Formazione professionale: una black-list per revocare gli enti formativi

SAREBBE PRONTO UN ELENCO DEI SOGGETTI IN CONTENZIOSO CON L’AMMINISTRAZIONE REGIONALE. IL GOVERNO SI APPRESTEREBBE A CANCELLARE IL SETTORE CON UN COLPO DI SPUGNA.

Pronta la black-list che mette la parola fine alla Formazione professionale in Sicilia. Sarebbe già nelle mani dell’assessore Scilabra una lista di enti formativi che, con ogni probabilità, non sarebbero ammessi alla seconda annualità del’Avviso 20/2011. Quale in motivo?

Pare che il Governo regionale si appresterebbe a negare l’accreditamento a tutti quegli enti formativi che hanno aperto, a vario titolo, un contenzioso con l’amministrazione regionale. Questo significherebbe che chi ha inviato anche una sola lettera di contestazione non potrebbe ottenere l’autorizzazione all’avvio della seconda annualità dell’Avviso 20/2011. In una sola parola si chiudono i battenti.

Sulla discrezionalità del Governo regionale ad autorizzare questo o quell’ente a proseguire le attività formative non vi sono dubbi, vista l’introduzione di un codice etico da rispettare. Ciò che emerge con profondo stupore è la possibile applicazione alla lettera del punto i) dell’articolo 11 delle disposizioni 2013 per l’accreditamento degli enti formativi che prevede proprio la revoca dell’accreditamento nei confronti dell’ente che ha avviato un’azione legale nei confronti dell’amministrazione regionale.

Se fosse confermata dai fatti, saremmo di fronte ad una sorta di Stato di polizia nel settore formativo che porterebbe alla chiusura di ogni rapporto con il sistema degli enti formativi accreditati alla Regione siciliana.

Alla luce di questa indiscrezione, sempre se confermata, sarebbe stato un errore la sospensione dello sciopero generale decisa dai sindacati confederali. Oramai è chiaro, il Governo regionale si starebbe divertendo a prendere in giro l’intero sistema formativo regionale.

Il perché è chiaro. Da un lato ha promesso ai sindacati di sbloccare i mandati di pagamento , di accelerare le procedure per l’avvio della seconda annualità del richiamato Avviso 20, di provvedere a sbloccare le risorse per la prima anticipazione per garantire un minimo di liquidità ai lavoratori con l’approssimarsi del periodo natalizio. E dall’altro, invece, predisporre la lista degli enti morosi ai quali togliere la “patente” per operare nel settore della formazione professionale. E siccome il contenuto delle nuove direttive sull’accreditamento è stato già oggetto di contestazione da parte delle associazioni degli enti formativi e da tantissimi enti gestori, il gioco è presto fatto.

Tutti a piedi, sospesa la patente i corsi chi li farà? Il Ciapi di Priolo? Confindustria? O chi? L’effetto della decisione, sempre se dovesse essere assunta, provocherebbe un terremoto sociale. Che fine farebbero i tre mila e 500 lavoratori del comparto Interventi formativi? Andrebbero al Ciapi come per i mille e 400 degli enti revocati, stante alle notizie sul una fantomatica delibera di giunta assunta dal Governo ieri sera? E che fine farebbero i circa mille e 800 lavoratori del segmento Oif che non potendo andare al Ciapi, resterebbero orfani?

Un cataclisma socio-economico, di dimensioni ancora da definire, si starebbe abbattendo sul settore. Le stesse associazioni degli enti formativi sono tornate sul piede di guerra ed hanno preso carta e penna e scritto alla Commissione Cultura e Lavoro all’Assemblea regionale siciliana (Ars).

Nella nota Forma Sicilia, Cenfop, Asef e Assofor chiedono alla richiamata Commissione di intervenire, nelle vesti di organo di merito e controllo, sull’attività del Governo e dell’amministrazione regionale nel settore della Formazione professionale. Le associazioni datoriali di settore, preoccupate per le voci insistenti sulla presenza di una black-list, hanno invocato l’intervento parlamentare proprio per fare chiarezza in ordine al papocchio del punto i) dell’articolo 11.

Quale il motivo? Acquisire il parere della Commissione in ordine alle problematiche legate alle “Disposizioni 2013 per l’accreditamento degli organismi operanti nel territorio della Regione siciliana”, rese pubbliche con decreto del 23 luglio 2013, pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana il 29 luglio 2013.

È tanta la preoccupazione per la tenuta complessiva del settore. Nella nota le associazioni degli enti lamentano che “ qualora le superiori disposizioni dovessero entrare in vigore nella formulazione prevista, causerebbero un gravissimo danno e pregiudizio agli enti che, in presenza di liti e contenziosi pendenti e non definiti, verrebbero esclusi dal sistema regionale con conseguente disastrose ricadute sui livelli occupazionali”. Questa volta, indiscrezioni a parte, sembrerebbe avvicinarsi per davvero la fine del settore formativo in Sicilia, come più volte anticipato da questo giornale in diversi articoli.

Giuseppe Messina

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