Garanzia giovani, iscrizioni si chiudono il 5 ottobre Le storie di chi ha aderito, tra ritardi e strani stage

L’ultima settimana di Garanzia Giovani. Almeno per ora. La Regione ha fissato il 5 ottobre come termine ultimo per le iscrizioni al progetto finanziato dall’Unione europea e destinato a incentivare l’occupazione giovanile in Sicilia. A chi ha i requisiti per partecipare – under 30, non iscritto all’università e disoccupato – restano quindi pochi giorni per provare a cercare lavoro attraverso un canale che finora ha fatto molto discutere. Colpa soprattutto dei ritardi nei pagamenti e, in diversi casi, dei criteri di selezione. Nonostante dall’assessorato regionale al Lavoro precisino di aver anticipato già 4 milioni di euro.  

Soldi che però non sembrano essere arrivati a destinazioni o non essere bastati. Sono tante, infatti, le storie non positive dei giovani che ahanno aderito. Enzo svolge mansioni faticose e degradanti non previste dal contratto. Emanuele è stato licenziato dopo un mese e mezzo per una generica «perdita di fiducia». Rocco, selezionato a Palermo, è impossibilitato ad andare perché il primo pagamento avviene a distanza di due mesi dall’esordio lavorativo. Anna, che prima lavorava in nero, adesso svolge le stesse mansioni sotto forma di tirocinio. Garanzia Giovani è anche questo. A luglio erano 22mila i giovani siciliani che stavano partecipando ai tirocini attivati nell’isola. Una cifra che aveva portato la Sicilia al primo posto in Italia per quanto riguarda il numero di partecipanti. 

Al Centro per l’impiego di Gela, ad esempio, le stime indicate dai funzionari parlano di 600 iscritti, che però riguardano anche i giovani del comprensorio (Niscemi, Riesi, Mazzarino, Butera). Il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile qui si è tramutato in altro. A beneficiarne sono state le imprese più che i neet in sé. Basti pensare che il programma è partito a marzo 2015 e sono molti i giovani che lamentano di non essere stati pagati. C’è un rimpallo di responsabilità tra il Centro per l’impiego, che si occupa della gestione e del controllo dei tirocini, e l’Inps a cui spetta esclusivamente il versamento delle somme di denaro. Col risultato che a pagarne le conseguenze sono i giovani. Anche se ad agosto dall’ente di previdenza rassicuravano: «Solo un problema iniziale, è tutto sotto controllo». Viene quasi voglia di citare Rino Gaetano: «Mio fratello è figlio unico, perché è convinto che esistono ancora gli sfruttati, malpagati e frustrati». Un verso che sembra scritto per i presunti tirocinanti di Garanzia Giovani

In molti raccontano di essere costretti a svolgere veri e propri lavori che delle caratteristiche del tirocinio hanno ben poco. Né gli orari (che a volte sforano quelli previsti dal contratto), né i compiti assegnati. Dovrebbe esserci un tutor, che nella maggior parte dei casi manca. Dovrebbero esserci dei controlli, anche questi assenti. Dovrebbero essere insegnate delle competenze e l’azienda, alla fine del periodo di apprendistato, dovrebbe valutare l’eventualità di un contratto. Questo è lo scopo, almeno sulla carta. A Gela invece l’occasione si è trasformata in un’assunzione di sei mesi da parte delle imprese, quasi sempre esercizi commerciali ed imprese individuali, che si vedono garantiti per un determinato periodo di tempo lavoratori a tempo pieno pagati dalla Regione Siciliana (con fondi Ue). A microfoni spenti gli stessi funzionari del Centro per l’impiego confermano il quadro a tinte fosche. 

Molte imprese hanno approfittato di Garanzia Giovani per assumere, per la prima volta legalmente, chi in precedenza lavorava in nero. E quando finirà il tirocinio? Anna, il cui caso abbiamo citato all’inizio, è scettica. «Io comunque con Garanzia Giovani prendo di più di quando lavoravo in nero – confessa quasi sorridendo – Altri amici mi hanno raccontato che sono riusciti a mettersi d’accordo col titolare per continuare a prendere i soldi che pigliavano prima in nero e pure quelli previsti da Garanzia Giovani. Tanto paga lo Stato (in realtà l’Unione europea ndr). Io non sono stata così fortunata». Fortuna che bisogna avere pure per conoscere l’azienda giusta. In molti raccontano che sono gli stessi futuri tirocinanti a dover trovare l’impresa che poi li assumerà. 

C’è tempo fino al prossimo lunedì per partecipare. Ma non dovrebbe essere una scadenza definitiva. «Contiamo di aprire più avanti una nuova finestra – spiega a MeridioNews l’assessore Bruno Caruso – nei limiti delle disponibilità concesse dall’Europa».

Andrea Turco

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