse facoltà con una tiratura di 3500 copie. Un giornale che pian piano è diventato d’Ateneo e che, come spiega Alberto Bianchi, si occupa “di qualsiasi argomento: dall’università alla cultura, recensioni, interviste…”
Il Macello – “è il più giovane tra i giornali invitati”, racconta Maria Chiara Perera; edito a Venezia (presso l’università Cà Foscari, facoltà di Economia) ha una tiratura di 2000 copie e si occupa mensilmente di economia ed eventi locali.
Acido Politico – distribuito a Milano, nasce nel 2005 e tratta soprattutto di politica, cultura e società. Nato nella facoltà di Scienze politiche “cerca di realizzare un prodotto, con tutti i limiti del caso con tutti i nemici che ci si crea soprattutto nell’ambito politico” come ad esempio tra la rappresentanza studentesca, spiega Leonard Berberi.
L’Universo – è un periodico distribuito da quattro anni nella Svizzera italiana come supplemento al Corriere del Ticino con una tiratura di 40000 copie. “Ci occupiamo di vari temi, quello che riusciamo a racimolare” in un campus che ancora non si è organizzato del tutto, afferma Debora Carpani.
La Locomotiva – giornale distribuito a Perugia, è il giornale degli studenti dell’Udu locale. Spiega Sirio Pomante: “Ci rivolgiamo agli studenti facendo vedere il lavoro di rappresentanza”. Nato inizialmente come volantino nel ’94, nel tempo si è evoluto come rivista mensile. Riforme, leggi, iniziative e recensioni sono gli argomenti principali trattati dalla redazione.
Una delle questioni senz’altro più spinose è quella dei finanziamenti. Alcuni degli atenei a cui si rivolgono testate come Il Macello o Acido politico sovvenzionano le associazioni studentesche seguendo criteri che il più delle volte non sono per nulla soddisfacenti. In un periodo per nulla facile per l’università italiana, la questione economica è centrale e trovare fondi per tipografie e materiali è essenziale soprattutto per chi non ha degli spazi pubblicitari da mettere a disposizione, cosa possibile solo per i colleghi svizzeri. Il rischio di vedersi dimezzati, o peggio tagliati i già ridotti finanziamenti è reale, come sottolinea Alberto di Inchiostro. La questione della condivisione di tali fondi con altre associazioni studentesche è molto sentita anche a Milano e Venezia che descrivono una realtà nella quale ci si arriva a “scannare per 100 euro in più”, come afferma Maria Chiara da Venezia.
La figura del giovane redattore “tuttofare” è un aspetto nuovo e molto interessante. L’esperienza dei ragazzi di Inchiostro – che si sono occupati per la prima volta della grafica delle loro pagine – o quella di Step1 (che vede i “celebri” turnisti diventare piccoli grafici e web manager) sono realtà che al giorno d’oggi non sono così rare come fino a poco tempo fa, quando un redattore si occupava solo della stesura di un pezzo, senza nemmeno doversi preoccupare del titolo. Imparare a utilizzare strumenti semi-professionali, coordinare decine di collaboratori, avere l’esperienza per poter correggere articoli; tutto questo è una sorta di “palestra” che permette di appropriarsi di strumenti essenziali per una carriera nel campo.
La fine dell’incontro tocca un argomento ovviamente sentito da tutti i giovani presenti nella sala, ossia l’accesso al mestiere di giornalista. Se per qualcuno il sistema di master e scuole di giornalismo è un iter macchinoso e alle volte poco formativo, per De Biase l’esperienza dei giornali universitari e di attività di questo tipo è un valore aggiunto che serve in un curriculum molto di più di una sequela di voti. Contrapposta alla formazione accademica – che è solo teoria – un’altra via è proprio quella intrapresa da queste realtà, come “progetto culturale”. “I curricula che brillano sono quelli che hanno una capacità di dire qualcosa di più sulla persona dietro queste pagine. Abbiamo una società che tende a paracularsi dietro le etichette”. L’essere attivi dunque anche durante il percorso universitario è sinceramente consigliato dal direttore di Nòva Sole 24 ore che, proprio per stimolare la crescita di queste piccole realtà, ha proposto una serie di idee e di progetti per far continuare la collaborazione tra le testate presenti e quelle che in futuro – speriamo – si aggiungano.
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