Garlasco: il giallo dell’estate

Ultimamente, a ridosso di ferragosto, si è sentito parlare continuamente di un fantomatico assassino, il quale avrebbe ucciso la propria fidanzata; e ancora, sul movente e sull’ipotetica arma del delitto; non si sapeva bene come questo fosse riuscito ad entrare in casa della vittima e se invece fosse stata proprio la vittima ad aprire la porta al suo futuro assassino.

Chi di noi al ritorno dalle vacanze non si è imbattuto in discorsi del genere, senza sapere di che cosa si stesse realmente parlando?

Probabilmente qualcuno avrà pensato che fossero iniziate le nuove puntate di RIS e che magari si era già perso i primi episodi; oppure qualcun altro avrà sicuramente pensato all’uscita in libreria dell’ultimo giallo di qualche scrittore, famoso proprio per questo genere letterario. Ma ciò che è certo è che nell’intero paese, chiunque parlava e avanzava ipotesi sui possibili risvolti di questo caso.

Tutti i dubbi si sono, ovviamente, messi a tacere non appena ognuno di noi ha acceso la TV e finalmente il mistero è stato svelato.

Il “Giallo di Garlasco”,così soprannominato dai media per il luogo in cui è avvenuto il fatto,  non è il titolo di un romanzo, e nemmeno il titolo di una puntata dei Ris, è un fatto di cronaca che i giornalisti hanno fatto ribalzare su tutte le testate giornalistiche e in tutti i tg. 

Inizialmente il fatto è stato trattato come si conviene siano trattati i fatti di cronaca nera, ma nei giorni successivi al delitto si è iniziato a notare una sorta di interesse morboso da parte dei media a riguardo; basti pensare che tutti i giornali promettevano notizie sugli eventi, quasi come se si trattasse di un romanzo a puntate.

Tutte queste notizie, tutto questo parlare dell’ipotetico assassino, della vita privata della vittima, tutte le varie supposizioni riguardo al caso non hanno fatto altro che creare nel nostro paese una vera e proprio caccia all’assassino e tutti si sono sentiti, in un certo senso, investiti di questo compito.

Si è venuto a creare un vero e proprio circolo vizioso, attorno a questo fatto di cronaca nera, dove tutti vogliono partecipare alle indagini, cercando di risalire al colpevole e mettendo insieme le poche informazioni fornite dai vari quotidiani e telegiornali.

Se ci facciamo caso non è la prima volta che accade questo, basti pensare al recentissimo delitto di Erba, a quello di Cogne o ancora al delitto legato ai due ragazzi Omar ed Erika, e in tutti questi casi, ripetutamente nel nostro paese si è venuto a creare un vero e proprio “caso nazionale”.

Forse per quanto riguarda la vicenda di Garlasco è giusto dare ragione a quanti affermano che si è trattato di una “trovata giornalistica”, in quanto il delitto essendo avvenuto il 13 agosto, quindi in piena estate, i giornali, non avendo notizie sufficienti per riempire le proprie pagine, abbiamo soffermato la propria attenzione sulla vicenda continuando a scrivere giorno dopo giorno e a promettere nuovi risvolti ai propri lettori, contribuendo a rendere l’accaduto un vero e proprio “giallo estivo”.  Se fosse realmente così tutto ciò risulterebbe alquanto aberrante, soprattutto se si pensa che ad essere stato strumentalizzato sia stato l’omicidio di una ragazza poco più che ventenne.

Se facciamo caso, poi, alle notizie scritte sui quotidiani, non si parla d’altro se non dei possibili assassini secondo l’opinione pubblica e mai, in nessun caso l’attenzione viene rivolta alla vittima e alla sua famiglia. La gente sembra come disumanizzata, come se tutto quanto intorno a noi fosse parte di una fiction, al quale tutti vogliamo partecipare come protagonisti e dove l’importante è scoprire l’assassino cosicché le cose possano ritornare al proprio posto per lasciare spazio al prossimo “caso”.

Purtroppo quotidianamente siamo bombardati da fiction televisive, le quali ci mostrano che tutto, qualsiasi fatto può essere risolto davanti ad un computer e con l’aiuto delle nuove tecnologie e in un paio d’ore, ma nella realtà non è proprio così.

È inutile che la stampa e i media in generale  si auto-investano di compiti che non gli spettato, come appunto il compito di trovare a tutti i costi l’assassino, magari indagando impropriamente nella vita privata delle persone, vittime o colpevoli che siano, e rendendone pubbliche le informazioni; magari dichiarando colpevoli, a volte ingiustamente, persone che invece stanno soffrendo e pagando a caro prezzo la scomparsa di qualcuno.

Tutto è diventato un grande realtà o una grande fiction dove ognuno si sente investigatore, giudice, poliziotto e medico legale.

La stampa e i media in generale devono  fare il proprio lavoro, e non altri. Si deve informare la nazione su ciò che avviene nel mondo e nel nostro paese, però cercando di non sopraffare, è vero che una notizie esclusiva su un fatto esclusivo fa aumentare l’audience, ma è anche vero che l’esagerazione poi porta a questo a creare dei fenomeni di massa delle situazioni che inevitabilmente diventano ingestibili e che si fatica a ridimensionare.

Cinzia Billeci

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