Formazione/Piano giovani: senza certificazione di spesa la Regione siciliana rischia di pagare di tasca propria

POSSIBILE UN ALTRO ‘BUCO’ NEL BILANCIO DELLA REGIONE. NON RISULTA ESSERE STATO ASSOLTO, DA PARTE DELL’AUTORITA’ DI GESTIONE DEL FONDO SOCIALE EUROPEO, L’ADEMPIMENTO PREVISTO

Sulla mancata certificazione della spesa delle azioni previste dal Piano azione e coesione (Pac) la Sicilia rischia un buco di bilancio.

È leggenda metropolitana che le risorse gestite dalla Sicilia, attraverso il ministero del Lavoro, come nel caso delle azioni del Pac, seguano un sistema di certificazione diverso da quanto previsto dal Vademecum del Piano operativo Fondo sociale europeo 2007/2013.

Va ricordato che la cosiddetta ‘futura non imputabilità’ delle spese riguardanti le azioni di competenza alla programmazione comunitaria, non esime dagli obblighi di assicurare i necessario monitoraggio, valutazione e controllo. E cosa ha fatto l’amministrazione regionale? Da quanto appreso ad oggi nulla! Un fatto grave se si pensa che le conseguenze potrebbero riversarsi sul bilancio già disastrato della Regione siciliana.

Sui progetti del Pac, come Spartacus, Piano giovani azione formativa ed altri, l’Amministrazione regionale avrebbe dovuto attivare un sistema di gestione e controllo testato, cioè certificato dai competenti ministeri che erogano le risorse, che nel caso specifico afferiscono al Lavoro ed all’Economia e Finanze, e non lo ha fatto. Non esiste un monitoraggio quotidiano della spesa.

L’esecutivo regionale ha garantito al Governo nazionale un sistema di controllo che nei fatti non c’è. Se per esempio, l’assessorato ai Beni culturali o al Turismo finanzia un progetto a valere sul Pac, lo stesso è certificato sul sistema informatico ‘Caronte Fesr’. In questa maniera il ministero è nelle condizioni di provvedere a liberare le risorse previste.

Da indiscrezioni raccolte, risulterebbe non essere mai stata assolta, da parte dell’Autorità di gestione del Fondo sociale europeo, carica ricoperta in Sicilia dal dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, Anna Rosa Corsello, l’adempimento di competenza scaturito dagli atti di indirizzo prodotti dal Governo regionale.

Allo stato delle cose, sempre stando alle citate indiscrezioni, emerge come in Sicilia sia impossibile certificare la spesa di alcune azioni relative dal Pac.

Difatti, il necessario monitoraggio, la valutazione e controllo non c’è sia sulla gestione del progetto ‘Spartacus’, sia sulla gestione della seconda annualità dell’Avviso 20/2011, finanziata con le risorse previste dal Piano giovani.

Che significa? Semplice: se la Guardia di Finanza, che ha siglato un protocollo d’intesa con l’Autorità di gestione del Fondo sociale europeo, volesse informazioni su l’attività formativa posta in essere da un qualsiasi ente formativo, tra quelli finanziati dalla Regione siciliana con le risorse pubbliche, difficilmente troverebbe informazioni.

Per essere chiari richiamiamo un esempio pratico. Con la prima annualità dell’Avviso 20/2011 ogni giorno, entro le ore 11,00, gli enti formativi caricavano sul sistema ‘Faros’ da ogni sede di erogazione le informazioni riguardanti il numero degli allievi presenti in classe, il docente e gli argomenti trattati nella lezione. Così come venivano caricate le informazione relative alle spese di gestione.

Questo oggi non accade per ciò che riguarda la gestione della seconda annualità del Piano giovani, così come non è accaduto sulla gestione del progetto ‘Spartacus’. Quindi, la Regione siciliana ha erogato decine di milioni di euro al buio e cioè sulla fiducia, secondo i principi che sembrano più ispirati ad una amministrazione borbonica.

Eppure la delibera di Giunta n.246 del 13 luglio 2012 che ha approvato le iniziative del “Piano straordinario di intervento a favore dell’occupabilità dei giovani – Piano giovani” ha disposto in maniera inequivocabile che il “Piano sarà gestito dalla Regione siciliana con l’adozione delle medesime regole d’accesso, gestione e controllo del Fse”.

La delibera di Giunta n.189 del 29 maggio 2013, inoltre, ha definito il sistema di ‘Governance’ del Piano giovani individuando l’apposito organigramma e funzionigramma. L’atto di indirizzo governativo, per esempio, individua l’Ufficio speciale dell’Autorità di certificazione dei programmi cofinanziati dalla Commissione europea quale organismo regionale responsabile dell’esecuzione dei pagamenti e delle certificazioni dell’Igrue (Ispettorato Generale per i rapporti finanziari con l’Unione europea) delle spese erogate per l’attuazione del Piano giovani. Così come l’Ufficio speciale dell’Autorità di Audit è indicato come organismo regionale responsabile dell’espletamento dei controlli di secondo livello sia sul sistema di controllo, sia sulle singole operazioni finanziate campionate.

Cosa ha fatto l’Autorità di gestione del Fondo sociale europeo finora per garantire la certificazione di decine di milioni di euro?

Atti di indirizzo politico disattesi dall’Autorità di gestione, se è vero com’è vero che, stante alle richiamate indiscrezioni, l’Autorità di gestione del Fse sarebbe stata sollecitata più volte circa l’impossibilità di certificare la spesa delle azioni previste. E quel che è peggio il rischio di impossibilità di certificazione delle spesa potrebbe presentarsi anche per la gestione del progetto ‘Prometeo’ e per la terza annualità dell’Avviso 20/2011 finanziata con le risorse del Piano giovani e quindi del Pac.

Questo significa che se il ministero dovesse revocare il finanziamento a valere sul Piano giovani, le risorse dovrebbe cacciarle il Governo regionale dal proprio già disastrato bilancio. Il che creerebbe un ulteriore ‘buco’ nel già colabrodo chiamato Bilancio regionale.

 

 

Giuseppe Messina

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