I RITARDI E IL FALLIMENTO POLITICO NELLA GESTIONE DELLINTERO SETTORE VENGONO FUORI A QUALCHE GIORNO DALLA VISITA, IN SICILIA, DEI FUNZIONARI DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA. INTANTO FALCONE (PDL) DENUNCIA IL RISCHIO DELLA PERDITA DI 5 MILA POSTI DI LAVORO. INFINE UNA CHICCA: IL GOVERNO SI TIENE NEL CASSETTO I BANDI CHE, SE MESSI IN ATTO, DOVREBBERO SERVIRE PER GESTIRE I BENI CONFISCATI ALLA MAFIA E, QUINDI, A CONTRASTARE LA STESSA MAFIA
Se gli operatori degli Sportelli multifunzionali non ridono, i colleghi degli Interventi formativi piangono. Un altro mese se ne è andato e della graduatoria definitiva dei progetti formativi di cui al Piano giovani (Pac-Piano di azione e coesione) non vi è traccia. Si passa, oramai, da unemergenza allaltra. Il Governo regionale dimostra per lennesima volta di operare con approssimazione e scarsità di idee.
Tra i lavoratori serpeggia il malcontento per il paventato rischio di perdere le retribuzioni dei mesi scorsi. Da giugno ad oggi, infatti, gli enti dovrebbero garantire le retribuzioni ai propri dipendenti impegnati nella filiera degli interventi formativi (corsi di formazione), ma senza fondi assegnati dallassessorato regionale per la Formazione professionale ai soggetti attuatori, i lavoratori non vedranno che un fico secco.
Rassicurazioni e chiacchiere, quelle del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e della fidata Nelli Scilabra, assessore al ramo, che non bastano più. Le cose si sono messe male. In dieci mesi di Governo, la Regione siciliana sembra avere perduto quel poco di credibilità ed affidabilità nei confronti del Governo nazionale e dellUnione europea.
Quel che è più grave, il Governo regionale non pare intenzionato a tirare fuori la graduatoria dei progetti ed avviare i corsi. Di questo passo gli enti formativi ricorreranno massicciamente alla Cassa integrazione guadagni in deroga o, peggio ancora, ai licenziamenti.
Sulla vicenda, che tiene col fiato sospeso i circa 5 mila lavoratori della filiera, riportiamo le dichiarazioni del vice capogruppo del Pdl allAssemblea regionale siciliana (Ars), Marco Falcone, che recentemente ha presentato uninterrogazione parlamentare sul ritardo nellavvio della seconda annualità dellAvviso 20/2011, senza ottenere dallEsecutivo alcuna risposta.
“Malgrado le richieste e gli atti ispettivi già depositati – ci dice Falcone – ancora nessuna notizia arriva in merito al mancato avvio delle attività formative per l’anno 2013/2014, purtroppo a fronte delle diverse motivazioni, ma anche rassicurazioni che si rincorrono, non vi è nessuna certezza né sulla tempistica, né tantomeno sulla data di inizio del percorso corsuale in Sicilia”.
In diversi articoli, precedentemente pubblicati dal nostro giornale, aveva avanzato lipotesi che ritardi e caos nellazione politica prodotti dallassessore Scilabra probabilmente servivano a nascondere una verità, e cioè che non ci sono le risorse per avviare la seconda annualità del citato Avviso 20 da finanziare con i fondi del Piano giovani. Anche lesponente del Pdl si sofferma su questo delicatissimo aspetto della vicenda che alimenta tensione sociale nel settore della formazione professionale.
“Vorremmo sapere – precisa Falcone – le reali ragioni che di fatto sottendono alla mancata firma del decreto di approvazione della graduatoria dei progetti della seconda annualità dell’Avviso 20. Spero che il Governo e l’assessore Scilabra non stiano cercando di prendere tempo per nascondere la verità che, come sostiene qualcuno, è legata alla mancanza dei necessari fondi”.
Effettivamente circolano con insistenza le voci che confermerebbero la mancanza delle risorse necessarie a finanziare il piano formativo per il 2013/2014. “Sarebbe una cosa gravissima – conclude Falcone – per questa ragione chiediamo che l’assessore venga in Commissione Bilancio e Finanze allArs e riferisca su quanto vi è di vero su una voce che è divenuta sempre più insistente”.
La gravità della questione rilevata non afferisce solamente ai risvolti sociali (sono circa cinque mila i lavoratori, lo ribadiamo, a rischio occupazionale), ma anche alle conseguenze sulla programmazione futura dei fondi comunitari per la Sicilia. Si vuole andare vero il totale smantellamento del settore formativo siciliano? Le responsabilità politica del presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dellassessore Scilabra sarebbero davvero pesanti.
Lo scenario che rileviamo non piacerà affatto ad enti e lavoratori e, soprattutto, al Governo regionale, ma non possiamo esimerci dal riferirlo ai lettori. Cominciamo col dire che lesecutivo regionale non avrebbe attivato, ad oggi, le procedure necessarie ad avviare la seconda annualità dellAvviso 20.
Non ci sono i soldi perché, secondo quanto riferitoci, non è stato acceso ancora il Capitolo di bilancio per destinare le risorse dei Piano giovani necessarie alla copertura finanziaria del Piano formativo.
Risulterebbe anche che il Governo nazionale avrebbe bacchettato più volte lesecutivo Crocetta fino a mettere in dubbio la stessa assegnazione dei circa 450 milioni di euro dal quale prelevarne 210 per lavvio del piano finanziario. Quali i motivi?
Per assegnare le risorse il Governo nazionale ha più volte chiesto allamministrazione regionale di garantire gli standard minimi organizzativi e funzionali. Per essere chiari, manca una piattaforma informatica per la gestione e il monitoraggio della spesa delle attività formative, mancano le risorse umane da destinare alla gestione del sistema informatico. Manca un sistema di controlli e vigilanza delle attività, manca la società di assistenza tecnica che dovrebbe supportare lamministrazione regionale nella gestione della seconda annualità dellAvviso 20. Così come non è stata riprogrammata ad oggi lutilizzazione delle risorse previste dal Piano giovani.
Monta il sospetto, a detta di diversi osservatori del settore, che i ritardi siano voluti proprio dal Governo regionale, per tirare la corda, come già accaduto per la filiera dei Servizi formativi (Sportelli multifunzionali), e costringere le parti sociali a decidere sotto la pressione sociale e completare, così, il progetto politico di disfacimento del sistema formativo regionale. Si tratta di supposizioni che riportiamo a seguito di indiscrezioni pervenute in redazione che sottoponiamo ai lettori per un confronto dialettico sulle vicende narrate.
Una verità emerge dal caos in cui è precipitato il settore della formazione professionale negli ultimi mesi di gestione Crocetta: la Regione siciliana ed il suo Governo hanno perso in credibilità e affidabilità, hanno mostrato difetti ed approssimazione. Un esecutivo che dimostra di essere bravo ad impegnare e scarso a spendere. E tutto ciò si evince dal nutrito rapporto epistolare dei mesi scorsi tra uffici regionali e quelli nazionali e comunitari.
Vi sono segnali chiari e inconfutabili che confermano come la Sicilia sia debole sulla gestione dei fondi comunitari. Nelle scorse settimane dallUnione Europea pare essere pervenuta agli uffici dellassessorato per la Formazione professionale una lettera di fuoco che sembrerebbe intimare alla Regione di dare seguito alle prescrizioni sollevate e non adempiute. Un vero e proprio stop che sarebbe passato inosservato e nel silenzio se non fosse prevista per il 7 ottobre prossimo la visita dei funzionari della Corte dei Conti europea in Sicilia. Un evento inusuale nella storia recente della programmazione delle risorse comunitarie nellIsola.
LUnione Europea ci aveva abituato a visite ricorrenti degli ispettori dellOlaf (Servizio europeo anti truffa) o dei funzionari della Commissione europea. Limminente visita dei funzionari della Corte dei Conti europea dimostra il livello di affidabilità della Sicilia, quasi zero. Un segnale preoccupante che testimonierebbe come a rischio vi sia la stessa programmazione 2014/2020 in Sicilia.
Del resto, il Governo Crocetta dopo dieci mesi non risulta avere tirato fuori alcun nuovo avviso pubblico. Avrebbe vissuto di rendita, potendo spendere le risorse comunitarie in virtù di quanto programmato dal precedente esecutivo, quello del presidente Raffaele Lombardo. E grazie allAvvisi 1 e 2 del 2010 sugli Sportelli multifunzionali ed agli Avvisi 19 (attività dellObbligo scolastico-Oif) e 20 (corsi di formazione) che la Sicilia ha potuto finora certificare la spesa comunitaria a valere sul Fondo sociale europeo (Fse).
Del resto, basti considerare che dallavvento di Crocetta & C non un solo avviso pubblico è stato sbloccato o programmato. Se questo non è fallimento come chiamarlo?
Il presidente Crocetta, tanto sensibile ai temi della mafia e dellantimafia, è a conoscenza che esiste un Avviso pubblico, quello sui beni confiscati, con un impegno finanziario di quattro milioni, che continua ad essere bloccato inspiegabilmente dentro qualche cassetto dellassessorato per la Formazione professionale?
Eppure si tratta di un bando pubblico destinato a formare i dipendenti degli enti locali sul corretto utilizzo dei beni confiscati alla mafia, concepito con il coinvolgimento di Comuni e Università. Una finalità seria e concreta, quella proposta dal bando che mirerebbe a superare le difficoltà incontrate in tantissimi Comuni siciliani nel gestire correttamente i beni acquisiti al patrimonio pubblico con la confisca. Un bando che potrebbe risultare importante per i Comuni siciliani oggi in crisi. Eppure tale bando è rimasto nel dimenticatoio. Il Piano di comunicazione sui beni confiscati alla mafia, per esempio, che ha prodotto anche un video divulgativo, quanto è costato? Bel modo per incentivare il contrasto alla mafia. Altro che rivoluzione!
Per non parlare dellAvviso 18/2011, con una dotazione di circa 20 milioni di euro, destinato agli Operatori socio-sanitari (Oss), per lo più giovani senza lavoro. Una maniera per contrastare lelevata percentuale di disoccupazione giovanile. Anche su questo fronte è tutto fermo alla fase di valutazione dei progetti. Fermo anche lAvviso 19, indirizzato a finanziare la formazione destinata ai minori in obbligo scolastico. Ed ancora, lAvviso 10, nato per contrastare limperante dispersione scolastica in Sicilia, previsto con una dotazione di circa 8 milioni euro, destinati a finanziare progetti presentati dalle scuole siciliane, anchesso fermo al palo. Per non parlare dellAvviso pubblico Informare, destinato al settore marittimo e della pesca professionale, abbandonato a se stesso.
Viene spontaneo chiedersi, allora, a cosa alludesse il presidente della Regione Crocetta in tutte le occasioni in cui ha rilasciato alla stampa dichiarazioni del tipo: Abbiamo riavviato la programmazione comunitaria.
Infine, quanto è costata lelaborazione di tutti questi Avvisi, la loro pubblicazione, la valutazione dei progetti per alcuni di essi? Considerato che giacciono nei cassetti dellassessorato, si pone una domanda: tutto questo non potrebbe fare emergere il danno erariale per avere speso milioni di euro senza aver raggiunto le finalità degli stessi avvisi? Cosa racconterà lamministrazione regionale ai funzionari comunitari?
Molto più responsabilmente occorrerebbe mettere mano, da subito, ad una seria e concreta programmazione finanziaria degli Avvisi giacenti, ed il Governo, questa volta, anziché rinviare, dovrebbe decider cosa salvare e cosa buttare nel cestino.
Potrebbe non bastare certificare solamente con lAvviso 20 come è avvenuto fino ad oggi. I nodi prima o poi vengono al pettine, e questo vale anche per il Governo Crocetta.
Qualcuno avverte un pericolo, che il governatore abbia in mente un proposito alquanto singolare, quello di centralizzare la gestione dei fondi strutturali per il 2014/2020 nelle mani del dipartimento programmazione, diretto oggi da Vincenzo Falgares. Dipartimento che, ricordiamo, risponde direttamente al Presidente della regione. Che sia una maniera per proseguire il disegno politico di gestire la Sicilia da una sola postazione, quella di Palazzo DOrleans, sede della presidenza della Regione siciliana? E se aggiungiamo, secondo la stessa indiscrezione, che il Governo regionale pare stia perseguendo lintendimento di assegnare, non già a società private ma, in house lassistenza tecnica, a Formez, o Italia Lavoro o Sviluppo Italia, oltre alla centralizzazione nelle mani di un solo soggetto si aprirebbe unautostrada alle facili assunzioni attraverso dette società ministeriali.
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