Gesip, la società c’è ancora e i lavoratori pure

Scrive il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “Con i tre decreti di protezione civile, l’ultimo durante l’Amministrazione del Commissario Latella, è stata decisa in modo irrevocabile la cessazione di tutte le attività della Gesip. Quei provvedimenti hanno deciso la fine della società ma non hanno individuato alcuna soluzione per garantire i lavoratori né per dare servizi alla città e ai cittadini. Quei decreti sono stati la conseguenza della decisione politica della precedente Amministrazione, che ha tolto la Gesip e i suoi servizi dal bilancio comunale, condannando la società ad una lenta agonia”.

Il Sindaco dice la verità. Ma, aggiungiamo noi, c’è un altro elemento che va sottolineato: la Gesip, nel 2001, è stata creata per stabilizzare gli ex Lavoratori socialmente utili (Lsu). In applicazione di una legge dello Stato. La Gesip, insomma, è una società pubblica dove sono stati stabilizzati, nella stragrande maggioranza dei casi, ex Lavoratori socialmente utili.

Cosa vogliamo dire? Semplice: che chi è stato stabilizzato in una società pubblica (nel caso della Gesip, si tratta di una società partecipata dal Comune di Palermo), e quindi vanta un contratto a tempo indeterminato, non potrebbe essere licenziato. E’ per questo che, qualche tempo fa, il Tribunale ha respinto il fallimento della Gesip? Perché una società pubblica non può essere dichiarata fallita?

Lasciamo ai giuristi queste interpretazioni. A noi, in questa fase, interesse precisare – lo hanno fatto notare gli stessi lavoratori della Gesip, che ringraziamo – che la società esiste ancora. E se esiste la società, esistono anche i dipendenti che in questa società sono stati stabilizzati in base a una legge dello Stato.

Le conseguenze di queste semplici considerazioni le lasciamo, lo ripetiamo, ai giuristi, visto che noi, nella vita, facciamo i giornalisti. Però, da giornalisti, non possiamo non registrare fatti concreti: e di concreto, in questa storia della Gesip ancora tutta da chiarire, c’è che la società esiste ancora, non è stata dichiarata fallita e ci sono dipendenti assunti in base a una legge dello Stato.        

Il Sindaco Orlando dice che “oggi tutta la città ha capito quanto i servizi resi dai lavoratori Gesip fossero e siano ancora necessari e importanti. Oggi tutta la città ha capito che l’Azienda Gesip era un carrozzone burocratico mangiasoldi che andava chiuso ma che i suoi servizi vanno garantiti, garantendo anche il reddito dei lavoratori”.

Qui non concordiamo con il Sindaco, perché, a nostro avviso, la Gesip non è “chiusa”, perché non è stata ancora liquidata. 

“In questi mesi, a partire da subito, dopo l’insediamento della nuova Amministrazione, ci siamo attivati per ottenere questi due risultati: trovare una soluzione stabile e duratura per il lavoro e garantire alla città i servizi essenziali di cui ha bisogno. È stato ed è un impegno che coinvolge tutte le Istituzioni che possono contribuire a risolvere la situazione: il Comune ovviamente, la Regione, il Governo nazionale, oltre l’INPS che ha dato disponibilità a contribuire”.

“Anche tutti i sindacati, con l’accordo siglato giorno 11, hanno mostrato di aver compreso la necessità di un fronte comune per il lavoro”.

Anche su quest punto dissentiamo con il Sindaco: perché, proprio di recente, alcune sigle sindacali hanno siglato un accordo con la Regione escludendo le società pubbliche dalla possibilità di utilizzare gli ammortizzatori sociali, ovvero la Cassa integrazione.

Dunque, non c’è “un fronte comune per il lavoro”, perché alcune organizzazioni sindacali, con una decisione non  tecnica, ma politica, hanno escluso i lavoratori della Gesip dalla possibilità di percepire la Cassa integrazione.

“Grazie a questo impegno di tutti – prosegue Orlando – abbiamo individuato finalmente gli strumenti che, dalle prossime settimane, permetteranno di ritornare al lavoro ed avere il reddito commisurato al lavoro svolto, permetteranno alla città di avere i servizi. Abbiamo rimesso in moto un percorso di dignità e certezza dei diritti. Martedì prossimo, in un incontro col Ministro del Lavoro e i vertici dell’INPS, insieme con la Regione illustreremo il nostro piano e subito dopo incontreremo nuovamente i sindacati per passare definitivamente al programma di ripresa del lavoro”.

Noi ci permettiamo di rispolverare una proposta lanciata qualche mese fa da Nadia Spallitta, vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo: evitare di continuare a far pagare l’Iva a tutte le società del Comune.

Detto in parole semplici, tutte le società del Comune di Palermo dovrebbero chiedere una deroga per non pagare l’Iva. Trattandosi di società pubbliche non dovrebbe essere difficile. E’ paradossale pensare che, anche per lavori semplici, il Comune continui a pagare l’Iva.

Mettendo insieme tutte le società del Comune di Palermo, l’amministrazione, non pagando l’Iva, risparmierebbe circa 60 milioni di euro. Soldi che potrebbero essere impiegati per pagare i lavoratori. Questo, a nostro avviso, potrebbe dare al Comune altra liquidità.

 

Redazione

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