Il 6 agosto del 1980 il Procuratore della Repubblica di Palermo, Gaetano Costa, fu freddato da un assassino solitario mentre senza scorta guardava dei libri in una via Cavour deserta.
Morì dissanguato essendo rimasto per mezzora in attesa dellambulanza. Ai suoi funerali non partecipò la città, cosa che, allepoca, non stupì. Non cera né il Primo Presidente della Corte di Appello, né il Cardinale dellepoca.
Pochi giorni dopo qualcuno dichiarò che non avrebbe permesso di farne una bandiera sulla pelle dei vivi. Solo alcuni anni dopo ebbe una targa in cui non si legge la parola mafia.
Negli anni successivi la sua commemorazione è stata sempre più stanca e distratta, malgrado le parole di fuoco della vedova e del figlio.
Oggi che il ricordo delle vittime del cancro mafioso e la brama di verità sembrano avere destato il generale interesse anche di chi, allepoca, non vedeva, non sentiva o non capiva e di chi pensava fosse normale accettare dignitosamente la violenza mafiosa, nel momento in cui tanto si parla di misteri ed intrighi sorge una domanda: perché di Gaetano Costa si vuol cancellare la memoria?
Foto di Gaetano Costa tratta da giuseppelumia.it
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