Gestione dei beni culturali/ Roma vara una riforma: e la Sicilia?

LE SOPRINTENDENZE DELLO STATO NON GESTIRANNO PIU’ LA FRUIZIONE MUSEALE. ALLA GUIDA DEI MUSEI POTRANNO ANDARE ESPERTI INTERNAZIONALI DI CULTURA E MANAGEMENT. CI SARA’ UNA DIREZIONE NAZIONALE PER I MUSEI CHE STABILIRA’ TARIFFE, ORARI E SERVIZI. VERRANNO CREATI I POLI MUSEALI PER GARANTIRE UN COLLEGAMENTO IN RETE TRA MUSEI PUBBLICI E PRIVATI. SECONDO IL MINISTRO FRANCESCHINI, QUESTO SCOSSONE DOVA’ GARANTIRE UN AVVICENDAMENTO NELLA VITA PIGRA DEI MUSEI ITALIANI

di Claudio Paterna

Il settore artistico sarà accorpato a quello architettonico e paesaggistico in una Soprintendenza mista, tale da garantire il collegamento tra musei e territorio. Il mecenatismo culturale e gli sponsor saranno sollecitati con sgravi fiscali consistenti.

Finalmente verrà ridiscussa la riduzione delle ore di Storia dell’arte nelle scuole e si stabiliranno appositi protocolli di formazione insegnanti-studenti-musei che permetteranno di svolgere attività didattica direttamente nelle varie tipologie di museo, scientifici o umanistiche che siano!

Sull’ultimo numero del Giornale dell’arte Salvatore Settis torna sul ruolo e il valore dei Musei da concepire non come luogo di business economico, ma come luogo identitario, dove le collezioni vengono continuamente irrorate dalle conoscenze scientifiche acquisite nel territorio.

E’ una puntuale riflessione che rafforza i tentativi di dar più valore al museo quale “avamposto” culturale nel territorio.

Quanto di questo spirito innovatore giungerà in Sicilia?

Ben poco. L’Ars opporrà la legge regionale 80/77 per ribadire presuntuosamente che NOI SIAMO Più AVANTI NEL SETTORE DEI BENI CULTURALI, perché ABBIAMO LA GESTIONE DIRETTA!

Ma di quale gestione diretta si tratta? Quella dove sono i deputati dell’Ars a decidere – secondo le loro logiche clientelari – chi siano soprintendenti e i direttori di musei? Sì, è vero, la legge 80 prevede l’autonomia dei musei, ma solo pochissimi hanno giuridicamente questa fortuna.

Di fatto, dipendono per i finanziamenti d’esercizio dal calderone regionale anziché dagli incassi delle biglietterie! Dipendono dalle disponibilità finanziarie della Regione per i turni di custodia e per le pulizie dei locali: dipendono sempre dalle disponibilità assessoriali per l’acquisto e il miglioramento delle collezioni!

Allora di che autonomia parliamo? La fruizione museale può essere normata solo per una decina di musei? Esistono in Sicilia almeno un centinaio di musei, antiquaria e siti archeologico-monumentali che aspettano un dirigente e una gestione autonoma che li valorizzino.

Ad esempio: la Zisa, la Cuba, San Giovanni degli Eremiti, il Chiostro di Monreale solo nel circondario di Palermo; il Teatro Greco di Taormina, quello di Palazzolo Acreide, di Heloro, di Eraclea, ecc. Per non parlare del necessario rapporto in rete (polo) con i musei privati.

Redazione

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