È sempre una questione di azioni e reazioni. Se i reduci forzisti in Consiglio comunale di Catania applaudono l’addio a FI e l’ingresso del sindaco Salvo Pogliese e dei suoi in Fratelli d’Italia, allora Forza Italia affila le unghie e smette di restare a guardare. C’è una pec che lunedì mattina, all’apertura degli uffici a Palazzo degli elefanti, darà da lavorare al presidente del Consiglio Giuseppe Castiglione. Il mittente è l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, nominato commissario provinciale di FI dopo la dipartita di pogliesiani e compagnia: «Abbiamo comunicato stamane lo scioglimento del gruppo consiliare di Forza Italia al Comune di Catania – dice Falcone in una nota inviata ai giornalisti – Già da diverso tempo, infatti, avevo invitato alle dimissioni dal gruppo i consiglieri comunali che avevano assunto posizioni divergenti dal partito».
Loro, però, almeno fino a oggi avevano finto di non sentire. Così il capogruppo Santi Bosco – che ad aprile aveva dichiarato a MeridioNews di essere intenzionato a lasciare Forza Italia – era rimasto in realtà al suo posto. Risparmiando così anche al consigliere Angelo Scuderi, un tempo consigliere di quartiere del Pdl, la necessità di prendere una decisione rispetto a dove collocarsi. Dario Grasso, firrarelliano e vicino al wannabe assessore Massimo Pesce, si sarebbe fatto trascinare dalla corrente. Da Bosco in giù, di fatto, non è successo nulla: Forza Italia è rimasto lì e Pesce è rimasto il nome ventilato per un nuovo assessorato, in virtù della «lealtà» politica che il primo cittadino Pogliese non manca di ricordare quale sua principale qualità.
Ma con tutto quello che è successo, nel frattempo, fuori dall’aula consiliare, questo immobilismo a Palazzo degli elefanti sembrava innaturale. A renderlo palese, lanciando una stoccata inaspettata – considerando l’aplomb che lo contraddistingue – è stato Marco Falcone. «Il coordinamento provinciale di Forza Italia ha stabilito il ritiro del simbolo – dichiara il commissario forzista – diffidando i consiglieri, inoltre, dall’utilizzo della denominazione del partito per qualsiasi iniziativa politica nel civico consesso». In altri termini: FI sparisce. Forse soltanto temporaneamente. «Solo nel momento in cui creeremo nuove condizioni politiche – è l’apertura contenuta nella nota – verrà ricostituito un nuovo raggruppamento azzurro». Il riferimento, lontano dall’essere velato, è a chi il profumo di una Forza Italia senza Pogliese lo aveva apprezzato già mesi fa, ai tempi delle elezioni europee.
Qualcuno ricorderà, probabilmente, quell’incontro elettorale a sostegno dell’eurodeputato forzista Giuseppe Milazzo organizzato dagli animatori del gruppo consiliare neo-costituito Insieme si può. Assieme al nome del candidato forzista al Parlamento europeo era spuntato quello di Salvo Di Salvo, ex Mpa, ex assessore di Enzo Bianco, ex candidato al consiglio comunale con il centrosinistra e, poi, ex componente dell’opposizione. Nello stesso gruppo, ci sono anche l’ex FI Giovanni Petralia (fuoriuscito in polemica col primo cittadino) e l’ex pogliesiano Agatino Giusti. Sulla carta, insomma, le possibilità che qualcun altro indossi la casacca azzurra ci sono. E a questi nomi potrebbero aggiungersi quelli di altri rivoltosi eletti nella maggioranza. La fuga di Pogliese colma spazi a destra e li libera nel centrodestra. La controffensiva sui meloniani comincia oggi fuori dal palazzo. E forse anche dentro. Per dirla in tre parole: azioni e reazioni.
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