«Almeno io c’ero! E ho voluto testimoniarlo indossando alla partenza la famosissima apricot t-shirt, la maglietta arancione, con il marchio e la grafica parkrun e la scritta Uditore che rappresenta la Home Run, cioè dove normalmente potete trovarmi al sabato mattina per correre o, più spesso, per fare da volontario». Parole di Giorgio Cambiano, organizzatore e volontario di Parkrun a Palermo che recentemente ha partecipato alla CCC, la Courmayer-Champex-Chamonix, percorrendo 101 chilometri e 6.100 metri di dislivello attorno al Monte Bianco. La gara tocca dunque tre nazioni, Italia, Svizzera e Francia, ed è nata da una costola della UTMB, che invece consta di 170 chilometri e 10mila metri di dislivello. «Non si tratta – continua Cambiano- di una garetta da improvvisare, senza mettere in conto di rischiare seriamente di non portarla a termine». Tanti gli atleti che vi hanno preso parte: dai 568 francesi, ai 126 italiani, dai 101 britannici fino ai sei della Nuova Zelanda, i cinque di Russia e Singapore e i quattro della Norvegia. E non è detto, considerando il successo che parkrun ha in altre nazioni (come il Regno Unito ad esempio), che Cambiano fosse l’unico parkrunner.
Giorgio Cambiano non ha svolto nessun allenamento specifico, partecipando a suo dire un po’ in sovrappeso. «Da qui l’idea di prepararmi mentalmente in pieno spirito parkrun: nessuno stress agonistico ma, piuttosto, godersi il percorso e arrivare alla fine; camminare non è vergogna e, anzi, costituisce la regola per la maggior parte del tragitto; sorridere il più possibile, soprattutto quando ti stanno fotografando, che sei lì per divertirti e nessuno ti ha costretto a partecipare». Altra fortunata coincidenza con il parkrun è l’orario di partenza, le 9,00 del mattino. Anche se la gara si svolge di venerdì e non di sabato come il parkrun. «Mi son goduto ogni minuto della gara, avendo cura di rispettare la tabella di marcia che mi ero imposto».
Alla fine, Cambano ha comunque tagliato il traguardo: «La soddisfazione e la felicità di tagliare il traguardo a Chamonix è stata almeno pari allo stupore di aver resistito bene alle tante sollecitazioni senza accusare eccessiva stanchezza e arrivando tutto sommato in buone condizioni. Evidentemente l’approccio adottato è stato vincente e la mancanza di qualsiasi velleità di classifica mi ha portato semplicemente a terminare la gara sereno e soddisfatto, che era poi quello che volevo». Un ringraziamento da parte sua va anche ai volontari che hanno reso possibile che la gara filasse completamente liscia: «Anche qui, come a parkrun, gli addetti ai ristori, come ai vari ruoli necessari per far funzionare tutta l’organizzazione, sono stati semplicemente perfetti. Disponibili, instancabili e competenti – conclude Cambiano – sono stati gli angeli custodi di noi atleti».
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