Formazione professionale: due nuove sigle sindacali – Sinalp e Uslal – per la ‘lotta dura senza paura’

IL MALCONTENTO DEI LAVORATORI RACCOLTO DA NUOVE SIGLE AUTONOME, PRONTE A COLMARE IL VUOTO LASCIATO DAI SINDACATI CONFEDERALI. TENTATIVO DI RACCOGLIERE LA SFIDUCIA VERSO IL SISTEMA FORMATIVO O REALE FORZA DI CONTRASTO?

La Formazione professionale in Sicilia vive da anni in una dimensione fuori dal comune. La vertenza sindacale che a “spizzichi e bocconi” si trascina da troppo tempo ha provocato un generalizzato impoverimento dei lavoratori e delle loro famiglie. Circostanza che ha dato il via a nuove aggregazioni sindacali autonome, il Sinalp e Uslal.

Un fenomeno che tendenzialmente aumenta con l’aumentare dello scoraggiamento del mondo del lavoro sulla difesa dei diritti. Fenomeno che non è venuto meno nel settore della Formazione professionale, nutrito di incertezza e confusione politico-amministrativa.

C’è fame di lotta in trincea, di libertà senza vincoli storici o di lobby. C’è fame di piazza e di lotta dura. La nascita di nuovi sindacati trova l’humus nelle ataviche criticità mai risolte da un sistema di relazioni sindacali spesso ingessato dal Governo regionale di turno.

Retribuzioni irregolari, ritardi nella programmazione delle attività, burocrazia ‘cancerogena’, politica distruttiva, Governi devastanti, violazioni sistematiche delle leggi regionali, del contratto collettivo di lavoro della categoria, incertezza sul futuro di enti e lavoro hanno depauperato, a poco a poco, le certezza nel settore.

In questo scenario desertificato i sindacati hanno cominciato a perdere aderenza su un terreno resosi sempre più sdrucciolevole. All’aumentare della delusione dei lavoratori, derubati dei diritti elementari, contestualmente è cresciuto il fabbisogno di rappresentanza.

La misurazione della rappresentatività nel settore non è mai stato un parametro di raffronto serio ed oggettivo ed il diritto a partecipare ai tavoli di confronto è stato lasciato al libero arbitrio dell’assessore regionale di turno o del gruppo politico al governo.

Da tempo i lavoratori manifestano il proprio disappunto attraverso il massiccio uso dei social network.

Oggi raccontiamo la nascita di altri due nuovi sindacati sulle rovine di quelli storici e degli autonomi troppo molli o storicamente legati a meccanismi del recente o lontano passato. Come dicevamo si tratta di Sinalp Formazione professionale e Uslal Settore Scuola e formazione professionale.

Il primo sarà presentato in pompa magna questo pomeriggio a Palermo e aprirà i battenti con la presentazione alla stampa di un documento programmatico che anticipa una stagione di contrapposizione con il Governo regionale del presidente Rosario Crocetta sui temi come il rispetto delle leggi vigenti e il contrasto a tutte le forme di ritardo nell’adozione di direttive, decisioni, accordi e quant’altro viene calpestato con la politica del “non fare”.

Dopo la citata conferenza stampa ne sapremo di più. L’Unione siciliana libere associazioni del lavoro (Uslal) è una organizzazione confederale che ha sede a Palermo. L’Uslal si è già distinta per avere depositato ieri una nota all’indirizzo dell’assessore regionale all’istruzione e Formazione professionale, Nelli Scilabra e al dirigente generale al ramo, Anna Rosa Corsello.

Nella citata lettera il segretario generale della Federazione Scuola e Formazione professionale, Antonino Spallino, ha chiesto alla Scilabra di escludere o revocare il finanziamento agli enti gestori di attività di formazione professionale che, a seguito di verifiche effettuate dagli uffici dell’assessorato, dovessero risultare inadempienti sull’accantonamento del trattamento di fine rapporto (Tfr)in favore dei propri dipendenti.

È chiaro Spallino sul punto: tutti gli enti formativi che, a seguito di verifiche, non avranno destinato i benefici di polizza prodotti dall’accantonamento del Tfr in favore degli operatori, incorrendo nella violazione di precise disposizioni di legge e delle direttive emanate dall’assessorato dovranno essere revocati.

Nulla dice il sindacato Uslal sulla sorte dei lavoratori che dovessero restare privi di lavoro a seguito della revoca dell’accreditamento. Argomento che non mancheremo di farci chiarire nei prossimi giorni dai dirigenti del nuovo soggetto sindacale.

Che dire, un aumento del numero dei sindacati a difesa dei diritti del lavoratori è segno di democrazia. Un dato di fondo lascia aperta la riflessione sul settore, il proliferare di associazioni di enti o sindacati conferma lo scollamento con le organizzazioni sindacali preesistenti che forse cominciano a pagare lo scotto di una presenza politica nel settore fastidiosa e non più tollerabile.

Seguiremo gli sviluppi nel settore per comprendere quanto e in cosa potranno incidere i nuovi soggetti sindacali che ambiscono a colmare l’enorme voragine lasciata da chi ha scontentato tanti. I tanti dirigenti di lungo corso e gli apprendisti stregoni di recente storia sono avvisati, compresi i baroni, i nobili ed i principi che, col vezzo di specchiarsi troppo nel pozzo, in preda a convulsioni mentali e scivoloni letterali, rischiano di planare sulla roccia viscida.

Giuseppe Messina

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