Gela, preoccupano le antenne della telefonia «Il Comune le sposti lontano dai siti sensibili»

Non di sola Eni ci si può ammalare a Gela. Almeno secondo l’avvocato Luigi Fontanella, che ha intentato una serie di procedimenti contro il cane a sei zampe. In una lettera indirizzata al sindaco di Gela Domenico Messinese e alla presidente della commissione Ambiente e Sanità, la consigliera Virginia Farruggia, in veste di privato cittadino il legale solleva il problema dell’inquinamento elettromagnetico. «Nel raggio di 500 metri dalla centralissima Piazza Umberto I – scrive Fontanella – insistono numerose antenne per la radiotelefonia mobile e correlative stazioni radio-base funzionanti e come tali fonte di onde elettromagnetiche, potenzialmente nocive per la salute pubblica. Trattasi, peraltro, di strutture poste a distanza minimale da scuole dell’infanzia, materne, elementari e superiori e, comunque, in quartieri dall’elevato carico urbanistico». 

Come insegna la lunga vicenda del Muos, però, sugli effetti dell’esposizione ai campi elettromagnetici il dibattito scientifico è ancora aperto. Anche se c’è chi ne subisce le conseguenze ogni giorno, in campagna come in città. Fontanella è consapevole di ciò e, come gli attivisti No Muos, si appella al principio di precauzione sancito a livello europeo. Secondo il legale «il Comune di Gela dovrebbe attivarsi per la creazione di un piano territoriale della telefonia mobile» e «per l’istituzione di un registro cittadino delle antenne e di un osservatorio di settore sull’inquinamento elettromagnetico», per «porre maggiore attenzione sia alla minimizzazione dell’esposizione dei cittadini ai campi elettromagnetici sia alla tutela dell’ambiente e del territorio». 

Ogni primo cittadino, infatti, rappresenta anche l’autorità sanitaria locale e quindi per l’avvocato gelese il sindaco Messinese «ha il preciso dovere di valutare l’esercizio del potere sindacale di emanare ordinanze contingibili e urgenti», così come previsto dal Testo unico sull’ordinamento degli enti locali. Un carattere di urgenza che sfocia nella richiesta di «un nuovo riposizionamento delle antenne e stazioni radio-base presenti sul territorio in siti più idonei». Sia Messinese che Farruggia si sono dimostrati attenti alla tematica, partecipando ad esempio spesso e volentieri alle manifestazioni No Muos. Vero è che, pur parlando in ogni caso di onde elettromagnetiche, il collegamento può apparire un po’ forzato perché le fonti delle emanazioni sono molto diverse. Ma in ogni caso, se le richieste di Fontanella venissero accolte, sarebbe comunque un caso che potrebbe fare scuola per altri Comuni siciliani. Il legale sembra non fermarsi alla semplice segnalazione e, in coda alla missiva, si riserva «ogni più opportuna presso la competente autorità giudiziaria».

Andrea Turco

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