Gela Calcio, i dirigenti attaccano il Comune «Stadio inagibile? Commissario non fa nulla»

«La situazione dello stadio è diventata tragicomica e la partita di domenica scorsa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso». Dopo le gare giocate a porte chiuse (tutte quelle della stagione in corso) per l’inagibilità dello stadio Presti, la dirigenza del Gela ha deciso di dimettersi malgrado la squadra sia in piena corsa per i play off in classifica nel girone I di serie D. Il direttore sportivo biancazzurro, Giovanni Martello, ha spiegato così la situazione: «Aspettavamo da tanto tempo la sfida contro il Bari di domenica scorsa – dice a MeridioNews – ed è stata una sconfitta che squadra e tifosi non meritavano. Questo è determinante ai fini della decisione presa dalla società perché abbiamo sempre giocato senza gente». 

Una situazione che, a detta di Martello, non poteva più essere tollerata. «Tutto questo comporta mancati incassi e mancate sponsorizzazioni. Noi, inoltre, non viviamo di proventi derivanti dalle televisioni e non si può fare un campionato dispendioso come quello di serie D senza incassi». Nella nota diffusa dalla società, si parla addirittura di scene da terzo mondo relative ai tifosi accalcati sui balconi e nei terrazzi delle palazzine situate accanto allo stadio pur di assistere alle gare.

A dimettersi è stato l’intero vertice amministrativo della società, composto da 12 persone, incluso il presidente Angelo Mendola che si era più volte detto stanco di questa situazione. L’inagibilità della struttura, infatti, ha portato la società a non incassare nulla dall’eventuale vendita dei biglietti, penalizzando il club anche per quello che riguarda gli sponsor. «Siamo in una situazione disastrosa, il ristorante – prosegue Martello – non ci vuole più far mangiare e i giocatori rischiano lo sfratto. L’amministrazione a Gela è assente, qui c’è un commissario perché il sindaco è stato sfiduciato. Abbiamo la caldaia rotta e avevamo chiesto un intervento di scerbatura del manto erboso, cose che non sono state realizzate». Nessun tipo di dialogo costruttivo con i vertici dell’ente per far sì che questa situazione possa rientrare. In ogni caso, la dirigenza biancazzurra non appare intenzionata a ritornare sui propri passi: «Il primo passo tocca al commissario che deve porgere una mano alla dirigenza se veramente tiene a questa squadra. È lui infatti la massima espressione della città, mancando il sindaco. Questa squadra sta regalando gioie e portando il nome di Gela in giro per l’Italia».

La dirigenza tiene a sottolineare che le dimissioni non sono assolutamente dovute ai risultati sportivi e alla recente sconfitta con i galletti: «La gara di domenica scorsa contro il Bari è stato un affronto per la società, per i tifosi e anche per la città di Gela. Questo, comunque, è stato causato anche dalla miopia della Lega e dalla scorrettezza del Bari». Si parlava infatti dell’ipotesi di giocare la partita altrove, come al Dino Liotta di Licata: «Il Bari non ha permesso assolutamente altre sedi dove potere giocare». Tutto ciò ha portato all’ennesima gara giocata a porte chiuse al Presti. Gara che i tifosi hanno visto, come di consueto, dai balconi adiacenti allo stadio ospitando, tra l’altro, anche dei sostenitori biancorossi: «Credo che in questo abbiamo dato una grande lezione di civiltà. I tifosi gelesi sono encomiabili e li hanno ospitati già dalla mattina, poi a pranzo e infine invitandoli a vedere la partita».

La situazione, intanto, appare drammatica anche perché a inizio dicembre aprirà il mercato. E non è escluso che i giocatori possano cercare di accasarsi altrove: «So di avere a disposizione degli uomini veri in squadra e quindi cercherò con tutte le mie forze di far sì che la squadra non si disgreghi. Chi però non vorrà restare con noi, non sarà trattenuto contro la sua volontà». Nonostante tutte le problematiche vissute finora, però, il Gela si trova al quinto posto: «Sono molto soddisfatto del percorso della squadra. Abbiamo fatto cose egregie e oltre ai risultati abbiamo mostrato anche bel gioco. Dopo la stagione deludente dell’anno scorso, abbiamo riacceso l’entusiasmo dei tifosi».

Luca Di Noto

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