Diciotto fette che formano una torta da 139 milioni di euro. Si tratta della gara d’appalto per l’affidamento dei servizi di vigilanza armata all’interno delle aziende del sistema sanitario regionale. Il bando, con procedura aperta mediante l’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, è stato indetto dalla centrale unica di committenza della Regione Siciliana con un decreto di aprile 2023. Trascorsi 12 mesi, superate alcune proroghe relative ai termini per presentare le offerte, e dopo undici sedute di gara, l’obiettivo dell’affidamento dei servizi non si è ancora concretizzato. «Scusatemi ma, nella mia posizione, non posso dire assolutamente nulla. Nemmeno per quanto riguarda i tempi o in relazione a qualsiasi altra cosa», taglia corto al telefono, contattato da MeridioNews, l’avvocato e presidente della commissione di gara, Antonio Pizzardi.
Su questa vicenda le polemiche non erano mancate, ma ormai sembrano messe in archivio. Il riferimento è al periodo di pubblicazione del bando di gara. A chiedere di sospendere in autotutela il bando era stato il Partito democratico, che aveva sottolineato due aspetti. Il primo è quello relativo alla scadenza per la presentazione delle offerte – ritenuta troppo a ridosso delle elezioni amministrative del 2023 – il secondo indicava il rischio concreto di favorire alcuni operatori economici rispetto ad altri, soprattutto quelli più grossi, che sarebbero stati avvantaggiati a danno soprattutto delle ditte di vigilanza piccole e medie. Nel disciplinare tecnico vengono riportate tuttavia delle limitazioni all’aggiudicazione in relazione al numero massimo di lotti territoriali. Se, per esempio, una ditta risulta prima in graduatoria nel lotto 1 o 2, verrà dichiarata vincitrice di quello con il valore economico maggiore, senza la possibilità di ottenere altri lotti. Nell’ipotesi in cui, all’esito dell’espletamento della procedura, un concorrente risulti primo in graduatoria per uno o più lotti dal 5 al 18, questi sarà dichiarato aggiudicatario per un numero massimo di tre lotti di maggior valore.
La fetta più grossa della gara d’appalto – con una durata del contratto fissata in cinque anni dal momento della stipula – è quella riguardante l’Asp di Catania, per un valore di 25 milioni di euro, seguita dal Policlinico, sempre a Catania, per 21 milioni di euro. Il terzo lotto è quello riguardante l’Asp di Palermo, per 12 milioni di euro. Doppia cifra – 12 milioni di euro – anche per il quarto lotto, in cui rientra l’Arnas Garibaldi di Catania. Ultimo lotto quello dell’Asp di Enna, per un valore di 1,6 milioni di euro. Facendo una proporzione, ogni anno si spenderanno quasi 28 milioni di euro per la sicurezza degli ospedali siciliani. Cifra che, nei mesi scorsi, ha fatto storcere il naso al segretario del sindacato della sanità Cimo, Giuseppe Bonsignore, che ha proposto alla Regione di nominare un commissario che si occupi della gestione di queste risorse.
L’ultima seduta di gara – con la commissione composta, oltre che da Pizzardi, dall’ingegnere Giuseppe Carnevale e dall’architetto Filippo Antonio Nasca – si è svolta l’11 aprile scorso, mentre la prossima è stata fissata per il 23 aprile. Gli operatori che hanno presentato richiesta di partecipazione sono in tutto 19. Citypol, Ksm, Securitas, Etna police, MG Secuirty, Sicur Service Sicilia, MG Security, Sicur Service Sicilia San Giovanni, Mondialpol, Metronotte d’Italia, Security Service, Rti New Guard, Vis-La Torpedine, Sicuritalia Ivri, Rti Europolice e Sicilia Police, Cosmopol, Istituto di vigilanza La Guardia, 2558 Security e Security Service.
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