“Fuori gli onorevoli dalle facoltà”

Il dato delle scorse elezioni studentesche non lascia grandi dubbi: soltanto il 31% degli studenti è andato a votare. Il 16 e il 17 ottobre si apriranno le urne per eleggere i nuovi rappresentanti non soltanto in seno alle singole facoltà ma anche agli Organi superiori. Per Giovanni La Magna (Studenti per la libertà – Progetto degli universitari) e per Antonio Currao (Studenti democratici, Pd) il perfetto rappresentante dev’essere dotato di buona volontà e voglia di fare.
 
Intervistati durante la puntata radiofonica di giovedì scorso di “Radio Ateneo”, condotta da Michele Spalletta su Radio Zammù in collaborazione con Step1, i due capolista del centrodestra e centrosinistra universitario concordano sulle priorità programmatiche che riguardano soprattutto gli spazi concessi agli studenti, la mensa che non c’è per il polo umanistico, la questione del numero chiuso che l’anno prossimo verrà attuato dal Governo: «Essenzialmente siamo contro questa eventualità, ma cerchiamo di vederla secondo una visione razionale» afferma Antonio Currao. «Lo Stato non ha i soldi per poter lasciare i corsi delle università accessibili a tutti, ma non bisogna assolutamente smettere di discuterne fino a che non si troverà una soluzione»”. Altro punto importante sono i posti-letto: troppo pochi. «Per 70mila studenti ce ne sono soltanto 900». Giovanni La Magna non ha dubbi: con una situazione del genere non è possibile per molti studenti frequentare le lezioni: «Non tutti possono mantenersi a Catania e non possono permettersi di viaggiare ogni giorno; noi dobbiamo a creare delle agevolazioni per questi studenti». A controbattere ci pensa il candidato della coalizione del centrosinistra universitario che non si tira indietro nel raccontare una realtà che mette in cattiva luce la gestione delle assegnazioni dei posti: «E’ vero che sono solo 900 posti, ma è anche vero che la metà di questi sono occupati abusivamente; è necessario mettere all’Ersu delle persone serie e non valide, come dice Giovanni, perché sono tutte persone valide. Noi riteniamo che molti di questi abusivi stiano lì con la connivenza di alcuni dei consiglieri dell’Ersu».
 
A RadioAteneo si è parlato anche della situazione non certo rosea di alcune sedi decentrate. Spesso dimenticate, secondo La Magna, «Decentramenti che teoricamente dovrebbero avere lo stesso valore e lo stesso peso di una facoltà, non lo sono affatto; così ci troviamo – di conseguenza – ad avere studenti di serie A e studenti di serie B».
 
Programmi a parte, la figura del rappresentante non gode di buona fama. Un vero illusionista per i più: scompare il giorno dopo le elezioni. «Molti studenti quando li si avvicina in campagna elettorale rispondono così – dice La Magna – “Oggi vieni e domani scompari”. Purtroppo è vero: ce ne sono tanti che vengono eletti e poi non fanno nulla. Sarà importante, soprattutto quest’anno, andare a scegliere i rappresentanti per bene e fare in modo che questi siano davvero validi. Ho potuto vederlo anche negli organi di governo: erano in pochi a lavorare veramente. Tutto dipende dall’amore, dalla passione e dall’impegno che ci si mette».
 
Ma come si potrà scovare il rappresentante perfetto, serio, competente, appassionato, tra le 20 liste presenti in quasi tutte le facoltà? «C’è lavolontà di entrare in ogni singolo consiglio, provare ad avere un rappresentante in ogni facoltà. C’è da dire che la politica ha una struttura gerarchica e, cioè, all’università si comincia dai consigli di area didattica fino agli organi superiori». Controproducente o no, Giovanni La Magna è del parere che non si può vietare la formazione di una lista. «Anche se molti studenti non danno peso alla rappresentanza studentesca. Ci sono casi in cui ci si candida per fare un favore ad un amico o ad altri che impongono la candidatura».
 
Il dibattito però non si ferma soltanto a livelli programmatici. Poca affluenza e poco interesse da parte degli studenti-elettori sono al centro di quasi tutta la puntata, insieme all’idea sempre più condivisa di una certa ingerenza nella politica universitaria da parte dei grandi partiti nazionali. Se il simbolo che rappresenterà la coalizione di Giovanni La Magna ricorderà molto quello del Popolo delle libertà, non ci saranno dubbi per quello che rappresenterà la coalizione di Antonio Currao (Studenti democratici – Pd): «Ci ha sempre portato bene. Di certo non abbiamo mai fatto uso di onorevoli durante la campagna elettorale a differenza di altri».
 
La politica universitaria è quindi un trampolino di lancio per quella “reale”? Secondo i candidati si deve fare una distinzione tra due casi: chi si avvicina alla politica universitaria per passione e chi, invece, viene portato avanti da qualche “onorevole” o da qualche segreteria. «Molti ragazzi lo vedono, non proprio come trampolino di lancio, ma come un inizio che può servire a chi ha veramente la passione per continuare» afferma Currao. Giovanni La Magna (Studenti per le libertà – Progetto degli universitari) pensa che la politica universitaria si avvicini molto a quella nel territorio.«Sono convinto che se avessi studiato al posto di fare politica universitaria non mi sarei candidato per il consiglio di quartiere. La politica universitaria – per chi la vive seriamente come ho fatto io – fa perdere molto tempo, è una distrazione dallo studio. Ritengo che la politica universitaria può servire come trampolino di lancio ma non è assolutamente indispensabile per chi vive la politica, per chi invece viene messo lì da qualche segreteria o qualche onorevole serve come aiuto. Se si ha la passione unita alla voglia di fare, la politica universitaria è soltanto una perdita di tempo che si fa con piacere».

oliviacala

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