Formazione: scandalo compensi d’oro, l’associazione Engim Sicilia si dichiara estranea ai fatti

IN UNA LETTERA TRASMESSA AL QUOTIDIANO NAZIONALE L’ENTE CHIEDE CHIAREZZA E UNA IMMEDIATA SMENTITA

“Un’immediata e satisfattiva correzione delle notizie riportate nell’edizione odierna di un quotidiano nazionale, da pubblicarsi sia nella versione cartacea che in quella online, entro il termine massimo di giorni 2 (due), precisando che, comunque, la medesima associazione si riserva ogni possibile azione innanzi alle autorità competenti al fine di salvaguardare i propri diritti ed interessi oggi gravemente lesi”.

E’ quanto si rinviene nella lettera trasmessa dal legale dell’associazione Engim Sicilia in risposta al contenuto di un articolo sui compensi d’oro nella Formazione professionale pubblicato da un quotidiano e definito, come si evince nella lettera pervenuta in redazione: “indiscutibilmente falso e privo di qualsiasi fondamento” e, pertanto, profondamente diffamatorie e lesive dell’immagine e della reputazione dell’ente cattolico.

Riportiamo il contenuto della lettera a firma dell’avvocato Salvatore Passarello che ha trasmesso, in nome e per conto di Padre Antonio Lucente, legale rappresentante di Engim Sicilia, all’attenzione del quotidiano e dell’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra.

Si legge nella lettera:

“Tutte le informazioni riportate nella succitata pubblicazione (secondo cui l’ente Engim Sicilia avrebbe dichiarato all’Assessorato “ben 27 contratti dal costo superiore ai 60 mila euro lordi all’anno”; secondo cui un dipendente a tempo indeterminato avrebbe un contratto “che costa 123 mila euro”; secondo cui “nello stesso ente risultano avere contratti dal costo annuo pari a più di 80 mila euro; secondo cui “gli altri 25 contratti d’oro si attestano poi tra i 60 e i 79 mila euro”) sono assolutamente ed indiscutibilmente false e prive di qualsiasi fondamento e, pertanto, profondamente diffamatorie e lesive dell’immagine e della reputazione dell’associazione Engim Sicilia, del proprio legale rappresentante e di tutti i lavoratori di esso dipendenti”.

Nella lettera non si risparmiano critiche al quotidiano la Repubblica, che ha pubblicato l’articolo che rischia di “danneggiare l’ente in un momento, come quello che si sta attraversando, di forte crisi per tutto il settore della Formazione Professionale in Sicilia”.

“I dati reali degli emolumenti dei dipendenti dell’associazione Engim Sicilia – prosegue la lettera – sono tutti in possesso sia dell’Assessore Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale, sia dell’Ispettorato Provinciale e Regionale del Lavoro che di tutti gli uffici periferici di controllo della spesa finanziata e delle organizzazioni sindacali, e quindi, continua a sfuggire come la Vostra testata possa riportare le siffatte notizie”.

“Giova precisare quanto segue:

– nessuno dei 70 dipendenti dell’Engim Sicilia ha uno stipendio lordo totale omnicomprensivo superiore ai 60.000 euro annui;

– nessuno dei dipendenti a tempo indeterminato dell’Engim Sicilia è stato assunto in data successiva al 31/12/2008;

– tutte le assunzioni a tempo determinato, relative ai docenti esterni sono effettuate con bando pubblico e non superano il 20 per cento delle unità full time equivalente;

– il costo medio di ciascuno dei contratti di lavoro a tempo indeterminato è pari a circa 34.658 euro annui, lordi e omnicomprensivi di ogni onere riflesso.

E se ciò non bastasse, va aggiunto che il finanziamento ottenuto per il personale a valere sull’Avviso 20/Piano Giovani è complessivamente pari a circa 632.000 euro annui e pertanto del tutto incompatibile con gli stipendi d’oro cui l’articolo del sig. Antonio Fraschilla fa riferimento.

Engim Sicilia ha operato, e continua ad operare, nel settore della Formazione Professionale Siciliana potendosi vantare di averlo fatto nel rispetto della legalità e delle normative del settore senza mai sottrarsi ai controlli, ai confronti, alla mediazione tra le parti, all’azione propositiva, alla concertazione sindacale e soprattutto senza mai sottrarsi alla costante attenzione verso gli allievi, verso le loro famiglie e verso i territori e il tessuto sociale di riferimento, dal 1825 in altre Regioni d’Italia e dal 1955 in Sicilia.

Engim Sicilia, anche attraverso l’azione dell’organizzazione datoriale Confap Sicilia, rappresentativa di tutti gli Enti di ispirazione religiosa, ha contribuito a svolgere un’azione di mediazione tra le parti sociali e l’amministrazione regionale, nell’ottica della collaborazione finalizzata al superamento dell’attuale stato di crisi.

E’ questo un periodo in cui, attraverso la Congregazione religiosa dei pp. Giuseppini del Murialdo, l’associazione investe e continua ad investire fondi propri per garantire la regolarità corsuale in un settore che ha ritardi decennali.

Per tutte le motivazioni sopra esposte, con la presente, inviata per opportuna conoscenza anche all’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale ed alle organizzazioni sindacali, l’associazione Engim Sicilia richiede alla Spett.le redazione de La Repubblica, un’immediata e satisfattiva correzione delle notizie riportate nell’edizione odierna, da pubblicarsi sia nella versione cartacea che in quella online, entro il termine massimo di giorni 2 (due), precisando che, comunque, la medesima associazione si riserva ogni possibile azione innanzi alle Autorità competenti al fine di salvaguardare i propri diritti ed interessi oggi gravemente lesi”.

Nota a margine

Sia chiaro: chi, nel settore della Formazione professionale siciliana, ha sbagliato è giusto che paghi.

Il ‘caso’ dell’Engim, a quanto sottolinea Padre Lucenti, è frutto di un errore.

Ma i ‘casi’ degli ‘stipendi d’oro’ esistono.

Noi ci chiediamo: come può accadere che ci siano lavoratori della Formazione professionale con stipendi così elevati che passano indenni dal vaglio dei controlli in sede di rendicontazione?

La questione è complessiva e di sistema. E si riassume in una domanda:

chi ha autorizzato la rendicontazione finale di cifre così elevate?

g.m.

 

Giuseppe Messina

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