Gasdotto Gela-Malta, il nodo dell’impatto ambientale «Per il via libera serve risanare pure danni pregressi»

«Finché il progetto non sarà reso noto sarà impossibile stabilire se quest’opera avrà i requisiti per essere realizzata». All’indomani del nuovo incontro tra la Regione e gli emissari del governo maltese guidato da Joseph Muscat, per parlare della realizzazione del gasdotto che dovrebbe collegare Gela alla città di Delimara, tra i corridoi dell’assessorato al Territorio c’è chi si lascia scappare un commento su quello che, al momento, resterebbe un insieme di intenti ancora lontano dall’essere vagliato alla luce delle stringenti norme europee. Anche perché in ballo ci sono oltre trecento milioni, larga parte dei quali legata ai fondi comunitari.

«La volontà politica è chiara da ambedue le parti, però per fare un’opera del genere serve altro, specialmente perché l’area individuata ha criticità che richiedono attenzioni particolari», prosegue il funzionario. Il riferimento va al fatto che, stando a quanto reso noto dall’Agenzia per l’acqua e l’energia maltese, che risponde al ministero guidato da Joe Mizzi, la rotta individuata per il gasdotto attraverserebbe vaste porzioni ricadenti all’interno del sito di Rete Natura 2000 Torre Manfria, Biviere, Piana di Gela, oltre che le aree del sito di interesse nazionale (Sin) di Gela. Questi aspetti dovranno essere considerati in maniera seria nella redazione del progetto – il cui iter nei mesi scorsi ha già registrato l’aggiudicazione di tre gare d’appalto da parte del governo de La Valletta – soprattutto in vista della valutazione di impatto ambientale, da cui dipende il futuro dell’opera. «In quell’area dal 2016 vige un piano di gestione che contiene precise indicazioni per quanto riguarda le misure compensative in chiave ambientale – prosegue la fonte interna agli uffici palermitani -. Si parla non solo di includere provvedimenti che risanino l’impatto causato dalla nuova opera, ma anche di contribuire al risanamento delle criticità già presenti. Se non si fa questo è difficile che il progetto ottenga le autorizzazioni».

Stando a quanto risulta a MeridioNews, nei giorni scorsi i referenti del governo maltese si sarebbero recati anche a Gela, nelle aree della riserva, per conoscere i luoghi. Nel corso della visita sarebbe stato fatto presente che gli interventi di compensazione dovranno essere inclusi all’interno del progetto e fare riferimento al piano di gestione. La questione degli impatti ambientali era stata richiamata a maggio dell’anno scorso dal ministero dell’Ambiente italiano, con una nota partita dalla direzione generale per la protezione della natura e del mare e diretta al governo maltese. In estate poi il governo maltese aveva chiuso una delle gare per affidare gli studi necessari a presentare la richiesta per la valutazione di impatto ambientale. Ad aggiudicarsi l’appalto – come risulta dal sito del ministero maltese – è stata una joint venture formata dalla maltese Ais Environment Ltd e dalle italiane Cesi e Vdp. Mentre la società Lighthouse spa ha avuto assegnato il compito di fare uno studio sui fondali marini. Chi si occuperà della progettazione ingegneristica per le rotte off-shore e on-shore saranno invece le imprese italiane Techfem spa e Systems Project Services srl, alle quali, una volta avuti i necessari permessi, andrà anche la costruzione e il collaudo. 

La questione ambientale, tuttavia, al momento non trova spazio nelle dichiarazioni ufficiali del governo Musumeci. L’assessore all’Ambiente, Toto Cordaro, ieri ha parlato a margine dell’incontro con i rappresentanti del governo maltese Henri De Battista, Manuele Sapiano e Alexandra Meli, giunti in Sicilia per parlare del progetto denominato Melita TransGas Pipeline e che ha l’unico obiettivo di favorire il rifornimento energetico della piccola isola nel Mediterraneo e i cui lavori dovrebbero partire nel 2021. «In tema ambientale si fa sempre più stretta la collaborazione tra la Sicilia e il governo de La Valletta. Il confronto di oggi (ieri, ndr) è servito a ragionare su obiettivi comuni in vista di un traguardo condiviso: mettere le nostre comunità al passo con l’Europa. In quest’ottica – ha detto Cordaro – si inserisce la realizzazione del gasdotto che andrà da Gela a Delimara ma anche lo studio di nuovi progetti che ci consentano di intercettare risorse comunitarie, creando sviluppo e occupazione».

Simone Olivelli

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