Commemorazione di Paolo Borsellino, fischiata Rosi Bindi, abbracci per Massimo Cincimino

ANCHE OGGI LO STATO ITALIANO HA CERCATO DI METTERE IL ‘CAPPELLO’ SUL GIORNO DEL RICORDO. SPEDENDO A PALERMO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA. OPERAZIONE ‘SGAMATA’. LO SVARIONE DEL TG 5

Anche se un po’ in sordina, le ‘autorità’ italiane sono tutto sommato riuscite a mettere il ‘cappello’ sulle celebrazioni per il 22esimo anniversario della strage di Stato Capaci, nella quale persero la vita il giudice Paolo Borsellino, il capo scorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Sul Tg 5 delle 13,00, oggi, abbiamo ascoltato un mezzo scivolone: in un servizio di pochi secondi abbiamo appreso che “il Presidente della Repubblica, Napolitano, ha inviato un messaggio al fratello di Borsellino, Manfredi”.

Che l’attuale capo dello Stato inviasse un messaggio al fratello di Paolo Borsellino ci sembrava molto difficile: infatti Manfredi è il figlio del giudice assassinato e non il fratello. Stasera il Tg 5 correggerà?

Lo Stato, comunque, ci prova, come già accennato, a mettere il ‘cappello’ sulla manifestazione.

Dopo – supponiamo – un vertice, lo ‘Stato’ italiano ha deciso di spedire a Palermo la presidente della Commissione Antimafia nazionale, Rosi Bindi, grande conoscitrice dell’argomento mafia.

Inviando a Palermo una personalità politica che non ha nulla a che spartire con gli intrighi che vanno venendo fuori nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia – e Rosi Bindi, in effetti, con queste storia tutt’altro che edificanti non c’entra proprio nulla – i ‘banditi’ di Roma pensavano di essersi messo il ferro dietro la porta…

Invece anche per Rosi Bindi è arrivata una morigerata, ma sincera razione di fischi. Il gruppo delle Agende Rosse ha fatto chiaramente capire di non gradire il tentativo di certi organi dello Stato di mescolare le carte come si fa con altre commemorazioni dove tutto si fonde e nulla si distingue…

Insomma, anche nel giorno della commemorazione di Borsellino è bene che i due Stati si mantengano distinti e distanti: da una parte lo Stato di Paolo Borsellino, che provava a ostacolare la trattativa con la mafia; dall’altra parte lo Stato che trattava con la mafia.

Sotto questo profilo, importante è stata, invece, la presenza di Massimo Ciancimino, il figlio di Vito Ciancimino che, con le sue rivelazioni, sta facendo tremare quei potenti – in parte ancora in vita – che 22 anni fa trattavano con la mafia.

Importante, sempre sotto questo profilo, l’abbraccio tra Massimo Ciancimino e Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo Borsellino. Il segno che, nonostante tutto, nonostante i ripetuti tentativi di mettere la sordina al processo sulla trattativa tra Stato e mafia, lo stesso processo va avanti.

Alla faccia dei ‘banditi’ – in parte ancora oggi in vita – che dovrebbero avere almeno la decenza di tacere nel giorno in cui si commemora la strage di via D’Amelio.

da segnalare la dichiarazione di Nello Musumeci, parlamentare regionale e presidente dell’Antimafia di Sala d’Ercole:

“Ancora oggi, a 22 anni dalla strage di Via D’Amelio, le ombre che attorniano le vicende del sacrificio dei giudici Falcone e Borsellino sono tante. É più che mai necessario per la Sicilia, che i poteri dello Stato accelerino senza tregua nella ricerca di quella verità che tutti noi siciliani aspettiamo. E’ quanto lo Stato deve alle loro famiglie e a tutti i cittadini onesti”.

Foto tratta da ilmessaggero.it

Redazione

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