Formazione professionale/ Gaglio (Ecap Palermo): “L’ente ha agito correttamente”

DOPO LE ACCUSE LANCIATE DAL PERSONALE CHE OCCUPA I LOCALI DI PALERMO, L’ENTE CHIARISCE LA PROPRIA POSIZIONE

L’Ecap di Palermo respinge le accuse e conferma di avere agito correttamente nel riguardi del proprio personale e nel rispetto delle regole che governano il sistema formativo.

A parlare il presidente dell’Ente, Pietro Gaglio, che in una lettera trasmessa alla nostra redazione risponde alle accuse lanciate dal personale che da giorni protesta per la mancata percezione degli stipendi e occupa la sede di Palermo dell’ente.

L’Ecap ha fatto di essere in regola con il pagamento delle spettanze contestualizzato ai finanziamenti percepiti. “Per essere più chiari ogni qual volta l’ente ha percepito una erogazione di somme da parte dell’amministrazione regionale – ha riferito Gaglio – pienamente e prontamente , senza tema di smentita, ha pagato prima tutte le spettanze ai lavoratori dipendenti dando priorità ai dovuti versamenti ai fini pensionistici”.

Le difficoltà dell’Ente, si legge nella nota, sono da ricondurre solamente alla mancata erogazione delle somme da parte dell’amministrazione regionale del primo acconto della seconda annualità dell’avviso 20/2011. Viene anche precisato che tutte le spettanze in favore dei dipendenti, relative anche ad anni pregressi, come il 2003, il 2005, il 2010 e il 2011 sono state pagate, nonostante non siano state erogate tutte le somme dovute all’ente.

“Negli ultimi cinque anni – ha aggiunto Gaglio – è stata attuata una politica di riduzione considerevole della spesa per la gestione, oltre il 35 per cento, e chiuso quasi tutte le vecchie pendenze con i fornitori . Gli unici costi che sono aumentati sono giustamente quelli che riguardano il personale dipendente dovute agli aumenti previsti dal Contratto collettivo di lavoro, precisando che non sono state fatte assunzioni dopo il 2008”.

Nella nota si precisa che l’Ecap non ha alcuna responsabilità circa i ritardi nell’erogazione delle retribuzioni al personale. “La direzione dell’Ente comprende benissimo il disagio che tutti i lavoratori vivono – ha sottolineato Gaglio – sia per la mancata erogazione costante delle spettanze, che ad oggi si quantifica con un ritardo di circa cinque mensilità, sia per l’incertezza del futuro. Entrambe le questioni evidentemente non sono ascrivibili alla responsabilità di questo Ente – ha aggiunto – che ha aderito, per il tramite della propria associazione insieme a tutte le organizzazioni sindacali, all’accordo del 7 giugno sottoscritto con l’amministrazione regionale che si impegnava a far partire immediatamente le attività della seconda annualità dell’avviso 20 erogando in tempi stretti le somme dovute”.

Ed invece è accaduto il contrario, va ricordato infatti che sono passati invece quasi sei mesi e le attività formative non sono ancora state avviate. Chi pagherà i ritardi dell’amministrazione regionale nell’emanare le direttive per la riedizione delle attività formativi già svolte nel primo anno del citato Avviso 20? Chi pagherà le retribuzioni al personale degli enti rimasto in attività? Sono interrogativi che questo giornale pone da tempo e per i quali l’assessore Scilabra e la dottoressa Corsello non hanno mai fornito risposte convincenti. Inoltre, l’ente ha rilevato come la stessa amministrazione regionale, in sede di accordo del 7 giugno, aveva assunto l’impegno di sbloccare in tempi celeri i pagamenti, provvedendo a saldare tutte le annualità pregresse. Cosa che ad oggi bon è ancora avvenuta.

“Tuttavia l’ente ribadisce di essere pienamente in regola con l’erogazione delle spettanze ovviamente contestualizzato ai finanziamenti percepiti – ha precisato Gaglio – e per essere più chiari ogni qual volta l’ente ha percepito una erogazione di somme da parte dell’amministrazione regionale ha pienamente e prontamente , senza tema di smentita, pagato prima tutte le spettanze ai lavoratori dipendenti dando priorità ai dovuti versamenti ai fini pensionistici. In questi giorni di occupazione – ha ribadito – si è avviato un confronto con i lavoratori che è servito a chiarire, nel rispetto delle diverse posizioni, molti aspetti che avevano creato malumori”.

Nella richiamata nota, l’Ecap precisa che relativamente all’accordo del 7 giugno tra le altre cose l’amministrazione regionale si era impegnata a risolvere, nell’ambito di un tavolo regionale il problema delle eccedenze di personale che si sarebbero inevitabilmente evidenziati per alcuni enti con il taglio dei finanziamenti previsti dall’amministrazione. A fronte dell’impegno assunto formalmente dall’amministrazione gli enti si sono impegnati a non avviare alcuna procedura di sospensione o licenziamento nei confronti dei lavoratori.

Dopo circa cinque mesi, lo scorso 12 novembre è stato sottoscritto un verbale in cui l’amministrazione regionale si era impegnata a gestire le eccedenze, anche parziali di personale, con la ricollocazione presso altri enti. E poi, esperita tale procedura di incrocio tra necessità ed eccedenze degli enti, l’amministrazione, per il personale non collocato totalmente o parzialmente, si era impegnata ad accordare forme di sostegno al reddito.

In tale contesto l’Ente – ha chiarito Gaglio – ritenendo tutto il personale essenziale ai fini della realizzazione dei progetti già approvati dall’amministrazione regionale, anche se non ancora finanziati nei ristretti tempi rimasti per la conclusione delle attività, ha individuato delle eccedenze di personale secondo una organizzazione del lavoro che prevede la presenza di tutto il personale. Non si capisce l’accusa di discrezionalità nell’individuare i lavoratori in eccedenza – ha rimarcato – quando nessun lavoratore viene posto in eccedenza per tutte le ore contrattuali, ma tutti in modo parziale”.

L’Ente ha evidenziato che le comunicazioni fatte all’amministrazione regionale, circa le eccedenze, sono relative a unità lavorative equivalenti, ovvero unità a 36 ore settimanali con un costo medio, scaturenti dal quota di costo annuale del personale non coperto a causa del taglio del finanziamento.

Relativamente a passaggi di livelli, questo Ente – ha spiegato Gaglio – solamente dopo la chiusura della fase di crisi, che prevedeva la Cassa integrazione guadagni, e una volta acquisita la certezza di un finanziamento che dava visibilità operativa su base triennale, come l’Avviso 20/2011, ha pianificato investimenti a supporto di una fase espansiva, ovvero ha proceduto all’ammodernamento delle attrezzature e ha avviato una valorizzazione del personale con passaggi di livello e conversione di contratti da tempo parziale a tempo pieno. Decisione assunta dopo il confronto con le Rappresentanze sindacali aziendali laddove necessario, in ogni caso nel rispetto del Ccnl. Ma a marzo 2013 – ha ricordato – tutto ciò si è dovuto interrompere a causa delle notizie, dapprima sui media e successivamente in forma ufficiale in ripetuti incontri istituzionale, a causa della volontà esternata dall’amministrazione regionale di non voler procedere alle successive annualità a valere sull’Avviso 20/2011”.

Risponde colpo su colpo l’Ente e chiarisce anche la regolarità amministrativa e contabile del proprio operato.

“In riferimento a generiche accuse quanto infondate su irregolarità, vale la pena notare – sottolinea il presidente dell’Ecap – che questo Ente ha avuto, come è giusto, diversi controlli da parte dell’amministrazione regionale e di altri enti ispettivi il cui esito non ha evidenziato alcuna irregolarità. Vorremmo in tale contesto ripetere quanto abbiamo detto e manifestato nei vari contesti coi lavoratori, sindacarti e con l’amministrazione regionale, ovvero che se la reale intenzione del Governo regionale è quello di creare una unica agenzia regionale della formazione o una riforma complessiva del settore, questo Ente non ha alcuna obiezione, si chiede di saperlo ora per tempo, onde evitare disagi ai lavoratori e all’Ente”.

Giuseppe Messina

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