Formazione professionale/ Scuderi (Asef): “Governo torni sui suoi passi e riveda la politica di mobilità dei lavoratori”

AUMENTANO DUBBI E PERPLESSITA’ SULLA SCLETA DELL’ESECUTIVO CROCETTA DI TRASFERIRE 1500 LAVORATORI DEGLI ENTI DEFINANZIATI AL CIAPI, IN AGGIUNTA AI 1800 DEGLI SPORTELLI MULTIFUNZIONALI. LA POSIZIONE DELL’ASSOCIAIZONE ASEF.

Continuano le polemiche sulla decisione del Governo regionale di trasferire personale e risorse finanziarie dagli enti formativi al Ciapi di Priolo. E questo già accaduto sia per i Servizi formativi con il passaggio, attraverso il progetto Spartacus, criticato e massicciamente oggetto di ricorsi, degli operatori degli Sportelli multifunzionali dagli enti gestori che per gli Interventi formativi. Segmento del sistema formativo regionale che sarà interessato, nelle prossime settimane, da un corposo trasferimento di circa mille e 500 lavoratori dagli enti di formazione, sottoposti a provvedimento di revoca dell’accreditamento, al Ciapi di Priolo.

A dichiarare, in una nota, le perplessità sull’operato dell’esecutivo Crocetta in relazione all’introduzione di questa singolare prassi, che prevederebbe il trasferimento di un numero consistente di lavoratori, l’Asef. L’associazione rappresentativa di enti formativi in Sicilia aveva già mostrato dubbi e perplessità si dall’inizio, non sottoscrivendo l’Accordo sindacale con il quale il Governo, le organizzazioni Sindacali e alcune parti datoriali “hanno concordato” il trasferimento di personale e risorse al Ciapi di Priolo (SR). Accordo che haq messo in pratica quanto deciso dal Governo regionale attraverso l’approvazione di un’apposita delibera di Giunta.

È il presidente dell’Asef, Benedetto Scuderi, ad evidenziare come, da qualche tempo cominciano a manifestarsi pubblicamente le perplessità sulle procedure adottate dall’amministrazione per sopperire alla mancata attivazione di strumenti utili a dare continuità ad un Pubblico servizio, quale quello degli Sportelli Multifunzionali, reso a norma di legge da soggetti privati.

“La mancata sottoscrizione dell’Accordo da parte nostra – precisa Scuderi – non voleva assolutamente inibire l’occupazione del personale degli Sportelli ma, invece, sollecitare l’Amministrazione a trovare soluzioni non a rischio di interpretazioni che avrebbero potuto avere ripercussioni negative sull’intero sistema. Ma tali Accordi, per i soggetti firmatari, hanno probabilmente rappresentato, almeno nel breve termine, una occasione liberatoria – aggiunge – ed in tal senso non possiamo non ricordare la quasi supina accettazione del definanziamento della legge regionale n.2 del 6 marzo 1976, alla quale tutti aderirono definendola l’unica soluzione possibile, cosa che oggi ha determinato la totale confusione riguardo alla promiscuità tra la normazione regionale e la disciplina del FSE”.

Confusione nella quale si trova a proprio agio l’amministrazione, secondo l’Asef, che ne applica le norme a totale discrezione e convenienza. Dalla lettura della nota emergono alcuni retroscena del procedimento di formazione dell’accordo istituzionale trilaterale, oggetto di tante polemiche.

“Ci siamo chiesti come si è potuta adottare una procedura pubblica – dice ancora Scuderi – in presenza di un atto di governo e di un accordo sindacale che definivano senza alcuna possibilità di errore chi avrebbe dovuto transitare al Ciapi di Priolo, ma non riusciamo a darci una soddisfacente risposta. Ricordo quanto abbia insistito Salvatore Miroddi, Presidente di Cenfop, con l’amministrazione affinché si rimandasse di un mese la decisione per pervenire alla definizione di una procedura meno attaccabile, quindi più trasparente ed utile per mettere in sicurezza i lavoratori obbligati ad accettare un contratto a termine senza reali prospettive per il futuro”.

La verità, secondo l’Asef, è che altri hanno spinto verso l’immediata attivazione della procedura stabilita dall’amministrazione paventando un, per noi improbabile, passaggio del personale alle dipendenze della Regione siciliana.

Ed intanto, rimarca la citata associazione, si sente dire di forme di “Comitati” costituiti all’interno del Ciapi con ruoli non chiari e dei quali perviene notizia “passeggiando” per i corridoi degli assessorati.

Tutto ciò sembra che abbia provocato, si continua a leggere dalla nota Asef, ricorsi per via Amministrativa di “esclusi” eccellenti, quale quello di qualche laureato con titoli specialistici che non ha ritenuto lecito l’iter adottato.

Sul contenzioso pone un interrogativo Scuderi. Cosa potrebbe accadere se le impugnative dei partecipanti alla “selezione” esclusi a vario titolo dall’assunzione temporanea al Ciapi trovassero accoglimento?

La nota dell’associazione datoriale tocca anche la vicenda riguardante il prossimo passaggio di almeno mille e 500 lavoratori, dipendenti di enti de finanziati, insieme alle ore e quindi al corrispondete finanziamento del “Piano Giovani”, presso l’ente di formazione della Regione siciliana. Piano che, va ricordato, da continuità all’Avviso 20/2011, bando pubblico a seguito del quale sono state definite delle graduatorie che contengono progetti valutati positivamente ma non finanziati per esaurimento delle risorse al tempo disponibili.

“Oggi alcuni enti di formazione, utilmente inseriti in graduatoria ma non finanziati, si propongono di ricorrere al Tar – riferisce Scuderi – per, a loro dire, esigere il rispetto della graduatoria attivandone lo scorrimento, ciò potrebbe inserire meccanismi di rivalsa che provocherebbero problemi al percorso intrapreso dal Governo con Delibera di Giunta. Ci chiediamo se non poteva essere richiesto agli Enti in graduatoria di rendersi disponibili ad assorbire finanziamenti e personale derivanti dalla suddetta revoca degli Accreditamenti”.

Ironicamente la nota sottolinea come lo scorrimento della graduatoria dell’Avviso 20/2011 sarebbe stato, ancorchè forse non del tutto lecito, troppo facile e, magari ragionevole a tal punto da non essere stato preso in considerazione. Questo avrebbe evitato liti giudiziarie, incontri vari sul tema e ulteriori interventi castigatori nei confronti degli enti.

“Attendiamo con curiosità e serenità che il presidente Crocetta porti in Assemblea regionale siciliana, come dichiarato, la riforma del sistema da esitare entro il mese di dicembre – precisa il presidente dell’Asef – e non l’attendiamo per criticarlo, ciò non è in atto gradito, ma nella speranza che, finalmente, possano trovare concretezza legislativa gli intendimenti del Governo che, sicuramente, soddisferanno le diverse disposizioni di legge che interessano il settore e la normazione complessiva sia essa Nazionale che Comunitaria”.

“E’ auspicabile tutto ciò – richiama la nota Asef – perché il sistema formativo possa acquisire serenità e fornire un adeguato servizio all’utenza attraverso un’offerta formativa più congeniale nei riguardi delle vocazioni dei partecipanti, meglio rispondente alle esigenze delle imprese che rimarranno sul mercato ed in grado di stimolare processi di auto imprenditorialità, se pur in una terra dove la mancata promozione dello sviluppo economico concorre a creare scarse condizioni di fattibilità”.

Ed ora viene pubblicata su LinkSicilia la notizia che il Giudice del Lavoro di Palermo individua nella Regione Siciliana l’organo di garanzia del trattamento contrattuale dei dipendenti degli enti dichiarando: “Al personale iscritto all’albo previsto dall’art. 14 della legge regionale 6 marzo 1976, n. 24, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato è garantita la continuità lavorativa e riconosciuto il trattamento economico e normativo previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria”.

Nelle considerazioni conclusive, l’Asef richiama alla prudenza e ad un ripensamento sulle sclete fino ad oggi adottate dall’esecutivo regionale.

“Forse tutta la materia, peraltro complessa, avrebbe dovuto essere gestita con maggiore prudenza – chiarisce Scuderi – ma oramai si sono sciolte le briglia e le reazioni di chi vede mettere in gioco la propria esistenza non sono più contenibili”.

Riportiamo il passo tratto dalla nota dell’Asef, sull’appello al cambio di marcia.

“Un ripensamento da maturare in tempi brevissimi da parte del Governo è ancora possibile e servirebbe ad evitare un pericoloso scontro sociale e l’instaurazione di un clima più disteso per pervenire ad una vera riforma dell’ormai imploso sistema formativo siciliano. Inutile continuare con dichiarazioni del tipo che ‘sulla formazione se ne vedranno delle belle’, poiché delle belle se ne potranno vedere su tutti, le guerre non determinano vittoriosi e perdenti ma, in grande misura, solo vittime che nulla hanno a che vedere con i contendenti. Sembrerà un paradosso ma gli unici Attori del Sistema formativo in grado di attenuare le tensioni sociali e di ridargli organicità sono proprio gli Enti di formazione professionale. Nell’ultimo incontro tra organizzazioni sindacali e datoriali ci è stato detto che non è il momento di difendere questo sistema, naturalmente chi produceva l’osservazione sapeva a cosa si riferiva, io no”.

“Le Associazioni datoriali non hanno in nessuna occasione difeso “questo sistema” – conclude Scuderi – hanno solo difeso la indifferibile continuità dell’erogazione di un pubblico servizio, ad una utenza della quale debbono essere rispettate le esigenze, ed è per questo che non bisogna nascondersi ma, al contrario, restare nell’Agorà e continuare ad esistere”.

Giuseppe Messina

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