Gela, crolla il sistema Crocetta. Anche grazie a Ncd Messinese: «Governare significa pretendere diritti»

Prima gli sfottò al Partito Democratico: «Nonostante il caldo hanno ricevuto un bel cappotto» e «adesso chiuderanno tutto quanto, non solo i rubinetti». Poi si fanno seri: «Il M5S ha estirpato il cancro di questa città». In piazza Umberto I parlano tutti del clamoroso risultato elettorale, cioè la vittoria nettissima di Domenico Messinese, il nuovo sindaco di Gela. Al ballottaggio il responso delle urne recita il 64,65 per cento contro il 34,35 per lo sfidante Angelo Fasulo, al netto dei votanti che sono stati il 54,70% degli aventi diritto. Una batosta per il Pd e per Crocetta, che su queste elezioni aveva scommesso molto impegnandosi in prima persona. «Noi attivisti – dice il grillino di lungo corso Santi Ventura – gli abbiamo smantellato dal vivo la rete di consensi che in questa città aveva. Io ad esempio mi sono staccato da Facebook e sono andato a parlare con le persone per strada».

Una festa per i Cinquestelle, che nella sede di piazza Salandra si lasciano andare a balli e brindisi. «Non ce l’aspettavamo un successo così netto – sottolinea Giuseppe Lo Monaco, assistente dell’europarlamentare Ignazio Corrao -. Personalmente avevo qualche timore, visto quello che è successo nell’ultima settimana di campagna elettorale. Hanno vinto i cittadini che hanno voluto dire basta ad un sistema di potere lungo 20 anni». Decisivi anche i voti che il candidato Lucio Greco ha portato in dote al M5S. Già alle 11 del mattino l’ex Ncd scriveva in un post: «Non vivetela come uno smacco, l’alternanza è l’essenza della democrazia». 

Un risultato forse persino superiore alle aspettative. Ma non per Messinese. «Io lo auspicavo sin dall’inizio – sono le prime parole del nuovo primo cittadino a Meridionews – i gelesi hanno mostrato voglia di cambiare e maturità nel farlo». Poco più tardi, dal palco di piazza Umberto, esplica meglio il concetto davanti alla folla che lo accoglie al grido di «onestà». «Noi ci abbiamo creduto e voi con noi – dice ancora emozionato -. Governare significa pretendere diritti. Ognuno di voi dovrà essere parte attiva, non dovrete lasciarmi solo». Tra ringraziamenti e gioia c’è poco spazio per piani e programmi futuri. Ma il nuovo sindaco ci tiene ad indicare almeno una priorità. «Bisogna riqualificare le periferie, non possono essere solo dormitori. E c’è da riscattare l’immagine della città». Messinese ha sempre sostenuto la lotta No Muos, al contrario della precedente amministrazione che, anche per non fare un torto a Crocetta, si è tenuta lontana dal problema. Gela dista 30 chilometri dalle antenne della base Usa. Alla prossima manifestazione, programmata per l’8 agosto, il nuovo sindaco promette di esserci.

Nonostante il clima di festa, resta il dato che quasi un gelese su due (oltre il 45 per cento) non è andato a votare. E il popolo astensionista da sempre è uno degli obiettivi primari del movimento di Beppe Grillo. Adesso bisognerà parlare anche a loro. Giancarlo Cancelleri lo sa e non si nasconde. «E’ chiaro che la gente non va a votare perché per troppi anni ha convissuto, anzi ha subito, una politica dei partiti che si è disinteressata dei problemi dei cittadini – è la teoria del portavoce all’Ars -. Noi dobbiamo riacquistarli non tanto per avere voti ma per avere la loro partecipazione alla vita pubblica delle città. Dobbiamo recuperare credibilità nell’azione politica».

In ogni caso questo voto ha una portata regionale. Davvero dopo Gela e Augusta nel mirino a Cinquestelle può finire la Regione? «La prossima tappa è Palermo – conferma Cancelleri -. Il segnale è chiaro. Oggi i cittadini stanno chiedendo a Crocetta l’unica cosa per la quale diventerebbe il miglior presidente della Sicilia: dimettersi».

Andrea Turco

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