Futura, al via scuola di cultura politica targata Faraone «Per smontare modello sovranista dobbiamo studiare»

La politica al Sud? «Purtroppo trasmette un messaggio negativo, nell’immaginario collettivo è una cosa da notabili di partito». Non ha dubbi Davide Faraone, senatore, già segretario regionale del Partito democratico defenestrato in un tardo pomeriggio di fine luglio, oggi a capo in Sicilia di Italia viva, il nuovo progetto politico di Matteo Renzi. La prima uscita pubblica nell’Isola del capogruppo renziano in Senato, dopo la scissione, coincide con l’avvio di Futura, una scuola di formazione politica rivolta a giovani under 30.

«È un bellissimo esordio per Italia Viva in Sicilia – dice Faraone a Meridionews – nel senso che abbiamo realizzato il vivaio per la classe dirigente che vogliamo costruire, stiamo cercando di trasmettere un messaggio radicalmente opposto rispetto a quello tradizionale, investendo sui giovani. La prima relazione la sta facendo Claudia Segre (manager, presidente Global Thinking Foundation, ndr) sulle donne e sul loro coinvolgimento non soltanto nella politica, ma anche nell’economia, addentrandosi in tutti i limiti che ancora esistono rispetto alla partecipazione alla vita pubblica per le donne».

Il modello sovranista da una parte, la partecipazione dall’altra. La narrazione di Matteo Renzi, che punta neanche troppo velatamente a polarizzare lo scontro con Matteo Salvini, parte dalla Sicilia, dai giovani. È a loro che si rivolge Faraone nella sua relazione introduttiva, dicendo alla sua platea che «ci viene proposto un modello sovranista nella gestione di un certo tipo di fenomeni migratori o di fenomeni economici; e poi ci siamo noi, che non abbiamo paura del futuro, delle novità, dell’altro. Vogliamo evitare di subire passivamente che migliaia di ragazzi vadano via dal nostro Paese ogni anno. È quella l’emigrazione da fermare alla svelta, non la migrazione di chi scappa dalla guerra verso Paesi più ricchi. Perché questi Paesi più ricchi avrebbero soltanto il dovere di costruire strumenti per governare questo processo, non possono pensare di arginarlo».

Centocinquanta giovani, in tutto, che hanno versato un contributo di cento euro ciascuno per partecipare alla tre giorni di formazione politica, ai quali Faraone si rivolge per chiedere di suggerire «strumenti migliori per favorire la partecipazione in politica. Diteci cosa possiamo fare insieme, i vostri coetanei li frequentate quindi sapete meglio noi di quale spazio hanno bisogno».

«Questi ragazzi – aggiunge ancora il capogruppo renziano a margine delle lezioni – sono tutte persone che hanno letto sui social o sui giornali di questa scuola e hanno chiesto di partecipare. Hanno mandato una mail, hanno pagato un contributo, per l’80 per cento sono giovani che io non conoscevo prima. È chiaro che sono persone che conoscono da dove veniamo, anche la connotazione politica degli ospiti, però è bello che è gente che viene da tutto il Sud, anche da fuori Italia. Abbiamo fatto una selezione, ne abbiamo presi 150 ma abbiamo dovuto scartarne tanti altri, non credo che ci siano state esperienze analoghe nell’ultimo periodo, in Sicilia e non solo. L’idea ambiziosa è di dotare di strumenti culturali i ragazzi che vogliono far politica e rifiutano la situazione attuale. Perché rispetto ai sovranisti, che hanno messaggi superficiali, noi abbiamo bisogno, per rispondere a quel modello culturale, di studiare. E per questo è nata la scuola». 

Oltre la scuola, però, ecco Italia Viva, la curiosità attorno al progetto e l’attesa per la decima Leopolda di Matteo Renzi, in programma dal 18 al 20 ottobre. «Sarà lo spazio in cui presenteremo il simbolo – conclude Faraone – e da lì cominceremo a strutturarci. I big? È fondamentale dare il senso di un processo collettivo, senza notabili di territorio che facciano allontanare coloro che vogliono partecipare liberamente, per cui stiamo cercando di evitare di fare errori già commessi in passato».

Miriam Di Peri

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