Hanno aspettato il risultato al Rolling Stone Cafè, dove alcune band si esibiscono per il pubblico. Per poco
non sono rientrati tra i sedici finalisti della trentunesima edizione di Sanremo Rock & Trend Festival, anche se
l’ultima parola non è ancora detta. Per i cinque Gecko Dry catanesi, che hanno sfidato 1400 gruppi in tutta
Italia e 140 in finale, resta la speranza dei quattro premi speciali, che verranno assegnati stasera dalla
giuria.
Vengono da Mascalucia, Trecastagni e Misterbianco, età media 40 anni. Da circa dieci suonano
insieme quella che definiscono «musica autoctona». Professionisti di vari settori – due vigili del fuoco, un ingegnere, un informatico e un oculista – accomunati dalla passione per la musica, specialmente rock.
«Possiamo tollerare qualche interferenza pop nelle canzoni più dolci, ma siamo schierati con il rock classico
e cerchiamo di valorizzare quello che, per certi versi si è perso: il concetto di rock autentico, che ha
un tipo di sound che si avvicina a quello pre Vasco Rossi, Ligabue e Litfiba,»per citarne alcuni, spiegano i musicisti, che ripensano
anche alla loro interpretazione sanremese.
«Siamo stati abbastanza sciolti e, nonostante il risultato, la giuria ha risposto in modo positivo alla nostra
esibizione, con interesse e voglia di approfondire alcuni dettagli su uno dei brani inediti che abbiamo presentato». Ne hanno portati due sul palco dell’Ariston. Le tue mani, che racconta una storia d’amore dal
punto di vista maschile, e Il pirata in gabbia, che richiama il tema del carcere, della
separazione, del non poter avere la libertà anche a causa di un errore stupido.
«C’è anche una donna di mezzo – chiariscono – perché quando sei in galera il sentimento è ancora più
forte. Crediamo di aver valorizzato così uno dei nostri pezzi più importanti, che volevamo presentare in un concorso importante».
I membri della band, infatti, hanno scelto il palco di Sanremo per lanciare il loro
nuovo brano. «Abbiamo detto “O il top, o niente” e abbiamo rifiutato partecipazioni ad altri eventi per puntare tutto sul più importante festival della musica italiana». Il gruppo, che originariamente si chiamava Il complesso di inferiorità, è poi diventato Gecko Dry in seguito alla
macabra scoperta, in sala prove, di un geco mummificato appeso al mixer.
Il Gecko hanno sulle spalle venti
inediti, di cui sei registrati nell’ultimo album, e sono impegnati nel Reboot_Live Tour_18.
«La nostra band è inserita in un’atmosfera da fumetto. Ognuno di noi ha un personaggio, una
sorta di alter ego in cui si cala quando sale sul palco. E anche la grafica – aggiungono – ricorda esattamente i fumetti che
sfogliavamo da ragazzi e che, ancora oggi, suscitano l’interesse di giovani, meno giovani e appassionati».
Così Giuseppe Sciacca diventa Il capitano, Sergio Gurrieri Serghey, Paolo Santonocito Paul_Po, Alessandro
Oliveri Conti Il conte e Salvatore Catania El chupa. «In questo modo, trasformiamo il vigile del fuoco o
l’ingegnere in un musicista protagonista di una storia ricca di avventure entusiasmanti. Com’è stata,
appunto, quella vissuta sul palco di Sanremo Rock».
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