Giardini, il giorno dopo: polemiche su manutenzione «Un botto tremendo, poi il fango ha invaso tutto»

Gaetano, detto Tanino, ha perso tutto. Per la quarta volta. «Ma questa temo che sia l’ultima, per me è difficile riprendere l’attività». Ieri si trovava all’interno del suo caffè letterario in via Umberto, a Giardini Naxos. Pronto ad affrontare un nuovo allagamento, vista l’allerta meteo. Aveva portato gli oggetti di valore al piano superiore, rinforzato l’ingresso con chiusure provvisorie. Cosciente di quanto successo in passato, l’ultima volta sette anni fa, quando l’acqua piovana ha invaso le attività commerciali del comune ionico. Ma non è bastato. «Erano le otto e mezza – racconta Gaetano Consoli, 66 anni – ero dentro, ho sentito un botto tremendo, come una bomba e ho visto un’ondata di acqua e fango invadere il locale». Una delle macchine trascinate dal fiume si è schiantata sulla saracinesca chiusa del caffè letterario, sfondandola. «Fortuna che ero già nelle scale e ho un ingresso sul retro, perché altrimenti ci avrei lasciato le penne».

All’indomani della bomba d’acqua che ha colpito tutta la Sicilia, e in particolare la zona ionica del Messinese, a Giardini Naxos cittadini e operai del Comune sono a lavoro per rimuovere fango e detriti, spostare le decine di auto accatastate una sull’altra e far tornare il paese alla normalità. Sono abituati ad avere a che fare con le piene del torrente San Giovanni, coperto da una strada circa 40 anni fa e da allora origine di ripetuti danni e allagamenti. Ieri il sindaco Nello Lo Turco ha negato che ci sia stata una vera e propria esondazione. «Ma il fango non cade dal cielo – attacca Pino Sturiale, titolare di un bar e di una trattoria in via Umberto – se il sindaco sa da dove sono arrivati tutti questi detriti ce lo dica. La verità è semplice: serve una manutenzione quotidiana di quel torrente, serve svuotare i pozzetti che ieri invece sputavano acqua». Il primo cittadino, però conferma che «il fiume non è uscito lateralmente dagli argini e – aggiunge – è disonesto intellettualmente chi pensa che quanto successo sia causa della mancanza di pulizia, sono caduti 200 millilitri di pioggia in 24 ore». Lo Turco precisa che la manutenzione ordinaria si fa una volta all’anno a settembre. «Eravamo pronti per metà mese ma il nubifragio ci ha anticipato – continua – l’anno scorso a marzo, dopo un’interrogazione di un consigliere comunale, avevamo comunque fatto un piccolo intervento con un bobcat».

Non abbastanza evidentemente. Ieri davanti al locale di Sturiale un pullman pieno di persone è rimasto bloccato per ore. «Fortunatamente non è successo nulla e, anzi, ha frenato l’impeto dell’acqua. Noi ci siamo chiusi dentro, a poco a poco l’acqua è arrivata all’altezza della cinta, ma nella sfortuna non ci è andata malissimo: riapriremo domani». A differenza del caffè letterario del signor Consoli. «Ho già comunicato la sospensione dell’attività a tempo indeterminato – spiega – i danni stavolta non sono solo alle cose, ma strutturali. Sono sconfortato, giù la situazione economica non era buona, così siamo proprio in ginocchio». L’uomo punta il dito contro «la mancanza di manutenzione ordinaria, ma serve anche un intervento strutturale sul torrente. Altrimenti – conclude – questa non sarà l’ultima volta».

Lo scorso agosto l’amministrazione comunale ha presentato alla Regione un progetto, dal valore di 800mila euro, per la messa in sicurezza dell’intero bacino fluviale. «Si tratta di realizzare un’ampia vasca a monte dove depositare inerti e pietre – spiega il sindaco – svuotandola due volte all’anno si risolverebbe il problema, speriamo di farcelo finanziare a breve, faremo pressioni a Palermo». Intanto per i cittadini colpiti si profila un’esenzione delle tasse comunali. «Lunedì con una determina di giunta chiederemo lo stato di calamità – conclude Lo Turco – se ci verrà riconosciuto ci potranno essere anche ulteriori risarcimenti».

Salvo Catalano

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