Gesip: troppo facile licenziare

Dieci giorni fa, o giù di lì, questo giornale ha lanciato l’allarme sulla questione Gesip. E’ una delle società, create dalla politica – dalla politica di Palermo e da quella regionale, di maggioranza e di opposizione – dove hanno trovato posto i precari storici del capoluogo siciliano. Quelli creati dalle amministrazioni comunali guidate da Leoluca Orlando tra il 1993 e il 2000. Tant’è vero che la Gesip vede la luce nel 2001, quando il Comune è gestito dal commissario straordinario, professor Guglielmo Serio.
Già dieci giorni fa abbiamo scritto che il Comune di Palermo è, di fatto, in dissesto finanziario. Ora sentiamo dire che l’attuale commissario straordinario, per evitare il dissesto, vorrebbe cominciare proprio dalla Gesip. Magari licenziando gli oltre mille e 800 lavoratori. La cosa ci lascia basiti. . E a quanto pare ha lasciato basito anche il commissario liquidatore della Gesip, Massimo Primavera che è dimesso dall’ incarico). La dottoressa Luisa Latella, che nella vita fa il Prefetto, pensa di risolvere un problema così grave – e con un impatto sociale così forte – facendo pagare il conto a mille e 800 famiglie? Assurdo. Non ci crediamo.
Non sappiamo se sia veramente questa la volontà del Prefetto Latella. Se la sua volontà è questa, però, diciamo subito che il provvedimento ci sembra folle. Non si possono gettare in mezzo alla strade mille e 800 famiglie dopo quindici-vent’anni. E poi con chi avrebbe concordato il commissario straordinario di Palermo un provvedimento del genere? Con il governo regionale retto da Raffaele Lombardo? Il governo regionale è d’accordo sul licenziamento dei lavoratori della Gesip? Sarebbe importante che Lombardo facesse chiarezza – e in tempi brevi – su questa vicenda.
In ogni caso, è bene che i lavoratori della Gesip sappiano che la responsabilità politica di tutto quello che sta succedendo si divide equamente tra il Prefetto Latella – che a nostro avviso dovrebbe proporre la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune invec di cercare ‘vittime sacrificali – e del governo della Regione. E poiché siamo in campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco, è bene che i candidati alla poltrona di primo cittadino vengano allo scoprto e prendano una posizione chiara su questa vicenda.
Ci chiediamo e chiediamo: perché a pagare dovrebbero essere solo i lavoratori della Gesip? A noi risulta – e lo abbiamo già scritto un sacco di volte – che nel 2001 i dipendenti del Comune erano 10 mila. Oggi, mettendoci dentro tutti i precari stabilizzati, i dipendenti del Comune sono 19 mila.
Di più: chiediamo e chiediamo: quanti sono – tra i vecchi dipendenti del Comune di Palermo (quelli che nel 2001 erano circa 10 mila) – quelli entrati con regolare concorso pubblico? Lo chiediamo perché noi, avendo un po’ di memoria storica, ricordiamo il ‘mitico ‘Dl 24’ (seconda metà degli anni ‘80) e gli altri precari transitati nei Comuni siciliani – e quindi anche negli uffici del Comune di Palermo – con ‘sanatorie’ varie, tra ‘tecnici delle sanatorie edilizie’ e altre diavolerie varie.
Perché mandare a casa i lavoratori della Gesip e lasciare al loro posto tutti quelli che sono diventati dipendenti del Comune di Palermo senza un regolare concorso pubblico? Solo perché quelli della Gesip sono precari più recenti? E che razza di criterio giuridico è mai questo?

Foto tratta da mobilitapalermo.org

 

 

Giulio Ambrosetti

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