«Resta da capire come faccia un ragazzo di 20 anni a procurarsi così facilmente un candelotto di dinamite», sospira Giovanni Barbagallo, titolare di una tabaccheria in via Don Minzoni, a Giarre, attaccata da almeno tre malviventi nella notte tra il 9 e il 10 dicembre. Per far saltare in aria la cassa del distributore automatico di sigarette, i ladri hanno usato l’esplosivo. «Avranno portato via sì e no duemila euro – aggiunge Barbagallo – ma per me il vero danno è la distruzione del distributore automatico, almeno 20mila euro». Per non parlare della pericolosità del metodo criminale: la dinamite ha spinto a otto metri di distanza la porta blindata della tabaccheria, che pesava 40 chili. «Potevano fare una strage. L’intera comunità del quartiere – afferma Barbagallo – è rimasta impressionata».
Per individuare gli autori del colpo, le forze dell’ordine si affidano adesso alla visione delle telecamere di sorveglianza.
Ma Giovanni Barbagallo, a Giarre, fa anche il consigliere comunale. E martedì scorso ha preso parte ad una seduta straordinaria convocata per affrontare il fenomeno della microcriminalità. Per scoprire, paradossalmente, che in città i crimini di natura predatoria sono in netto calo: rispetto al 2013, nell’ultimo anno i furti sono diminuiti del 54,68 per cento (da 1154 a 523), le rapine sono addirittura calate del 62,5 per cento (da 48 a 18). Nel complesso, in un biennio i delitti contro il patrimonio sono diminuiti dal 46,41 per cento (nel 2013 erano 1838, nel 2015 sono stati 985). Sebbene spesso Giarre venga dipinta come una consolidata piazza di furti d’auto, il numero di autovetture e motocicli rubati è letteralmente crollato di una percentuale pari all’80,47 per cento.
I dati sono forniti dalla compagnia dei carabinieri del centro ionico al sindaco Roberto Bonaccorsi, che poche sere fa li ha snocciolati in Consiglio. Ma allora perché, a furia di resoconti di cronaca e auto in fiamme, la percezione di insicurezza dei cittadini sembra aumentare di giorno in giorno? «C’è una esaltazione della rappresentazione mediatica. Il lavoro delle forze dell’ordine dà i suoi frutti e i numeri lo testimoniano – spiega Bonaccorsi a MeridioNews – ma nessuno ha scritto che i reati sono in forte calo. Ci deve essere una proporzione tra il fatto e il modo con cui viene raccontato, e oggi questa proporzione non c’è». Anche per via di alcuni fatti di cronaca recente. «Ultimamente si sono susseguiti fatti cruenti, che hanno inevitabilmente un impatto nella percezione dell’opinione pubblica, ma ciò non significa che ci sia una frequenza di reati per cui la mia città possa trasformarsi nel Bronx della provincia», conclude Roberto Bonaccorsi.
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