Con 1225 voti il professore di Economia Giacomo Pignataro è stato eletto magnifico rettore dellUniversità degli studi di Catania per i prossimi sei anni. Calorosi e ripetuti applausi hanno accompagnato la sua nomina da parte del decano dAteneo, Mario Marino, ieri sera, come il suo arrivo in rettorato poco dopo avere raggiunto il quorum necessario e il suo breve discorso finale. «Sono contento di essere diventato rettore della mia università», ha dichiarato subito. La sua vittoria non la considera soltanto personale. «Un bel risultato che mi auguravo e che mi fa piacere – ha detto a CTzen il professore – che non solo premia me, ma l’intenzione di coesione nel nostro Ateneo che è un valore aggiunto». Per questo ne sente «il peso e la responsabilità».
Per potersi insediare, però, dovrà aspettare la fine del mandato del magnifico uscente, Antonino Recca, ovvero il primo novembre. Il docente, infatti, non è riuscito a conquistare la poltrona auspicata al Senato della Repubblica, eventualità che lavrebbe costretto alla rinuncia al titolo accademico, e quindi rimarrà in carica fino a scadenza naturale del suo mandato. Recca si è già detto disponibile a collaborare con il suo successore, proposta in qualche modo accettata da Giacomo Pignataro che – nonostante abbia contrastato loperato dellamministrazione uscente in questi anni – quando gli chiediamo se accetterà la collaborazione o preferisce rompere col passato risponde sicuro: «Non c’è nulla da troncare. Recca è il rettore fino al 31 ottobre e quindi è nel pieno delle sue funzioni».
Una nomina aspettata dato il dietrofront degli altri candidati all’indomani della prima tornata elettorale dello scorso giovedì in cui non è stato raggiunto il quorum richiesto di 847 voti. Un po commosso il discorso del nuovo rettore, con un momento di ringraziamento a tutti coloro che lhanno sostenuto, anche chi non cè più. Una dedica speciale l’ha riservata ai genitori e alla moglie, ma anche al suo maestro, l’ex decano Emilio Giardina. Il docente di Economia ha ricordato poi alcuni punti del suo programma in cui occupano un posto di rilievo il merito, il volere decisioni comuni per cui sono fondamentali «la discussione e il coinvolgimento diretto», la scelta di «regole chiare esplicite, certe e uniformi, senza nessuno spazio a forme di autoritarismo», e la revisione dello statuto in unottica più pluralista.
[Foto dell’ufficio stampa dell’Università di Catania]
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