Assegnare la gestione degli impianti sportivi comunali alle società tramite bando pubblico, in modo che siano direttamente loro a farsi carico delle spese di manutenzione ordinaria: pulizia, custodia e utenze. Queste ultime però, sarebbero a carico della società solo per il 36 per cento del totale. La parte restante, infatti, al pari della manutenzione straordinaria, spetterebbe al Comune. Una prassi in quasi in tutto il territorio nazionale, una novità per Catania.
Sono queste le principali modifiche allattuale regolamento per la concessione degli impianti sportivi comunali che lamministrazione catanese presenterà il prossimo lunedì allapposita commissione consiliare per poi passare al vaglio del consiglio comunale. «Stiamo cercando di fare delle migliorie per permettere alle società sia di avere una maggiore sicurezza nella gestione degli impianti, che verranno dati in concessione anche per nove anni, sia di potere programmare una sorta di piano economico per il bene della società sportiva», afferma Fabio Pagliara, consulente allo sport del sindaco Enzo Bianco.
Attualmente, infatti, il comune etneo non riesce a fare fronte a quasi nessuna delle spese necessarie. Le società sono quindi di fatto costrette a sobbarcarsi da sole i costi della manutenzione ordinaria e straordinaria, pena la chiusura delle strutture. Prassi atipica che ha portato il Comune a essere citato in un contenzioso. «Una situazione anomala» la definisce Pagliara, «qualcosa di inaccettabile per ogni società che speriamo con il voto del consiglio di modificare». Con lintroduzione del nuovo regolamento cambierebbe anche la concezione alla base della concessione degli impianti sportivi. «Non dobbiamo più considerare quanti soldi possiamo ricavare da un impianto, ma dobbiamo riconoscere un reddito sociale, perché sono soprattutto le piccole società, che spesso lavorano nelle periferie, a dare una grande contributo in termini di sport a moltissimi ragazzi», continua il consulente allo sport del sindaco. In tal senso, dunque, «sono incentivate e favorite le società con una vocazione sociale, perché è questo che vogliamo: territorialità e socialità».
Tra queste rientra di certo la squadra dei Briganti rugby che si allena al pala San Teodoro, nel campo che da soli hanno ripristinato. La situazione qui, però, è un po diversa perché la struttura non è di responsabilità dellassessore allo sport, ma di quello al patrimonio Giuseppe Girlardo. «Insieme stiamo cercando una soluzione per superare i problemi burocratici e poterlo dare in gestione alla squadra spiega Pagliara . Hanno anche presentato un progetto che non esito a definire bellissimo per attività e finalità, e hanno una grande vocazione sociale per tutti i bambini di Librino».
Altra storia, invece per lo stadio Angelo Massimino a Cibali, affittato al Calcio Catania ad una tariffa giornaliera di quasi 11mila euro. «Per questo è necessario un bando a parte, visto che non si tratta di concederlo a piccole società con scopi sociali», spiega ancora Pagliara. Non solo. La squadra di calcio etnea nella massima serie, «a causa dellattuale situazione che obbliga le società a occuparsi della manutenzione straordinaria, – aggiunge Fabio Pagliara – ha impugnato il bando davanti al tribunale. Anche per questo vogliamo modificare tutto», conclude.
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