E durissimo Gianfranco Miccichè, sottosegretario del Governo Letta, con Giuseppe Castiglione, sottosegretario anche lui dello stesso Governo, pronto a salutare Berlusconi e a passare, armi e bagagli, nel centrosinistra, se si dovesse aprire la crisi di Governo.
Di questo e di altro si saprà di più domani, quando Berlusconi diffonderà il proprio messaggio. In questo clima di incertezza Castiglione ha già annunciato il salto della quaglia. Con un bel paracadute, perché se il Pdl dovesse sfiduciarlo resterebbe sottosegretario con i suoi nuovi alleati del centrosinistra.
Insomma, siamo al valzer del trasformismo politico, rimproverato a Berlusconi quando, nel 2008, si accaparrava parlamentari per far cadere il Governo Prodi e, adesso, di nuovo in auge per tenere in piedi il Governo Letta-Bilderberg.
Miccichè, in ogni caso, arriva un po in ritardo. Perché il gruppo di Giuseppe Firrarello – suocero di Castiglione e leader di questa famiglia politica di ex democristiani andreottiani in salsa catanese – il fosso lha saltato già da un pezzo.
Lestate dello scorso anno, infatti, Firrarello, anche se in modo discreto, cioè sottobanco, lungi dal far votare per Nello Musumeci alle elezioni regionali, si è schierato in modo felpato con Rosario Crocetta, complice lUdc di Giampiero DAlia, che ha garantito la giravolta trasformista di Firrarello con un bellassessorato regionale.
Anche su questo, a dir la verità, anche Miccichè ha poco da recriminare, perché anche lui, lestate del 2012, si è addirittura candidato alla presidenza della Regione insieme con lex presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Anche questultimo, sottobanco, appoggiava Crocetta, mentre Miccichè nella prima fase della campagna elettorale di certo, nelle ultime battute non lo sappiamo – era convinto di essere un candidato vero e non un candidato messo in lista per far perdere Musumeci.
Ancora oggi – lo giuriamo – non abbiamo capito se Miccichè era d’accordo con Lombardo e con Crocetta o se è stato ‘usato’. Forse potrebbe spiegarcelo lui in un’intervista.
Oggi, dal suo blog, Miccichè non fa sconti a nessuno. “Qualche giorno fa – scrive il sottosegretario, che è sempre rimasto fedele a Berlusconi – mi è stato comunicato di essere stato citato in giudizio dal senatore Firrarello per delle mie affermazioni diffamatorie nei suoi confronti. Mi dispiace perché con Firrarello ho sempre avuto un buon rapporto e, se davvero lo avessi offeso, sarei stato pronto alle scuse, come si fa normalmente con i propri amici quando si litiga. Poco male, mi difenderò nelle sedi opportune”.
Micciche pensava di essere amico di Firrarello e, adesso, scopre che Firrarello non era amico suo? In effetti – e qui è testimone proprio il nostro giornale – Firrarello è stato tra i primi, nellestate del 2012, a sbarrare la strada Miccichè candidato alla presidenza della Regione di tutto il centrodestra siciliano. Un no che lo stesso Firrarello ha spiegato con dovizia di particolari in unintervista al nostro giornale.
“Ma oggi – continua il post del suo blog – sorrido al pensiero che il genero di questo senatore, a sua volta braccio destro in Sicilia di Angelino Alfano e attualmente Sottosegretario, Giuseppe Castiglione, sia finito sulle prime pagine dei giornali e sui tg nazionali per un fuori-onda mostruosamente imbarazzante. Anzi, doppiamente imbarazzante. Perché si afferma, con candida strafottenza, che un Sottosegretario, braccino destro di un Vice Premier, è pronto a vendersi e sostenere un Governo composto da una maggioranza diversa, contro la volontà dello stesso Silvio Berlusconi. Perché smaschera le vere intenzioni del suo puparo, Alfano, pronto a pugnalare un Berlusconi in difficoltà pur di preservare la sua poltrona e i suoi privilegi”.
Come si può notare, in questo passaggio lattacco al Ministro degli Interni, Alfano, è pesantissimo. In pratica, Miccichè accusa il Vice Premier di lavorare contro Berlusconi. E’ solo la vecchia ruggine tra i due, o Miccichè sa qualcosa che noi non sappiamo: per esempio, qualche operazione in corso sul Partito popolare europeo che sarebbe in oggettiva contrapposizione con il rilancio di Forza Italia che domani Berlusconi dovrebbe ribadire nel suo messaggio agl’italiani?
“Già da alcuni anni – continua Miccichè nel post – sostengo che Castiglione è un tipico traditore e per questo fui costretto a lasciare il partito. Oggi si scopre quella verità triste e immonda. Il mio non può che essere quindi un sorriso amaro: perché gli stessi che ieri accusavano Daniela Santanché di voler spaccare il partito, sono quelli che oggi restano muti di fronte allo svelamento del trasformismo politico, del calcolo personalistico e dellopportunismo.
Le critiche di ieri – conclude Miccichè nel post – di Daniela Santanché, quelle critiche dure ma costruttive, rivolte proprio al Pdl degli Alfano, dei Castiglione e dei Firrarello, i primi responsabili del fallimento del Pdl, mi fanno sperare che sia infine giunto il momento di tornare al futuro”.
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