Il Palermo ha superato con buoni voti l’esame Inter. I rosanero non hanno conquistato l’intera posta in palio ma l’1-1 maturato al Barbera nell’anticipo serale della nona giornata legittima la «promozione» della compagine di Iachini. Entrambe nel secondo tempo le reti dell’incontro: al gol di Perisic ha risposto un ottimo Gilardino con la marcatura numero 180 in serie A e l’ottava in carriera ai nerazzurri. E proprio l’ex centravanti della Nazionale è stato uno dei grandi protagonisti della formazione rosanero. Un gruppo in netta crescita e, grazie ad una prova convincente, in grado di fermare la corazzata di Mancini a secco di vittorie da quattro giornate e al terzo pareggio consecutivo. L’Inter, prima in classifica per una notte in compagnia della Fiorentina, è una big del campionato e quasi certamente lotterà fino all’ultimo per lo scudetto ma questa sera la copertina spetta ai padroni di casa, trascinati da alcune individualità di spicco: in prima fila Maresca, che a centrocampo ha dettato i tempi della manovra con ordine e lucidità, ma soprattutto Gilardino e Sorrentino. L’attaccante ha suggellato con il gol del pareggio una prestazione brillante, il portiere è stato ancora una volta decisivo con una serie di interventi (da applausi le parate sulle conclusioni di Guarin e Biabiany) che, soprattutto nel finale, hanno salvato il risultato.
Zoom sulla partita: squadra che vince non si cambia. E’ una regola non scritta sulla quale ha fatto affidamento Iachini che, per la prima volta in questo campionato, ha riproposto la stessa formazione della gara precedente. A Bologna, al di là del successo finale, la prestazione dei rosanero non è stata perfetta ma il tecnico ha deciso di confermare l’undici sceso in campo al Dall’Ara per dare continuità ad un certo tipo di percorso e ripartire da qualche certezza in più rispetto alle prime giornate. Equilibrio e stabilità: sono le parole chiave del vocabolario di Iachini, le password per accedere ad un codice applicabile anche al match contro l’Inter. Una sfida diversa da quella contro i felsinei, una gara nella quale al minimo errore puoi essere castigato dato che, di fronte, c’è una «grande» del campionato abituata, peraltro, in questa prima porzione del torneo a vincere le partite con il «minimo sindacale» dando grande prova di cinismo e concretezza.
E il codice ha funzionato. Ad esempio, il fatto che i nerazzurri nel primo tempo non abbiano fatto un tiro in porta dimostra che i rosanero hanno interpretato la partita in modo adeguato e che hanno tenuto testa con grande personalità ad una squadra sulla carta superiore. Il gap tecnico è stato annullato dall’intensità mostrata dai padroni di casa durante il match. I rosa sono sembrati più brillanti rispetto ad un’Inter compassata e prevedibile e nei primi 45 minuti di gioco hanno avuto anche ottime occasioni per passare in vantaggio. In evidenza Vazquez, fermato in due circostanze da Handanovic, e Gilardino con due colpi di testa di poco a lato sui cross prima di Lazaar e poi di Rispoli. Un altro segnale dei progressi, sul piano della manovra, di un Palermo a trazione laterale e impostato per valorizzare i movimenti del terminale offensivo anche attraverso le iniziative degli esterni.
Certamente, nel momento in cui questo terminale offensivo è in grande crescita sul piano della condizione atletica e si chiama Gilardino, uno con il gol nel dna, tutto diventa più semplice. Il numero 11 rosanero è salito in cattedra con una prova maiuscola impreziosita al 21’ della ripresa dal gol dell’1-1 realizzato in mischia con un tap-in dopo il momentaneo vantaggio dei nerazzurri firmato da Perisic, servito dal neo-entrato Biabiany. La rete del bomber piemontese è stato il giusto premio agli sforzi del Palermo che non avrebbe meritato di perdere e che ha lottato con grande ardore agonistico per ottenere un risultato positivo. E la caparbietà con la quale i rosa (in superiorità numerica negli ultimi dieci minuti per l’espulsione di Murillo per somma di ammonizioni) sono riusciti nell’ultimo segmento del match a contenere l’onda d’urto degli uomini di Mancini è un’ulteriore nota di merito da segnare nel «registro» di Iachini.
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