Il Trapani e la serie A: la missione è possibile e il massimo campionato non è mai stato così vicino prima d’ora. Domani alle 18,30 i granata affronteranno in trasferta lo Spezia in quella che sarà l’andata delle semifinali playoff e, in caso di passaggio del turno, dovrà vedersela contro la vincente di Pescara-Novara. «Intanto voglio fare i complimenti ai giocatori, all’allenatore e alla società per aver raggiunto un risultato grandioso e storico – spiega Emanuele Nordi –. In questi casi non esistono favorite, anche se il Trapani ha il vantaggio della classifica e del miglior posizionamento. Questo potrebbe essere un aiuto, ma non mi va di dire che sono i favoriti per scaramanzia». Nordi ha difeso i pali della porta granata per due stagioni, quella della promozione in serie B e quella dell’esordio in cadetteria, con 71 apparizioni, prima di passare all’Alessandria, dove ha giocato anche quest’anno. Di Trapani e della società, comunque, conserva un buon ricordo: «La serie A sarebbe sicuramente un sogno che si avvera, il frutto della serietà della società, del presidente e di sua moglie, di un ambiente e di una tifoseria calda e sana. La città è sempre vicina alla squadra e la programmazione è il punto di forza della società».
L’estremo difensore prova a spiegare come si affrontano i playoff, gare da dentro o fuori: «Il Trapani ha tutte le carte in regola per poter dire la sua contro lo Spezia. Nei playoff conta anche il minimo particolare: si deve puntare a fare la partita perfetta e a scendere in campo nel modo giusto. La squadra granata ci arriva nel momento giusto perché è reduce da una serie di risultati utili impressionanti». L’ex portiere granata tiene a precisare che il Trapani può contare su un’arma in più: «I granata sono forti nelle palle inattive e capaci di andare a segno con tanti giocatori. Inoltre la squadra deve sfruttare senza dubbio il fattore campo. I giocatori in grado di risolvere la partita sono tanti, mi vengono in mente Scozzarella, Citro, Petkovic, ma anche Pagliarulo e Scognamiglio. Però chissà, a essere decisivo potrebbe essere anche qualcuno che non ha ancora fatto gol». Infine, Nordi vuole fare un grosso in bocca al lupo a tutto l’ambiente granata: «Faccio il tifo per il Trapani e spero che possa andare in serie A, facendo tutti gli scongiuri del caso».
Ex capitano di una squadra che in questi anni ha dimostrato di saper sempre superare i propri limiti è stato Giacomo Filippi. Ora al Brescia come vice di Boscaglia, neanche l’ex centrale si tira indietro: «Le squadre che sono arrivate fin qui hanno degli organici importantissimi, ma il Trapani è quella che ha meritato di più questa posizione di classifica per come si è calata nella situazione e per come ha interpretato il girone di ritorno. L’allenatore è stato bravo a cambiare modulo e a trovare a ogni giocatore la posizione migliore. Non dimentichiamo che però ci sono anche Pescara, che ha un mix di giovani ed esperti importanti, lo Spezia che è una squadra molto esperta e il Novara, vera e propria mina vagante di questi playoff». Il passaggio del turno passa dalla gara contro lo Spezia, squadra di cui Filippi conserva ricordi amari: «Dello Spezia ricordo la stagione in cui ci soffiò primato e promozione diretta in Prima Divisione. Ci sono ancora pochi giocatori nel Trapani di quell’annata, ma sarebbe comunque una bella rivincita per la società».
Filippi conosce bene l’ambiente granata e sa cosa potrebbe rappresentare l’eventuale promozione nel massimo campionato: «La serie A sarebbe una perla per questa parte della Sicilia occidentale assieme al Palermo. Si tratta di qualcosa che arricchirebbe il territorio e un premio dovuto al Comandante (il presidente Morace ndr) per i discorsi fatti in questi anni e per le energie profuse da parte della società». Il Trapani ha conquistato un piazzamento di classifica impensabile a inizio stagione: «Non mi piace parlare di singoli, ma Petkovic è stato determinante così come Nizzetto, anche se quest’ultimo non ai livelli del croato. La differenza però l’ha fatta il gruppo e la capacità di trovare un’identità migliore con il cambio di modulo». Filippi si sofferma anche sulla capacità di ripartire e di essere letali, ma secondo l’ex capitano il segreto dei granata è un altro: «Gli anni vincenti del Trapani sono dovuti a dei gruppi costruiti con serietà e meticolosità da parte della società e dell’allenatore: ogni anno venivano inseriti due o tre elementi, mai prime donne, sempre gente devota al sacrificio e disposta a lottare. Tutti seguivano all’unanimità l’allenatore e il segreto sono stati sempre il gruppo e la voglia di arrivare. Si è creata anche un’alchimia importante tra società e tifoseria, sempre pronta a sostenere la squadra non solo nei momenti belli, ma anche in quelli meno belli e di maggiore difficoltà».
Protagonista in maglia granata in un’epoca diversa, anche Francesco Galeoto, in forza al Trapani nella stagione 1994/95. In quell’anno la squadra arrivò ai playoff di serie C1, venendo eliminata in semifinale dal Gualdo. «Della mia esperienza a Trapani ho tanti bei ricordi: ad esempio, i due centrali difensivi Esposito e Cavataio scherzavano sempre tra di loro facendo finta di litigare». Altri tempi, adesso la situazione è ben diversa con la squadra pronta a giocarsi la serie A: «Ai playoff non ci sono squadre favorite – spiega Galeoto –. Spesso a trionfare è la formazione più in forma e il Trapani, da questo punto di vista, ha dimostrato di esserlo con il grande campionato che ha disputato». I siciliani hanno disputato un campionato al di sopra delle aspettative di chiunque, anche, degli stessi addetti ai lavori: «Il Trapani ha sorpreso tutti, ma ha raggiunto questo piazzamento meritatamente perché ha offerto il gioco più bello della serie B, con prestazioni migliori anche di Crotone e Cagliari. Secondo me, addirittura, la squadra poteva meritare anche qualcosa di più».
A testimonianza del fatto che si tratti quasi di un campionato a parte, Galeoto tiene subito a precisare: «Sarebbe ottimo tornare con un risultato positivo da La Spezia per poi giocarsi tutto in casa. Il fatto che non ci sono favorite è dimostrato anche dall’eliminazione di Bari e Cesena, che sulla carta avrebbero dovuto passare il turno». I granata arrivano a questo appuntamento per giocarsela fino in fondo: «Sarebbe bello vivere un derby fra i granata e il Palermo nel massimo campionato». La ricetta per può essere una soltanto secondo l’ex difensore: «In queste partite conta tantissimo il gruppo, ma ho visto che i giocatori sono molto affiatati, a testimonianza del campionato spettacolare che hanno giocato. Io spero che riescano nell’impresa, ma se così non dovesse essere meritano comunque gli applausi da parte di tutti. Secondo me non ci sarà un giocatore decisivo, ma l’arma in più potrebbe appunto essere il gruppo: l’importante è giocare come hanno fatto in campionato».
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