Formazione professionale/ Giaramita (Sinalp): missione sindacale: la difesa della Legge regionale n.24/76

SI’ ALLA TUTELA DEL LAVORO E DEI LAVORATORI DEL SETTORE, NO ALLA PRECARIZZAZIONE. SONO I TEMI CENTRALI CHE MUOVERANNO L’AZIONE SINDACALE DEL SINALP. iN CALCE IL DOCUMENTO INTEGRALE DEL SINDACATO

La difesa della legge regionale 6 marzo 1976, n.24 e del sistema di tutele a garanzia dei livelli occupazionali dei lavoratori del settore Formazione professionale è la missione della Confederazione sindacale nazionale autonoma dei lavoratori e dei pensionati (Sinalp).

A dichiararlo il coordinatore regionale del comparto Formazione professionale, Pippo Giaramita, nel corso della conferenza stampa di presentazione del coordinamento regionale tetunasi nella nuova sede di Via Serpotta, 53.

“Cercheremo di evitare lo scivolone verso la precarizzazione che questo Governo regionale sta attuando a danno dei lavoratori iscritti all’Albo regionale di categoria – ha dichiarato Giaramita – dirottando il settore della Formazione professionale dalla stabilità sociale al precariato”.

Consegnato ai giornalisti presenti il documento programmatico che analizza il settore e pone in risalto diverse criticità, prima fra tutte il pastrocchio attuato dall’esecutivo regionale che con una mano hanno adottato precisi atti amministrativi e con l’altra li ha disattesi.

“La nostra intende essere un’azione sindacale propositiva e aperta al confronto con le istituzioni – ha aggiunto il coordinatore regionale – le accuse di speculazioni sui lavoratori le rispediamo al mittente, sottolineando che il nostro impegno sarà quello di difendere in ogni tavolo le istanze dei lavoratori senza piegarci ad accordi firmati a danno del personale del settore”.

Tra le prime azioni poste in essere dal Sinalp, una nota sull’Albo regionale degli operatori della Formazione professionale siciliana, trasmessa al presidente della Regione, Rosario Crocetta, all’assessore al Lavoro, Ester Bonafede, all’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, al procuratore regionale della Corte dei Conti, Guido Carlino ed al Nucleo speciale spesa pubblica e repressioni frodi comunitarie della Guardia di finanza.

Nella lettera il sindacato denuncia la presenza nell’Albo provvisorio, tra il personale impiegato a tempo indeterminato, diversi legali rappresentanti di enti finanziati con risorse comunitarie (Fse) e fondi regionali.

Secondo il Sinalp, si tratterebbe di un chiaro caso di incompatibilità per la duplice veste di datore di lavoro e impiegato, ruoli concentrati nelle stesse persone.

Una situazione in palese contrasto con la normativa vigente – ha precisato Gaetano Giordano, leader di Cosm Sicilia, oggi confederata con il Sinalp, e coordinatore regionale del comparto Sportelli multifunzionali del citato sindacato – che potrebbe ravvisare il danno erariale”.

Diversi i punti esplosi nel documento programmatico che evidenziano le troppe criticità di un sistema formativo imbrigliato da lacci e laccioli, dal rapporto di servizio che regola i rapporti tra la Regione siciliana e gli enti gestori, al ruolo dell’Albo regionale degli operatori della Formazione professionale. Ed ancora, dal divieto di assunzioni posto dall’articolo 1, comma 10 della legge n.25 del 29 dicembre 2008 al ricollocamento dei lavoratori degli enti formativi revocati o esclusi dall’Avviso 20/2011.

Il documento prosegue l’analisi affrontando argomento come la mancata applicazione dell’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n.207 del 2010 in tema sblocco del pagamento delle retribuzioni alla vicenda degli Sportelli multifunzionali, per passare dal caso Cefop.

Inoltre, l’approfondimento sul Fondo di garanzia e sui ritardi nell’avvio dell’annualità formativa 2013/2014. Ed infine, sull’omesso rispetto dei termini in capo agli uffici della pubblica amministrazione regionale, previsti dalla legge n.241 del 1990. Dalla legge regionale n.5 del 2011, in merito alle risposte da fornire al cittadino. Tutti temi che il lettore potrà approfondire in altro articolo che riporta il documento nella sua interezza.

Nelle considerazioni introduttive al richiamato documento, il Sinalp sottolinea un aspetto in particolare che avrebbe mosso le inchieste di diverse procure della Repubblica, a cominciare da Messina e Catania. Dallo studio effettuato da citato sindacato “emerge prepotentemente l’aspetto affaristico-clientelare che da decenni investe l’intero settore della Formazione professionale.

Le cause di tali siffatte condotte illecite finalizzate alla costante aggressione ai finanziamenti pubblici è da ricercare, senza ombra di dubbio, nella accertata connivenza tra politica-burocrazia-enti-sindacati che nel tempo ha prodotto danni enormi al pubblico erario e all’immagine della stessa Regione Siciliana. La Regione, in qualità di soggetto pubblico promotore, programmatore e coordinatore delle attività formative finanziate con risorse pubbliche (regionali e/o europee), ha delle responsabilità gravissime per aver omesso attraverso i suoi stessi organi preposti centrali e periferici di vigilare e controllare efficacemente le attività degli Enti dal punto di vista dell’andamento didattico nonché per gli aspetti concernenti la corretta gestione amministrativo-contabile”.

In calce a questo articolo riportiamo il testo integrale del documento programmatico che, secondo quanto riferito dal Sinalp, sarà oggetto di confronto, nelle prossime settimane, con le istituzioni a tutti i livelli.

Il Sinalp è guidato in Sicilia dal segretario generale Andrea Monteleone. Completano la struttura regionale del settore formazione professionale del sindacato, Mario Mirabile, coordinatore regionale del comparto degli interventi e Maurizio Macagnone, coordinatore regionale del comparti Istruzione e formazione professionale (Oif) e Formazione permanente e continua (Fp e C).

Documento Programmatico Sinalp

Alla luce degli ultimi provvedimenti giudiziari disposti dalla Procura di Catania nei confronti dei responsabili degli Enti IRAPS, ANFE, ANFES e ISSVIR ancora una volta emerge prepotentemente l’aspetto affaristico-clientelare che da decenni investe l’intero settore della Formazione Professionale. Le cause di tali siffatte condotte illecite finalizzate alla costante aggressione ai finanziamenti pubblici è da ricercare, senza ombra di dubbio, nella accertata connivenza tra politica-burocrazia-enti-sindacati che nel tempo ha prodotto danni enormi al pubblico erario e all’immagine della stessa Regione Siciliana. La Regione, in qualità di soggetto pubblico promotore, programmatore e coordinatore delle attività formative finanziate con risorse pubbliche (regionali e/o europee), ha delle responsabilità gravissime per aver “OMESSO” attraverso i suoi stessi organi preposti centrali e periferici di vigilare e controllare efficacemente le attività degli Enti dal punto di vista dell’andamento didattico nonché per gli aspetti concernenti la corretta gestione amministrativo-contabile.

In ragione di ciò, appare opportuno evidenziare in sintesi la complessa strutturazione organizzativa del comparto Formazione Professionale regolata dalla legislazione vigente.

La Regione Siciliana affida ad enti privati (strumentali) l’espletamento di una attività strutturata per legge come servizio pubblico, dettagliatamente programmata, diretta e controllata dalla stessa in conformità del relativo piano annuale e/o piani pluriennali (art. 5 l.r. n. 24/76) al fine di realizzare quelle esigenze pubbliche dalla medesima legge perseguite.

L’ente privato è inteso quale esecutore della volontà degli organi di governo del soggetto pubblico (Regione Siciliana) ed è strumentale in quanto realizza quelle politiche pubbliche che l’ordinamento assegna alla Regione attraverso “un rapporto di servizio” tra Ente pubblico Regione ed Ente gestore delle attività formative.

La spiegazione, comprensione di tali specifiche caratteristiche, è contenuta nei principi che regolano le leggi dell’intero settore, nel tempo stravolte, disapplicate e calpestate in nome di un denominatore comune e cioè la trasformazione di un servizio pubblico in affare privato.

Infatti un “rapporto di servizio” sussiste quando un soggetto, anche privato, venga comunque investito dallo svolgimento in modo continuativo di una determinata attività in favore della P.A., con inserimento in moduli organizzativi di questa e con assunzione di particolari vincoli ed obblighi diretti ad assicurare il buon andamento dell’attività affidata e la rispondenza della stessa alle finalità di interesse generale cui è preordinata.

Ovviamente questo non è sufficiente per determinare la configurabilità di un “rapporto di servizio” tre Ente Regione ed Ente gestore delle attività formative. Infatti la convergenza dei fini, tra ente privato e Regione e la strumentalità del primo rispetto agli scopi perseguiti dalla seconda, non bastano a far assumere all’ uno la posizione di ente strumentale ed ausiliare dell’altra, così come non è sufficiente il vincolo dato dal finanziamento a determinare l’inserimento dell’ente privato nell’apparato organizzatore della Regione.

È però indispensabile che l’affidamento abbia una sua proiezione nel tempo apprezzabile e sia accompagnato dalla creazione di vincoli tali da caratterizzare la relazione instaurata fra l’ente pubblico ed il privato in senso strutturale e non soltanto funzionale, vincoli in difetto dei quali sarebbe impossibile ravvisare una situazione di appartenenza, in senso lato, del soggetto sottoposto all’apparato della istituzione pubblica dirigente e quindi una compenetrazione dei compiti dall’uno svolti e dall’altra demandati e fruiti.

Orbene l’attenta lettura della legge regionale n. 24 del 1976 rende evidente che l’attribuzione di denaro pubblico (a totale copertura dei costi) rappresenta nella fattispecie soltanto il momento finanziario di una ben più articolata convenzione di affidamento dell’esercizio di una attività, assunta per legge e strutturata dalla Regione Siciliana come “servizio pubblico”, ad un ente privato avente per fine, senza scopo di lucro, la formazione professionale.

Ente che, attraverso un meccanismo di sostituzione, viene a gestire in nome proprio detta attività addestrativa ed a carattere extrascolastico ma pur sempre in vece e per conto dell’Amministrazione Regionale attenendosi strettamente ai moduli operativi da questa dettati ed inserendosi, quale stazione operativa terminale, nell’organico e pianificato assetto da questa dato al servizio.

Due risultano essere gli elementi caratterizzanti il “rapporto di servizio” :

1- l’inserimento del soggetto investito di una attività di pubblico interesse nell’apparato organizzatore di una Amministrazione Pubblica;

2- dell’ assunzione di vincoli particolari attinenti allo svolgimento di quell’ attività secondo regole inderogabili dettate dall’ente pubblico dirigente elementi che, a ben vedere, della situazione di asservimento pongono in risalto, rispettivamente, l’aspetto strutturale e quello funzionale.

Per quanto concerne il punto 1-

Secondo la disciplina della citata Legge Regione Siciliana n. 24 del 6/Marzo/1976 emergono segni manifesti di quella posizione partecipativa ai modi dell’azione amministrativa, cui sopra si accennava, da parte dell’ente privato affidatario dello svolgimento di corsi di addestramento professionale. Ad esso è infatti imposto di svolgere, di norma, la propria attività presso appositi centri di formazione professionale – intesi come complessi di locali e di attrezzature stabilmente ed esclusivamente destinati a quello scopo (art. 7 l.r. n. 24/76) e la cui gestione è affidata, preferibilmente ma non esclusivamente, agli Enti senza scopo di lucro (art. 4 l.r. n. 24/76).

L’organizzazione ed il funzionamento dei centri vengono quindi disciplinati (art. 8) da un regolamento interno secondo un modello elaborato da apposita “Commissione Regionale per la Formazione Professionale dei lavoratori” (art. 15) in maniera così uniformatrice e penetrante da far loro assumere, sul piano operativo, la fisionomia di stazioni periferiche stabili, inservienti per la esecuzione delle direttive e delle iniziative adottate, nel settore, dall’Assessorato Regionale competente.

Oltre che in materia di locali, di attrezzature e di organizzazione in genere dei centri, l’inserimento dell’ente gestore dei corsi di addestramento dentro schemi operativi strutturali di base, prefissati dalla P.A., si manifesta altresì in materia di limitata libertà di scelta del personale preposto alle attività formative (art. 13 ) ed in particolare del personale docente e amministrativo per il quale viene richiesta l’ iscrizione in un apposito Albo regionale (art. 14 ).

E del resto l’ intera definizione degli ordinamenti didattici, delle condizioni di ammissione ai corsi, della durata complessiva dei cicli formativi e dei singoli corsi, del numero e della ripartizione delle ore di insegnamento è compito d’iniziale impostazione riservato ad uffici centrali di vertice (Assessore ed apposita commissione, artt. 12 e 15 ), così come è ad essi attribuito il compito conclusivo della sovraintendenza alle prove finali teorico-pratiche volte all’accertamento della idoneità degli allievi ed al rilascio di un attestato di qualificazione o specializzazione, costituente titolo di preferenza ai fini dell’avviamento al lavoro (art. 12). Tra questi due momenti si inserisce l’attività dell’ente privato, di gestione del corso di formazione professionale, a saldatura della organicità di svolgimento del servizio assunto dalla Regione come pubblico e proprio.

Per quanto riguarda il secondo aspetto – punto 2-

Basterà osservare che ogni singolo corso, in quanto iniziativa di formazione professionale prescelta, controllata e coordinata dall’Assessorato, rappresenta frazione attuativa di un complessivo “piano regionale” annuale e pluriennale (artt. 5 e 6 ) e si qualifica per la sua funzione strumentale rispetto ai fini mirati dal piano medesimo. Tutto ciò comporta l’instaurarsi di vincoli di assoggettamento (non ultimo quello del rendiconto dell’impiegato del finanziamento ricevuto dalla Regione) a fronte dei quali ben poco, od insignificante spazio, resta all’ente privato gestore per personalizzare in senso autonomo, nei contenuti e nei modi, il singolo corso di addestramento professionale.

Vincoli, dunque, che disciplinano l’attività di gestione secondo regole e moduli inderogabili e che costituiscono oggetto di compiti continui di vigilanza e di controllo da parte dell’Assessore Regionale (art. 19). È opportuno, infine, osservare che dette funzioni non investono soltanto il profilo della regolarità amministrativa e contabile della gestione del corso ma si estendono altresì al rilevamento di eventuali carenze tecnico-didattiche (art. 10) e possono approdare alla inflizione di misure cautelari e sanzionatorie, dalla sospensione della attività di addestramento, svolta dall’ente, alla revoca del contributo concessogli. Dal che è lecito trarre ulteriore conferma della impossibilità di circoscrivere al mero aspetto del finanziamento l’essenza del fenomeno della interrelazione instaurata tra Regione Siciliana ed ente privato gestore dei corsi ai sensi della l.r. n. 24 del 1976.

Non è un caso che il presente documento inizi con la superiore analisi esplicativa stante che questa O.S. Sinalp Formazione Professionale si prefigge, come obiettivo primario, di imporre agli Organi politico-burocratici l’applicazione ed il rispetto delle normative vigenti regolanti il settore della FP attraverso un’azione sindacale specifica e mirata, oltre ovviamente, ad imporre alla controparte datoriale l’applicazione corretta del ccnl.

Da troppo tempo il settore è sottoposto ad apposita ingessatura allo scopo di favorire le scorribande di personaggi senza scrupoli nelle vesti di autentici assaltatori delle risorse pubbliche. La gestione del bene collettivo e del servizio pubblico (attività formative), imposto dalla normativa vigente (leggi ordinamentali e obbligatorie), ha lasciato spazio, attraverso connivenze e complicità di ogni tipo, alla loro sistematica elusione. In un contesto di questo tipo generatore di fenomeni di illecito arricchimento e corruttela diffusa risultano essere pesantissime le responsabilità degli Organi Politico –Amministrativi che nei diversi anni si sono succeduti alla guida della Regione Siciliana e dell’Assessorato competente.

Altrettanto pesante risulta essere la responsabilità delle OO.SS. il particolare della Triplice sindacale (CGIL CISL e UIL) che da sempre hanno rivestito nel settore il doppio ruolo di datore di lavoro e difensori dei lavoratori. Certamente un’azione sindacale di forte contrasto al fenomeno di sistematica corruttela e di aggiramento ed elusione delle leggi non avrebbe permesso lo sfascio attuale. Vittime predestinate di questo micidiale apparato che da quasi 40 anni gestisce allegramente il sistema, gli incolpevoli lavoratori e il pubblico erario.

 

Appare pertanto opportuno sottolineare, alla luce delle inchieste giudiziarie e dei provvedimenti amministrativi posti in essere nel corso dell’ultimo anno dal Governo Crocetta che l’azione Politico-Amministrativa del Governo risulta essere poco incisiva nella parte in cui da un lato si procede alla revoca dell’accreditamento degli enti e dall’altra si omette di tutelare il personale nella continuità lavorativa e retributiva. Al riguardo se nè evidenziano alcuni passaggi, sui quali questa O.S., nel rispetto della legalità nei fatti e non a parole intraprenderà una lotta durissima.

-Aggiornamento dell’albo-

Il recente aggiornamento dell’Albo degli operatori istituito con D.A. n. 38/Gab dell’11/10/2011 già pubblicato sul sito del Dipartimento, ha posto un punto fermo per tutto il sistema formativo in relazione alle tutele previste dalle leggi in favore degli operatori ivi iscritti con contratto a tempo indeterminato assunti entro il 31/12//2008. Sul punto rendiamo merito all’Assessore Nelli Scilabra per aver ripristinato uno strumento dopo ben 16 anni. Non comprendiamo però come mai l’Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale, cui compete la gestione dell’albo (vigilanza compresa), una volta ricevute le dichiarazioni dei dipendenti e degli enti gestori non abbia proceduto nell’immediato a verificare la veridicità delle stesse attraverso i controlli incrociati (INPS, INAIL e MINISTERO del LAVORO). Ad oggi l’albo aggiornato è pieno di operatori assunti dopo il 31/12/2008, operatoti indagati e/o già rinviati a giudizio, operatori IX livello che contemporaneamente risultano essere legali rappresentanti dei loro Enti, nonchè da soggetti il cui ente di appartenenza non ha mai svolto attività formativa finanziata ai sensi della l.r. n. 24/76. Ricordiamo che ai sensi dell’art. 2 l.r. n. 25/1993 l’iscrizione all’Albo garantisce la continuità lavorativa e retributiva.

In ragione dell’aggiornamento dell’albo le problematiche in capo agli Assessorati competenti (Istruzione e Lavoro) a seguito della revoca dell’accreditamento a numerosi Enti Gestori e della mancata proroga degli avvisi 1 e 2 (Sportelli Multifunzionali) risultano essere complesse e non di facile gestione se i successivi percorsi, previsti dalla legge e dal ccnl in una determinata direzione, vengono artatamente sostituiti da accordi con le OO.SS. o peggio ancora da inadempienze Amministrativo-burocratiche.

 

 

Divieto di assunzioni l.r. n. 25 del 29/12/2008 –

art. 1 comma 10-

“E’ fatto divieto alle Amministrazioni regionali, istituti, aziende, agenzie, consorzi, esclusi quelli costituiti unicamente tra enti locali, organismi ed enti regionali comunque denominati, che usufruiscono di trasferimenti diretti da parte della Regione, di procedere ad assunzioni di nuovo personale sia a tempo indeterminato che a tempo determinato. Le disposizioni del presente comma non si applicano alle aziende unità sanitarie locali e alle aziende ospedaliere per le quali continuano ad applicarsi le vigenti norme nazionali in materia”.

Il divieto di assunzioni introdotto dalla norma regionale non ammette deroghe (con esclusione del settore sanitario) stante che l’esigenza di contenimento della spesa pubblica imponga l’operatività del divieto anche con riferimento alle assunzioni obbligatorie (temporaneamente sospese in attesa di cessazione del divieto). In spregio alla superiore rigidissima norma, molti Enti hanno continuato ad assumere personale senza che nessun organo di vigilanza intervenisse efficacemente irrogando le dovute sanzioni e segnalando le anomalie alla competente Corte dei Conti. Non solo la norma di legge ma anche delibere di Giunta, direttive dell’Assessorato della Famiglia delle Politiche sociali e del Lavoro e circolari dell’Assessorato all’Economia ribadivano il divieto di assunzioni; con circolare n. 19/2010 lo stesso assessorato all’Economia ribadiva inoltre che “le spese per il personale non possono superare quelle sostenute nell’anno 2009”. Resta il fatto che gli Enti hanno continuato ad assumere nel 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013 provocando di fatto un danno enorme alle casse dell’erario. Altro che contenimento della spesa pubblica!!

Enti revocati problematiche-

Emblematica la vicenda dell’Ente Sicilform Ente escluso dall’avviso 20/2011 per intervenuta revoca dell’accreditamento i cui dipendenti in violazione di leggi e del ccnl non sono stati ricollocati. A questa omissione segue altra vicenda che ha visto coinvolto l’Ente Ancol al quale è stato revocato l’accreditamento per gravi irregolarità amministrative con le attività formative in corso di svolgimento. Poiché in ogni caso trattasi di servizio pubblico finanziato con risorse pubbliche, le attività formative non potevano essere interrotte. La Regione aveva l’obbligo di trasferire corsi e personale presso altro ente e nel contempo consentire di ultimare le attività in corso di svolgimento. Tra l’altro la norma per l’attuazione di tale procedura è perfettamente incardinata nel bando Avviso 20 (lex specialis) nella parte in cui si richiama l’intero contenuto del capo II della l.r. n. 27/1991. Gravi le conseguenze per i lavoratori a cui è stata negata ogni retribuzione maturata e nel contempo non attivati i processi di mobilità. A seguire stessa sorte investe gli operatori di altri enti revocati Aram, Lumen, Airprig e lo Ial- Sicilia, il quale addirittura continua a propinare il ricorso alla CIGD.

Enti esclusi dall’Avviso 20/2011

Ancora più grave risulta essere la vicenda degli Enti della provincia di Caltanissetta (Irfap, Enaip, Ecap e Geoinformatica) ed altri enti (IPF, MICROSET, CAS, ALIBI CLUB, AIRPRIG, IN.FORM.HOUSE etc.) aventi personale a tempo indeterminato iscritti all’albo rimasti fuori dall’Avviso 20 e/o dalle attività OIF per i quali l’Amministrazione non è riuscita a definire alcuna soluzione; tutto ciò con l’aggravante che le problematiche inerenti detti lavoratori non sono state neppure prese in considerazione nell’incontro con gli organi istituzionali del 17 ottobre 2013 e non sono state nemmeno calendarizzate nel Tavolo programmato per il 25 ottobre 2013. Per detti lavoratori, appartenenti ad Enti esclusi a vario titolo dall’Avviso 20/2011 e per i quali manca la relativa copertura di spesa nell’ambito del predetto avviso 20, non sono state prospettate le soluzioni di salvaguardia occupazionale previste invece per i lavoratori licenziati CEFOP e ANFE che, in quanto esuberi, si trovano nella medesima identica situazione.

Problematica Cefop

In tema di vigilanza sull’operato dell’ente la Regione, ai lavoratori di questo Ente ha riservato il peggiore trattamento di tutto il settore della FP. In particolare si sottolinea la perdita costante delle retribuzioni loro dovute in ragione delle prestazioni lavorative effettuate per conto dell’Ente ma, sempre e comunque in favore della Regione. Da circa tre anni l’Amministrazione non solo non interviene ai sensi di legge, ma sembra abbia assunto un atteggiamento quasi connivente in ordine ad operazioni non previste dalla normativa regionale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: lavoratori ridotti all’indigenza. L’errore più grave (pesantissime responsabilità politico-burocratico-sindacale) consiste nel fatto che a suo tempo (Amministrazione Lombardo) non si è proceduto per come previsto dalla normativa a far transitare corsi, personale e attrezzature dal Cefop ad altro Ente. Quando interverra’ la P.A. per mettere ordine al disordine?

 

 

Sportelli Multifunzionali

L’accordo del 26/09/2013 tra Regione e OO.SS. sul passaggio temporaneo degli operatori Sportelli Multifunzionali al Ciapi di Priolo risulta essere a nostro avviso contrario a legge nella parte in cui si omette di ricollocare i lavoratori (iscritti all’Albo) e si procede inopinatamente ad una collocazione a tempo determinato in violazione di leggi e ccnl che prevedono, attraverso i processi di mobilità, solo ed esclusivamente la ricollocazione interna e/o esterna al settore FP per tutti gli operatori rimasti senza incarico. La vicenda assume contorni ancora più gravi tenuto conto che potrebbero essere collocati al Ciapi soggetti non aventi i requisiti in quanto assunti dopo il 31/12/2008. I risultati delle selezioni sono sotto gli occhi di tutti. Caos totale, denunce e ricorsi annunciati da moltissimi operatori.

Retribuzioni e omessa applicazione art. 5 DPR n. 207/2010 (intervento sostitutivo)

E’ l’aspetto più grave del comparto ed investe pesantemente le tre filiere Interventi Sportelli e Oif. Operatori che non ricevono la retribuzione per le prestazioni di lavoro effettuate in media da 10 mesi con punte massime di 24 mesi. Sul punto il Governo non è riuscito a risolvere la grave problematica né con lo snellimento delle procedure burocratiche né con l’eventuale intervento sostitutivo. Non si comprendono infatti i motivi per i quali lo stesso Governo decida (delibera di Giunta n. 200) di applicare l’art. 4 del DPR 207/2010 (intervento sostitutivo) in favore degli enti e omette volutamente di applicare l’art. 5 (intervento sostitutivo) in favore degli operatori, nonostante sul punto, vi siano ben 2 pareri favorevoli da parte dell’ufficio Legislativo e Legale (n. 303/2006 e n. 262/2008). Inoltre agli Enti che hanno ricevuto le famose integrazioni sono state trattenute parte dei finanziamenti destinate anche agli operatori. Pertanto il quadro generale assume una gravità estrema con gli operatori ridotti al collasso finanziario e un Governo immobile sulla problematica. Di fatto le attività formative da qualche anno a questa parte, iniziano e si concludono a spese degli operatori. E’ una scelta affamarli, oppure questa strategia risponde a logiche esterne ?

Fondo di garanzia

Non ci risulta chiaro in che modo vengano utilizzate le risorse destinate dal bilancio regionale al fondo e chi siano gli eventuali soggetti fruitori stante che, per gli anni 2011, 2012 e 2013 quasi tutti gli enti hanno fatto ricorso alla CIGD. Ad oggi ad alcuni operatori posti in mobilità ed a carico del fondo non è stato corrisposto quanto loro dovuto per legge nonostante i diversi solleciti inoltrati all’Amministrazione e al Dirigente Generale. Sul punto l’apparato burocratico omette persino di rispondere nei 30gg. previsti dalla legge. La gestione del fondo di garanzia desta parecchi sospetti e pertanto ci riserviamo in tempi brevi di effettuare gli opportuni approfondimenti. Non sono altrettanto chiari i motivi per i quali agli operatori posti in CIGD non venga corrisposto l’ulteriore 20% loro spettante specificatamente sottoscritto dalle parti negli accordi con lo OO.SS.

Attività formativa 2013/14

Non si comprendono i motivi per i quali con le attività formative I annualità avv. 20/2011 ultimate a giugno scorso ad oggi, non vi è traccia del piano 2013/14. Cosa si nasconde dietro questo inspiegabile ritardo? L’Amministrazione non può trincerarsi dietro il continuo ricorso ai tavoli concertativi che non producono nulla e condurre un’azione amministrativa con ritmi da tartaruga. Si rischia la paralisi totale. La Regione deve immediatamente presentare il piano 2013/14 e sottoporlo al parere vincolante della CRI, adempimento obbligatorio gravemente omesso lo scorso anno. Ricordiamo che tutte le responsabilità ed oneri inerenti il personale a tempo indeterminato iscritto all’albo ricadono per obbligo di legge sempre e comunque in capo alla Regione Siciliana (Ente garante).

Trasparenza Amministrativa L.241/1990 e l.r. n.5/2011

Abbiamo avuto modo di constatare che l’apparato politico-burocratico con reiterata frequenza omette di rispondere al cittadino utente nei termini dei 30gg. previsti dalla legge (241/1990 e l.r. n. 5/2011). Richieste chiarimenti e diffide inoltrate al Presidente della Regione, Assessore Istruzione e Formazione Professionale e al Dirigente Generale del Dipartimento rimangono regolarmente inevase e privi di qualsiasi risposta. Lo stesso atteggiamento permanentemente omissivo mantengono molti enti gestori altrettanto obbligati al rispetto delle leggi sulla trasparenza amministrativa (vedi sentenza CGA n. 1066 del 4/12/2012). Vogliamo ricordare che il singolo Assessore, vero è che rappresenta l’organo politico, ma in ogni caso e a tutti gli effetti di legge risulta essere il Legale Rappresentante dell’ Assessorato che dirige. Auspichiamo un immediato cambio di rotta nel rispetto della legge e del perseguimento della legalità nei fatti e nei comportamenti.

 

In ragione di quanto sopra evidenziato appare opportuna ed urgente una presa di posizione netta da parte del Governo improntata sull’accelerazione dei pagamenti al personale attraverso l’utilizzo corretto di tutti gli strumenti previsti dalla legge al fine di tamponare efficacemente le emergenze.

Inoltre, in relazione alle complesse problematiche che investono tutto il settore della Formazione Professionale Regionale e considerata la necessaria urgenza in ordine alla loro risoluzione, questa O.S. Sinalp Formazione Professionale nel rispetto-applicazione della normativa vigente propone al Governo di dare corso e tempestiva attuazione sui seguenti punti.

1-Applicazione immediata dell’art. 5 DPR 207/2010 (intervento sostitutivo) e snellimento burocratico inerente le farraginose procedure per l’emissione dei mandati di pagamento al personale.

2- Istituzione immediata delle liste di mobilità per singola provincia secondo le procedure previste dalla C.A. n. 10/94 strettamente connesse all’Albo aggiornato, ai dati ivi contenuti e scorporato per provincia. Tale operazione si rende necessaria al fine di ricollocare i lavoratori degli enti revocati rimasti senza incarico.

3- Trasferimento di corsi e personale dagli enti revocati ad altro ente attraverso i processi di mobilità con il mantenimento dei diritti acquisiti e della tipologia contrattuale (a tempo indeterminato) previo parere della CRI.

4- Attivazione immediata delle procedure inerenti la predisposizione del piano formativo 2013/14.

5- Revoca dell’accreditamento per gli enti che applicano illegittimamente le procedure della L. 223/1991 e collocano il personale in CIGD (istituto non applicabile alla FP).

6- Monitoraggio controllo e vigilanza sul TFR accantonato dagli enti. Le dichiarazioni fornite dai legali rappresentanti non sono sufficienti a dimostrare l’avvenuto accantonamento.

7- Risoluzione urgente della complessa problematica (discriminatoria) che ha investito la provincia di Caltanissetta la quale è rimasta tagliata fuori dalle attività formative avviso 20/2011 con grave pregiudizio per utenti e operatori in relazione alla mancata fruizione di un servizio pubblico. Inoltre, si chiede tempestiva risoluzione in favore dei lavoratori degli enti ( Cas, IPF, In.Form.House Microset ecc.) ad oggi inspiegabilmente ed illegittimamente fuori dal circuito lavorativo della FP.

8- Programmare e definire l’istituzione dell’ Agenzia della Formazione Professionale (51% Regione Siciliana 49% privati) quale unico Organismo strumentale, gestore di tutte le attività nelle tre filiere. Trasferimento con passaggio diretto e immediato di tutto il personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato assunto entro il 31/12/2008 ed iscritto all’albo di cui all’art. 14 l.r. n. 24/76.

In ragione delle diverse problematiche evidenziate e delle estreme urgenze non rinviabili questa O.S. Sinalp Formazione Professionale, pur riconoscendo al Governo di avere emanato atti importanti in funzione della salvaguardia dei livelli occupazionali, ritiene che agli atti di indirizzo, nonché al contenuto degli accordi del 3/giugno/2013 bisogna dare il corretto e tempestivo seguito secondo le disposizioni di legge vigenti.

Pertanto sulle emergenze sopra richiamate, questa O.S. sin da ora si dichiara disponibile ad intraprendere fattiva e concreta collaborazione concertativa con l’Amministrazione Regionale nello specifico intendimento-obiettivo di accelerare l’azione amministrativa secondo criteri di legalità e trasparenza imposti dalla legge a tutte le componenti del comparto FP.

 

IL Segretario Regionale

Andrea Monteleone

 

Il coordinatore regionale formazione professionale Pippo Giaramita ……………………….

Il Coordinatore Regionale Interventi Mario Mirabile ……………………….

Il Coordinatore Regionale OIF Maurizio Macagnone ……………………….

Il Coordinatore Regionale Sportelli Multifunzionali Gaetano Giordano ……………………….

 

 

Giuseppe Messina

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