«Ho vissuto in un gruppo parlamentare in cui ciascuno di noi andava in Aula e si comportava secondo la propria idea. Io sono abituata a ben altro. Un partito dovrebbe essere comunità, ma quel partito comunità non lo è mai stato». I pochi fuoriusciti dal Pd siciliano si presentano, capitanati dalla deputata Mariella Maggio, tecnicamente iscritta al gruppo misto dalla prossima seduta parlamentare.
Al fianco della deputata, a presentare il Movimento dei democratici e progressisti, guidato a livello nazionale da Roberto Speranza e Massimo D’Alema, il deputato nazionale Davide Zoggia e il candidato al consiglio comunale di Palermo Ninni Terminelli. «Ma la lista è molto più lunga – commenta Maggio – c’è Caterina Altamore, ci sono i sindaci Pino Di Martino e Domenico Giannopolo, ci sono decine di amministratori locali che faranno in modo, insieme a tutti coloro che stanno aderendo al movimento, che si torni finalmente a esercitare le sollecitazione dal basso». In platea, si scorge Simone Di Trapani, già segretario provinciale di Sel a Palermo, e Francesco Forgione, presidente della Fondazione Federico II, che si definisce «un osservatore molto interessato al percorso progressista». I temi del movimento sono ancora una volta il lavoro, il welfare, l’ambiente, «un fondamentale ritorno al dialogo coi corpi sociali», ha sottolineato Zoggia.
Sullo sfondo, la lunga stagione elettorale del 2017: «Siamo qui – ha sottolineato Maggio – per costruire un percorso. Non solo siamo in condizione di riempire le liste, ma anche di esprimere un candidato. Poi, attenzione, non siamo aprioristicamente contro qualcuno, la scelta potrebbe anche ricadere sul candidato del Partito democratico, ma prima dovranno venire i contenuti. In questi anni, invece, l’unica cosa a cui si è guardato sono state le alchimie algebriche per tenere insieme la coalizione, di contenuti non si è più occupato nessuno».
L’esperienza del governo Crocetta? «È stata una gestione caratterizzata da luci e ombre – ha continuato la deputata -. Quando c’è stato da manifestare il dissenso, personalmente l’ho fatto. Purtroppo, ripeto, in questi anni ho visto un partito sempre più interessato a tenere insieme la coalizione, che non ai contenuti. Hanno scelto una maggioranza che sicuramente oggi è responsabile dei risultati negativi. Io cercherò, in questo scorcio di legislatura, di fare quel che posso, ci sono alcuni temi cari sui quali ho lavorato, c’è il precariato, ma soprattutto c’è un tema che sta al di fuori della finanziaria soltanto apparentemente, che è invece l’utilizzo dei utilizzo fondi strutturali». «In Sicilia – ha aggiunto Terminelli – ci sono migliaia di persone che hanno già consumato la scissione dal partito, migliaia di ex iscritti che non si riconoscono nel partito. È a loro che ci rivolgiamo principalmente».
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